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VNS SUD SUDAN Delegazione di vescovi chiede al Presidente Kiir di includere anche leader religiosi nell’implementazione del processo di pace

VNS SUD SUDAN Delegazione di vescovi chiede al Presidente Kiir di includere anche leader religiosi nell’implementazione del processo di pace

(VNS), 31lug21  - Includere anche i leader religiosi sud-sudanesi nell’implementazione dell’Accordo rivitalizzato per la soluzione del conflitto in Sud Sudan (Revitalized Agreement on the Resolution of the Conflict in South Sudan - R-Arcss). È quanto ha chiesto al Presidente Salva Kiir una delegazione di vescovi sud-sudanesi che il 27 luglio ha incontrato il Capo dello Stato per fare il punto sul processo di pace avviato con l’accordo siglato ad Addis Abeba il 12 settembre 2018. Della delegazione facevano parte Monsignor Stephen Nyodho Ador Majwok, Vescovo di Malakale e Monsignor Paride Taban, Vescovo emerito Torit e l’Arcivescovo di Juba, Monsignor Stephen Ameyu Martin Mulla.

L’incontro è avvenuto a poco più di una settimana dai nuovi colloqui di pace ospitati dal 15 al 18 luglio dalla Comunità di Sant’Egidio tra il Governo di transizione rivitalizzato di unità nazionale (R-TGoNU) e il South Sudan Opposition Movements Alliance-South Sudan United Front/Army (Ssoma/Ssuf), Ssoma-Real Sudan People’s Liberation Movement (Ssoma/Rsplm), i due gruppi non firmatari del R-Arcss.

I presuli -  ha riferito monsignor Ameyu in un'intervista al blog dell’Amecea, l’Associazione delle Conferenze episcopali dell’Africa orientale – hanno ribadito il pieno sostegno al processo in corso. Al contempo, hanno espresso l’esigenza di includere anche alcuni leader religiosi nei negoziati in cui finora non è stato chiamato alcun esponente religioso. È stata inoltre sottolineata l’importanza di coinvolgere gli stessi leader religiosi nel processo di riconciliazione, giustizia e pace tra le parti in conflitto.

La delegazione ha ribadito quanto la pace sia vitale per il popolo sud-sudanese, ricordando anche le responsabilità dell’opposizione per il bene comune. “Per quanto lento questo processo avrà comunque un impatto positivo”, hanno sottolineato i tre presuli che hanno espresso soddisfazione per i buoni rapporti tra Stato e Chiesa. Da parte sua, il Presidente Kiir ha accolto con favore la richiesta e si è impegnato a sottoporla al prossimo round di negoziati previsto nei mesi settembre, ottobre e novembre.

Il nuovo giro di trattative rappresenterà un ulteriore tassello della cosiddetta "Iniziativa di Roma", il processo di pace parallelo avviato nel 2020 dalla Comunità di Sant’Egidio per portare al tavolo negoziale anche i movimenti dell’opposizione che non avevano firmato l’Accordo rivitalizzato del 2018. Questo tassello si aggiunge agli importanti risultati conseguiti dai negoziati di metà luglio in cui le parti hanno firmato una roadmap per l’inclusione del Real Splm e del Ssuf/A nel meccanismo di verifica del cessate il fuoco (Ctsamvm) e una roadmap del dialogo politico sulle cause del conflitto, al termine della quale le parti si sono impegnate alla firma di un accordo generale.

La guerra civile in Sud-Sudan è scoppiata nel 2013, appena due anni dopo la sua indipendenza dal Sudan, e ha causato 400mila morti e quattro milioni di sfollati. All’origine del conflitto la disputa politica tra il Presidente Salva Kiir, di etnia dinka, e l’ex Vice Presidente Riek Machar, di etnia nuer, che dal febbraio 2020 hanno costituito un governo di unità nazionale frutto dell’accordo firmato nel 2018 dopo una serie di altri accordi e cessate-il-fuoco disattesi.

Il processo di pace è stato sempre sostenuto dalla Chiese cristiane e anche Papa Francesco ha seguito con sollecitudine la situazione in Sud Sudan.  Da ricordare in particolare il ritiro spirituale convocato in Vaticano nell’aprile 2019 con i due leader rivali.  Un incontro di cui rimane impressa nella memoria l’immagine del Pontefice mentre bacia i loro piedi. Il 24 dicembre scorso Papa Francesco e il Primate anglicano Justin Welby, insieme al Moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia Martin Fair, avevano scritto un messaggio comune ai governanti sud-sudanesi esprimendo soddisfazione per i progressi compiuti e allo stesso tempo ribadendo che occorre fare ancora di più perché “il popolo senta pienamente gli effetti della pace”. Il messaggio confermava anche la loro intenzione di visitare il Paese appena le condizioni lo consentono.

Vatican News Service - LZ

01 agosto 2021, 12:41