VNS – ECUADOR Giustizia e pace: lo sport, forma concreta di lavoro di squadra

VNS – ECUADOR Giustizia e pace: lo sport, forma concreta di lavoro di squadra

(VNS) – 14lug21- “L'Ecuador è la nostra squadra. Se camminiamo insieme e uniti, elimineremo la discriminazione, la corruzione, l'ingiustizia; gli interessi personali e di gruppo saranno lasciati alle spalle e i più diseredati avranno la priorità”: scrive così la Commissione episcopale Giustizia e pace dell’Ecuador, in una nota che arriva a due giorni dall’inizio della 32.ma edizione dei Giochi Olimpici, in programma fino all’8 agosto a Tokyo, in Giappone. “Lo sport è un esempio di unità, incontro, solidarietà, fraternità, dialogo, sforzo, lavoro collettivo e individuale – si legge - è un esempio di forte disciplina, sogni, utopie, trionfi e sconfitte; un esempio di benessere, coordinazione, strategie e tattiche, di obiettivi e mete etiche”. In pratica, lo sport “sia fisicamente che spiritualmente, è un modo di vivere che ci permette di scoprire la grandezza del lavoro di squadra, la forza dell'unità e della collaborazione reciproca, l'efficacia della solidità e dell'autodisciplina”.

Non solo: Giustizia e pace sottolinea che le attività sportive sono anche “un formidabile campo di allenamento quotidiano” e richiedono “non solo capacità tecniche, ma anche preparazione e determinazione, pazienza e accettazione della sconfitta, spirito di squadra e volontà di lavorare con gli altri per essere felici e positivi”. Anche quelle discipline così dette “individuali”, infatti, “aiutano sempre ad unire le persone, a creare relazioni tra atleti che, pur provenendo da ambienti diversi, si uniscono e lottano per un obiettivo comune”. E questi due aspetti – “essere uniti ed avere un obiettivo comune” – sono particolarmente “importanti”, sottolinea la Commissione episcopale.

Forte, poi, il richiamo all’inclusione: “Quando pratichiamo uno sport di squadra – si sottolinea – nessuno viene lasciato fuori o viene escluso; nessuno se ne approfitta dell’altro; nessuno agisce con inganno o arroganza o abusa del suo ruolo, ma tutti sono disposti a camminare verso un unico obiettivo, cioè avere successo”. Ciò implica, prosegue la nota episcopale, anche “tendere la mano a coloro che hanno fallito o hanno commesso un errore; non denigrare coloro che non eccellono, ma trattarli alla pari”, perché “il lavoro di squadra significa sostegno e comprensione reciproca”.

“Nello sport, come nella vita, i grandi obiettivi si raggiungono insieme, in squadra – aggiungono i vescovi – e questo vale per ogni attività, situazione e circostanza umana”. L’individualismo, infatti, “impedisce lo sviluppo e costringe i popoli alla povertà, all’ingiustizia, alla guerra, alla corruzione, all’impunità”, provocando “con l’arroganza, la prepotenza e l’egoismo”, “un circolo vizioso che porta alla morte fisica e spirituale”. In questo senso, allora, rimarcano i presuli di Quito, lo sport può essere “una medicina contro l’individualismo delle nostre società, che spesso genera un ‘io’ isolato e triste, rendendoci incapace di giocare in squadra e di coltivare la passione per una buona idea”.

Fuor di metafora, la Commissione episcopale Giustizia e pace sottolinea che l’Ecuador “conosce la fatica, la stanchezza, la delusione; ma conosce e vive anche la speranza di dare il massimo ogni giorno per andare avanti, superare le paure, riconoscere i limiti e lottare verso una realtà più giusta e unita”. In questo senso, l’Ecuador è “una squadra”: perché “nessuno può vivere in pace finché c'è un ecuadoriano senza lavoro, senza casa, senza istruzione, senza accesso ai servizi di base”. Di qui, l’esortazione conclusiva di vescovi a lavorare insieme per raggiungere “una vita dignitosa per tutti”.

Vatican News Service – IP

21 luglio 2021, 09:37