VNS – SPAGNA Pastorale carceraria 2020: reinventarsi di fronte alla pandemia

VNS – SPAGNA Pastorale carceraria 2020: reinventarsi di fronte alla pandemia

(VNS) – 9sett21 – “Non è stato facile, né semplice, né comodo. La pandemia ci ha messo alla prova ma siamo qui”. Così Florencio Roselló, direttore del Dipartimento di Pastorale Penitenziaria, all'interno della Sottocommissione Episcopale per l'Azione Caritativa e Sociale, riassume quello che è stata l’esperienza della pandemia per la Pastorale carceraria attraverso il sito della Conferenza episcopale spagnola.

Nel rapporto 2020 appena pubblicato, vengono offerti i dati del lavoro svolto durante l'anno in questione in almeno 78 delle 82 prigioni consultate, cioè il 95% del campione. L'attività della pastorale carceraria nel 2020 è stata naturalmente segnata dal Covid 19 tanto che il direttore, nell’introduzione del rapporto, ricorda come diversi cappellani e volontari abbiano “lasciato la loro vita nella pandemia". Una pandemia che ha chiuso il carcere a tutto il personale esterno, compreso quello del Ministero, il 14 marzo 2020.

“C'erano due opzioni - spiega Roselló - aspettare tempi migliori o reinventarci, riorientare la nostra pastorale. E abbiamo optato per la seconda opzione. La Chiesa, attraverso la Pastorale carceraria, è sempre stata lì". Ecco perché, come novità, i dati di questo Rapporto riflettono un aumento delle attività e delle azioni fuori dal carcere. Molti detenuti, durante questo periodo, hanno visto ridursi le uscite, le comunicazioni e i pacchi, e “la Chiesa è stata quella famiglia e quella finestra sul mondo esterno che ha ridato loro la fede e la speranza”.

L'accompagnamento delle famiglie è stato rafforzato, sono state organizzate iniziative per mantenere la corrispondenza con i detenuti, oltre ad accogliere coloro che hanno riacquistato la libertà in questo periodo. “I dati mostrano anche che quando le porte si sono riaperte, eravamo di nuovo lì – ha detto ancora - quando potevamo festeggiare, festeggiavamo, quando potevamo fare un'attività, la facevamo, quando potevamo portare pacchi di vestiti, li portavamo, quando potevamo mettere dei soldi, li mettevamo".

Ogni anno, con la presentazione di questo Rapporto, il Dipartimento di Pastorale Penitenziaria desidera ringraziare il lavoro e la dedizione dei cappellani e dei volontari che stanno dietro ognuno di questi dati. Ma nel 2020, in modo speciale, i dati hanno richiesto uno sforzo maggiore rispetto agli altri anni: "Ogni numero ha un valore aggiunto”, sottolinea Roselló. Per questo motivo, "analizzare i dati e riconoscere in essi la grande dedizione dei cappellani e dei volontari. Un impegno di superamento e di creatività per gli uomini e le donne prigionieri e per le loro famiglie. E, a dire il vero, e guardando questo rapporto, ne è valsa la pena! La pastorale carceraria in Spagna è viva, e questo rapporto ce lo ricorda", ha concluso il direttore.

Vatican News Service - RB

09 settembre 2021, 10:57