VNS – ZAMBIA Verso le elezioni. Appello vescovi ai politici: no a violenza e discorsi di odio

VNS – ZAMBIA Verso le elezioni. Appello vescovi ai politici: no a violenza e discorsi di odio

(VNS) - 21lug21 – “Facciamo appello a tutti i candidati politici affinché si astengano da atti di violenza e discorsi di odio, ma mostrino i motivi per cui dovrebbero essere eletti”: scrive così la Conferenza episcopale in Zambia (Zccb) in una nota diffusa il 16 luglio, al termine della sua Assemblea Plenaria, ed intitolata “Siate in pace gli uni con gli altri” (Mc 9,50). Il pensiero dei presuli è rivolto, in particolare, alle elezioni generali del prossimo 12 agosto, quando i cittadini aventi diritto saranno chiamati alle urne per scegliere il Capo dello Stato e i membri dell’Assemblea nazionale. Proprietà distrutte, rapimenti, spargimento di sangue, incitamento all’odio in nome delle divisioni etniche: sono questi i segnali preoccupanti che si registrano nel Paese africano e per i quali i presuli invocano una soluzione. Tali avvenimenti, infatti, “sono stati pensati per intimidire una parte della cittadinanza schierata per un partito, invece che per l’altro, spingendola a scegliere i propri rappresentanti sull’onda della paura”.

Al contrario, sottolinea la Zccb, i cittadini devono essere necessariamente “liberi di schierarsi a favore di un leader scelto da loro o di eleggere i candidati di loro preferenza, senza subire influenze indebite”. Al contempo, i presuli mettono in guardia contro chi istiga alla violenza politica, ribadendo che “tale tipo di contesa non dovrebbe equivalere ad un combattimento mortale in cui si perdono la vita o le proprietà, solo per il gusto di salire al potere”. Ciò che occorre, piuttosto, è che il confronto politico sia basato “su un programma di azione in favore della popolazione che, per la maggior parte, è povera”.

La Chiesa cattolica di Lusaka ricorda, poi, che il Paese è formato da persone che hanno “diversi percorsi di vita, diverse etnie, diverse lingue e diversi interessi”, ma che tutte insieme formano “un’unica nazione”, in “spirto di unità, come voluto dal padre della patria, Kenneth David Buchizya Kaunda”, primo Capo dello Stato dal 1964 al 1991. “Abbiamo vissuto come fratelli e sorelle in unità e amore – scrivono ancora i presuli – Allo stesso modo, come popolo, dobbiamo tenere in grande considerazione la sacralità inviolabile della vita umana”.

La Zccb ricorda, poi, che lo Zambia “è noto per essere un Paese amante della pace e un faro della riconciliazione in Africa” e che “le prossime elezioni non sono né le prime, né le ultime della storia nazionale, bensì un evento ricorrente”. Per questo, esse “non dovrebbero essere macchiate da spargimenti di sangue, perché c’è vita prima, durante e dopo le votazioni”. “Cerchiamo, pertanto, di essere premurosi e rispettosi gli uni degli altri – affermano i vescovi – Ogni vita è sacra e la vita di tutti è importante”. Un ulteriore appello viene rivolto ai cittadini affinché, “senza lasciarsi ingannare”, scelgano leader che siano “altruisti, timorosi di Dio e che abbiano a cuore l’interesse del popolo e della nazione”. Ribadendo, quindi, agli stessi vescovi l’importanza di “essere imparziali mentre si guidano i fedeli”, la Zccb aggiunge: “La leadership viene da Dio e attraverso le urne”.

A tutti gli attori politici, inoltre, la Chiesa rivolge l’appello a promuovere la pace durante il periodo elettorale, auspicando che ciascuno “si assuma la sua piena responsabilità e traduca questo impegno in realtà, così da avviare una coesistenza pacifica tra i membri dei diversi schieramenti e interessi politici, arrivando ad elezioni non violente". Guardando, poi, al difficile contesto provocato dalla pandemia da Covid-19 che, finora, in Zambia ha fatto registrare 188mila casi in totale ed oltre 3mila decessi, la Zccb invita i cittadini a “rispettare le linee-guida sanitarie per salvaguardare la vita propria e altrui dal coronavirus che ha devastato le comunità nazionali e internazionali”. La nota episcopale si conclude con la preghiera al Signore, affinché doni pace al Paese, “prima, durante e dopo le elezioni”.

Da ricordare che la riflessione dei vescovi arriva dopo quella del Consiglio nazionale per i laici cattolici (Znccl) che, nei giorni scorsi, ha esortato i fedeli laici ad essere “la luce del processo democratico”, invitandoli anche “ad essere parte integrante del percorso pre-elettorale”. “È giusto – è stato detto – che i laici cattolici siano in lizza anche per i seggi politici. In questo modo, infatti, essi potranno fare in modo che la Chiesa, come santificatore dei mali della società, sia ben rappresentata tra i dirigenti politici”.

A sfidarsi, il prossimo 12 agosto, saranno il Fronte patriotico (Patriotic front – Pf), guidato dal presidente Edgar Chagwa Lungu, che cerca la rielezione per un secondo mandato di cinque anni, e le varie opposizioni, tra le quali il principale antagonista è il Partito unito per lo sviluppo nazionale (United party for national development – Upnd), capitanato da Hakainde Hichilema. Ma le consultazioni si annunciano difficili: nelle ultime settimane, infatti, le tensioni tra i due schieramenti sono cresciute, mentre già il mese scorso la Commissione elettorale li aveva sospesi dalla campagna elettorale nella capitale e in altri tre distretti, a causa di atti violenti. Ulteriori divieti riguardano le campagne elettorali porta a porta che non possono essere condotte da gruppi superiori a tre persone.

D’altronde, lo Zambia non è nuovo a periodi elettorali critici: nel 2016, infatti, le votazioni presidenziali furono segnate da scontri, violenze e censure alla libertà di stampa, nonostante fossero le prime tripartite dopo l’introduzione del multipartitismo nel Paese, avvenuto solo nel 1991, al termine della lunga presidenza di Kaunda. Il 2020, inoltre, ha visto un acceso dibattito tra il Fronte Patriottico e le forze di opposizione che contestano all’esecutivo corruzione ed altre attività illecite, come traffico illegale di legname, appalti attribuiti con criteri sconosciuti, assegnazione di nuove concessioni minerarie a compagnie straniere e gestione poco trasparente dei fondi dello Stato. Duro anche il recente rapporto di Amnesty International per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani nella nazione tra il 2012 e il 2020. In particolare, sono risultate limitate la libertà di associazione, di manifestazione e di espressione, grazie al varo di speciali leggi, pensate per favorire esclusivamente il governo, a discapito dell’opposizione.

Vatican News Service – IP

21 luglio 2021, 12:32