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VNS – SUDAFRICA Violenze e saccheggi. Vescovi: no a spargimento di sangue, scegliere il dialogo

VNS – SUDAFRICA Violenze e saccheggi. Vescovi: no a spargimento di sangue, scegliere il dialogo

(VNS) – 14lug21 – È di almeno 72 morti e 1.200 arresti il tragico bilancio delle violenze che, negli ultimi giorni, hanno infiammato il Sudafrica. All’origine degli scontri, le proteste scatenatisi in seguito all’arresto dell’ex Capo dello Stato, Jacob Zuma, condannato a 15 mesi di carcere per oltraggio alla Corte, nell’ambito di un processo per corruzione. Numerosi anche i saccheggi avvenuti in negozi e centri commerciali, soprattutto nelle zone del Kwazulu-Natal e del Gauteng. Immediata la reazione della Conferenza episcopale nazionale (Sacbc) che, in una nota, invoca la fine di ogni tipo di violenza e il ritorno alla calma. Il rischio richiamato dai presuli, infatti, è quello di “una vera e propria anarchia, una spirale senza fine di violenza e un grave spargimento di sangue”, che si tradurrà “in una situazione sociale ed economica peggiore di quella in cui in cui ci troviamo attualmente”.

“Condanniamo con forza gli evidenti elementi criminali che stanno approfittando di questa situazione”, scrivono i vescovi, esortando tutti i responsabili degli atti di “vandalismo e di teppismo” a pensare al sostentamento delle persone alle quali “stanno distruggendo il posto di lavoro”. La preoccupazione della Chiesa sudafricana è anche per la pandemia da Covid-19 che, in queste condizioni, si propaga ancora di più, esponendo la nazione al pericolo di “un’infezione che sarà sempre più difficile affrontare”. Rivolgendosi, poi, a coloro che “incitano alla violenza e al saccheggio per fini politici”, la Sacbc chiede loro di “elevarsi al di sopra degli interessi di parte per proteggere la vita e preservare il bene comune” perché, come dimostra la storia del passato, “è stato il dialogo, e non la violenza” a portare ad un Sudafrica democratico. Questa, dunque, è la via da percorrere anche oggi, “uniti dall’amore per il Paese e dal desiderio di prosperità per tutti coloro che vi abitano e vi lavorano”.

I vescovi si dicono, inoltre, consapevoli “delle disuguaglianze sociali e delle difficoltà economiche” vissute dalle fasce più povere della popolazione: si tratta di “questioni che il governo, nel corso degli anni, non è riuscito ad affrontare in modo completo”. Con il risultato che “l’erba secca della povertà, dovuta alla mancanza di una leadership efficiente e a pratiche immorali nel mondo degli affari, è stata lasciata crescere per decenni ed ora si è incendiata”. Di qui, l’appello dei presuli ad un esecutivo che si ponga davvero “al servizio del popolo e delle imprese, permettendo così a tutti di partecipare in modo significativo al sistema economico” della nazione.

Al contempo, la Sacbc ripudia la pratica, che sembra ormai assodata nel Paese, di usare la violenza per ottenere ascolto e considerazione da parte delle istituzioni: “Abbiamo bisogno di un cambiamento di mentalità – si legge nella nota – di una conversione collettiva dei cuori e delle menti per capire che le proteste violente e la distruzione di proprietà non potranno mai essere una risposta giusta alle difficoltà e alle ingiustizie economiche”. “L’impegno costruttivo”, dunque, è lo strumento invocato dalla Chiesa sudafricana per risolvere la crisi nazionale; un impegno accompagnato dalla preghiera e dal desiderio di "cooperare, costruire e dialogare, perdonare, crescere, rispettare la sacralità della vita, la dignità e la libertà degli altri”.

Vatican News Service – IP

14 luglio 2021, 10:36