VNS – ITALIA Avviata da Pro Vita & Famiglia la campagna “Piccole vittime invisibili” sui pericoli del web a sfondo sessuale per i minori

VNS – ITALIA Avviata da Pro Vita & Famiglia la campagna “Piccole vittime invisibili” sui pericoli del web a sfondo sessuale per i minori

 

VNS – 10set21 – Si concluderà a fine mese la nuova campagna promossa da Pro Vita & Famiglia “Piccole vittime invisibili” per contrastare l’ipersessualizzazione dei minori. Tre gli obiettivi fondamentali: sensibilizzare le famiglie sui pericoli provenienti dai nuovi media; mettere in guardia l’opinione pubblica circa i rischi in cui possono incorrere i più piccoli; mostrare gli attori in gioco nella costruzione di una vita sana per bambini e ragazzi e il ruolo di famiglie, associazioni, politica e autorità. La campagna prevede diverse iniziative fra le quali il lancio di un documentario sull’operato dell’Associazione Meter, anche per divulgare il numero verde 800455270, che ha l’obiettivo di aiutare e accompagnare i bambini. Negli ultimi dodici anni, Meter ha dato assistenza a 1832 vittime della pedofilia e nei mesi più difficili della pandemia, le polizie postali hanno riscontrato un aumento pari al 246% degli adescamenti di minori sui social, ha fatto sapere don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione. Attualmente vi è una presenza impressionante di immagini a contenuto sessuale nei media sia tradizionali che digitali, denuncia Pro Vita & Famiglia che chiede al Ministero per lo Sviluppo Economico di adoperarsi per rendere effettiva la norma contenuta nel decreto giustizia che obbliga l’installazione del parental control di default su tutti i device in vendita per arginare i pericoli del web.

“I pericoli per i bambini sono aumentati in modo esponenziale a causa del lockdown - ha sottolineato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia -. Negli ultimi mesi milioni di giovani e giovanissimi sono stati costretti a stare ore e ore davanti al computer e questo ha portato a dati drammatici. Basti pensare - ha proseguito - che più di un bambino su quattro, tra gli 11 e i 16 anni, con un profilo su un social, ha sperimentato qualcosa di sconvolgente l’anno scorso, ma solo il 22% di loro ne ha parlato con qualcuno”. Secondo l’Apa, l’America Psychological Association vi è sessualizzazione quando: il valore di una persona deriva solo dal suo appeal o comportamento sessuale; una persona viene confrontata con uno standard che equipara l’attrazione fisica con l’essere sexy; una persona viene sessualmente oggettificata; la sessualità è impropriamente imposta a una persona. Si tratta di un fenomeno che produce gravi conseguenze dal punto di vista dei comportamenti sessuali (attività sessuale promiscua, prematura e senza responsabilità; atteggiamenti violenti legati alla sessualità; atteggiamenti di oggettificazione delle persone), oltre ad avere delle ricadute psicofisiche (dipendenze sessuali; comportamenti compulsivi; disordini alimentari; disordini legati all’immagine corporea, bassa autostima ecc.) e sociali (incapacità diffusa di instaurare legami affettivi autentici e duraturi; indebolimento ulteriore dell’istituto familiare, aumento della violenza su donne e bambini ecc.). A rischio è la sicurezza e l’integrità psicofisica del minore (esposizione alla pedofilia, all’adescamento o allo sfruttamento sessuale, coinvolgimento nella pedopornografia), da qui la necessità di sviluppare una nuova consapevolezza nell’utilizzo dei media, in particolare dei media digitali.

 

Vatican News Service - TC

 

 

10 settembre 2021, 12:55