VNS – NIGERIA Vescovi di Ibadan: recuperare l’anima del Paese, basata su giustizia ed equità

VNS – NIGERIA Vescovi di Ibadan: recuperare l’anima del Paese, basata su giustizia ed equità

(VNS) – 22lug21 – Un Paese “senz’anima”: così, in sintesi, i vescovi della Provincia ecclesiastica di Ibadan definiscono la Nigeria, deplorandone la crisi globale che l’ha travolta. In un comunicato congiunto, i presuli dell'Arcidiocesi di Ibadan e delle Diocesi di Ondo, Ilorin, Oyo, Osogbo e Ekiti denunciano i conflitti armati, i rapimenti a scopo di riscatto, le rapine, le insurrezioni, i saccheggi e le uccisioni extragiudiziali che si verificano sul territorio e chiedono a tutti i fedeli di pregare per la pace ed operare per la ripresa della nazione. “La Nigeria, il nostro Paese – si legge nel comunicato, diffuso al termine di un incontro pastorale svoltosi il 19 e 20 luglio ad Akure – sembra aver perso la sua anima perché non è più un’entità sana”, ovvero non è più in grado di offrire al suo popolo “un posto dove sentirsi a casa, al sicuro e dove poter risolvere le necessità basilari della vita”.

“Una nazione che ha perso la sua anima è caratterizzata da sfide persistenti all’ordine del giorno – continuano i presuli – da una leadership inetta e menefreghista che opera solo in base all’assegnazione selettiva di privilegi e risorse e all’applicazione, ugualmente selettiva, della giustizia”. Insomma, una leadership che “piuttosto che occuparsi dei cittadini, semplicemente li sfrutta e li denigra”. Questo fa sì che la Nigeria sia ormai “malsana”, sottolinea la Provincia ecclesiastica di Ibadan, perché “toglie il cibo di bocca al suo stesso popolo e lo guarda morire di fame, preferendo utilizzare le sue scarse risorse a vantaggio dei ricchi e dei potenti mentre offre ai poveri e ai deboli solo briciole". Di qui, il monito dei presuli: un Paese senz’anima è un Paese che “alleva una cittadinanza in cui nessuno si preoccupa degli altri” e nel quale “si perdono gli elementi coesivi delle relazioni umane” ed “i principî costitutivi di giustizia, equità, correttezza”.

La Nigeria, quindi, deve “recuperare la sua anima”, esortano i presuli; per questo, essi guardano con speranza alle riforme elettorali in corso, vedendole come un’opportunità per “far rivivere la speranza e la fiducia dei nigeriani nella democrazia”. Al contempo, la Chiesa cattolica di Ibadan auspica che la popolazione riceva l’educazione civica necessaria per partecipare al processo democratico, perché "solo la partecipazione politica e l'adesione allo Stato di diritto offrono un mezzo duraturo di autentico cambiamento. Ma il popolo deve essere aiutato a capire questo aspetto". In tale ambito, un appello specifico viene rivolto “ai media ed alla società civile, affinché sostengano un programma educativo” a beneficio dell’intero Paese.

Un punto specifico del comunicato si sofferma, poi, sulla libertà di espressione e di informazione: nel Paese, infatti, sono al vaglio due disegni di legge al riguardo. Il primo è relativo alle modifiche del Nigerian Press Council (Npc - organismo che si occupa degli aspetti etici e degli standard di qualità giornalistici); il secondo riguarda la National Broadcasting Commission (Nbc - autorità di regolamentazione delle trasmissioni radiotelevisive). Entrambe le proposte sono ritenute molto restrittive, miranti ad “imbavagliare” sia i mass-media che i cittadini: tra gli elementi più controversi del ddl sull’Npc, infatti, ci sono una norma che prevede che il Ministro dell’informazione approvi un Codice nazionale della stampa per guidare la condotta dei media e l’introduzione una multa di oltre 10mila euro e/o una pena detentiva di due anni da comminare ai giornalisti per la diffusione di notizie false. Prevista anche la chiusura di una testata per un anno e un risarcimento fino a 40mila euro per la persona che si ritiene danneggiata dalle fake news. L’Npc potrà inoltre approvare o meno le domande per l’istituzione di nuove testate e concedere licenze di trasmissione, previa approvazione del Ministro. Per quanto riguarda la Nbc, invece, si propone il conferimento di un mandato per regolamentare i media online e i social media.

"Come abbiamo detto spesso in passato – scrivono i presuli – dichiariamo di nuovo che solo la verità può renderci liberi. Il tentativo dell'Assemblea nazionale di mettere a tacere la stampa e penalizzare i giornalisti è da respingere in toto. La Nigeria non deve permettere che questo accada!”. ”Riteniamo – continuano i vescovi - che la libertà di espressione sia un diritto umano fondamentale, garantito dalla Costituzione, e non può essere alienato da nessun governo, tanto meno in una democrazia. Per il bene della nostra democrazia, questo diritto, esercitato con responsabilità, deve essere protetto” e pertanto “chiediamo al governo nigeriano di imparare a non vedere le critiche come un attacco o un crimine".

Agli stessi cittadini, poi, i vescovi ricordano l’importanza di registrarsi per le votazioni, perché “solo questo garantisce il potere di esercitare i loro diritti per determinare chi li governa di volta in volta. Il nostro Paese ne trarrà grande beneficio". La popolazione è invitata anche a "fare tutto il possibile per aiutarsi a vicenda anche in questi tempi difficili e lavorare più assiduamente per creare una società migliore". Ma tali aiuti non dovranno essere solo “materiali”: i presuli sottolineano che “è altrettanto importante lottare per la giustizia, l’equità e la tutela dei diritti umani fondamentali”, perché la Nigeria “ha bisogno di una rinascita spirituale e morale che riporti i valori positivi comuni al posto giusto, nell’agenda politica”.

“Come leader religiosi – si legge infine nel comunicato – dichiariamo che una ristrutturazione politica ed economica senza una rinascita morale è destinata a fallire"; di qui, l’appello conclusivo ad un rilancio “della catechesi autentica a tutti i livelli della Chiesa". La nota congiunta, suddivisa in nove punti, è firmata dal presidente e del segretario della Provincia ecclesiastica di Ibadan, rispettivamente l'arcivescovo di Ibadan, Monsignor Gabriel 'Leke Abegunrin e il vescovo di Osogbo, Monsignor John Akin Oyejola.

Vatican News Service -IP

22 luglio 2021, 09:58