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VNS – CUBA Ideologia di genere nelle scuole. Appello vescovi: tutelare diritto dei genitori di scegliere educazione dei figli

VNS – CUBA Ideologia di genere nelle scuole. Appello vescovi: tutelare diritto dei genitori di scegliere educazione dei figli

(VNS) – 21giu21 – È la risoluzione 16/2021, approvata dal Ministero dell’Educazione di Cuba e intitolata “Programma di educazione globale sulla sessualità con un focus sul genere e sui diritti sessuali e riproduttivi nel sistema educativo nazionale” il focus del “Messaggio alle famiglie”, diffuso dalla Conferenza episcopale cubana (Cocc) al termine della sua Assemblea Plenaria straordinaria, svoltasi dal 14 al 18 giugno presso la Casa sacerdotale “San Juan Maria Vianney” a L’Avana. La risoluzione approvata, scrivono i vescovi, “ha generato innumerevoli dichiarazioni, preoccupazioni, opinioni e critiche da parte di genitori, individui e diverse confessioni religiose, che percepiscono con ragionevole timore, nel contenuto di questo documento, l'influenza della cosiddetta ‘ideologia gender’, che potrebbe stabilirsi nel nostro Paese, allontanandoci dalla nostra storia e tradizione culturale”.

In primo luogo, dunque, i vescovi ritengono necessario “informare la popolazione” su cosa sia “l'ideologia di genere”, con un linguaggio chiaro e semplice”, attuato “su un piano di parità” che sia “ampio e partecipativo” e attraverso “un dialogo rispettoso”, per “il bene della famiglia cubana”. Al contempo, la Cocc mette in guardia: “L’ideologia di genere – spiega – pretende di essere un sapere scientifico, ma in realtà è un sistema di pensiero chiuso; ritiene che le differenze tra uomini e donne non corrispondono a una natura costitutiva della persona umana, ma siano solo costruzioni culturali e convenzionali, fatte secondo i ruoli e gli stereotipi che ogni società ha assegnato ai sessi”. In base a ciò, essa insegna che “un essere umano, fin dalla più tenera età, può scegliere la propria identità sessuale, indipendentemente dal sesso biologico con cui è nato”.

Ma questa impostazione, notano i vescovi cubani, “svuota il fondamento antropologico della famiglia”, “porta a progetti educativi e direttive legislative che promuovono un'identità personale e un'intimità affettiva radicalmente staccata dalla diversità biologica tra uomo e donna” e comporta che “l'identità umana è determinata da una scelta individualistica, che cambia anche nel tempo”. Un atteggiamento “inquietante”, sottolineano ancora i presuli, che cerca di “imporsi come un pensiero unico che determina anche l’educazione dei bambini”, e che rischia di fare cadere l’uomo nel “peccato di pretendere di sostituirsi al Creatore”. “Siamo creature, non siamo onnipotenti – incalzano i presuli - Ciò che è creato ci precede e deve essere ricevuto come un dono. Siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e questo significa prima di tutto accettarla e rispettarla così come è stata creata".

La Cocc afferma, quindi che “è necessario e indispensabile” “riconoscere e rispettare il diritto primario e non trasferibile dei genitori all'educazione dei propri figli”, soprattutto “nelle forme di partecipazione riguardanti il funzionamento delle scuole e la formulazione e attuazione della politica educativa”. Al contempo, si sottolinea che “l’educazione sessuale dovrebbe essere fornita sotto la tutela dei genitori, poiché è una loro responsabilità” e “un loro dovere”, senza che “altri li sostituiscano in questo obbligo” di “poter scegliere per i loro figli lo stile pedagogico, i contenuti etici e civili e l'ispirazione religiosa con cui vogliono educarli”.

Alla luce di tutto questo, i presuli chiedono che la risoluzione 16/2021 “sia riconsiderata, perché non tiene sufficientemente conto del diritto dei genitori nell'educazione sessuale dei loro figli e perché l’ideologia di genere ha gravi conseguenze, nella formazione della personalità di bambini, adolescenti e giovani”. “Le nuove generazioni non devono essere esposte a una concezione della sessualità che non è convalidata dalla scienza”, affermano ancora i presuli, perché il rischio è anche quello di provocare “un inevitabile conflitto di coscienza” in chi è desideroso di “partecipare al processo educativo”, ma viene “sottoposto a insegnamenti che contraddicono le sue convinzioni più profonde”. Al contrario, “spetta a tutti, ma soprattutto ai genitori, promuovere e testimoniare la bellezza e la gioia del matrimonio creato e voluto da Dio”, anche andando “contro corrente”.

Il messaggio della Cocc alle famiglie affronta poi altri temi: in primo luogo, contiene un ringraziamento a genitori, figli, coniugi, anziani, vicini di casa, colleghi di lavoro che si prendono cura dei nuclei familiari in difficoltà. In secondo luogo, esprime apprezzamento per tutte quelle leggi nazionali che tutelano la famiglia, come quelle relative alle agevolazioni per la maternità, alle vaccinazioni infantili e al welfare per la terza età. Nonostante queste luci, però, i vescovi elencano anche molte ombre che si addensano sulle famiglie cubane: la difficoltà di reperire il cibo quotidiano, la scarsità di medicinali, il rincaro dei prezzi, i salari bassi, l’aumento delle migrazioni giovanili, l’incremento dei divorzi e di “una mentalità anti-natalista”, la crescita della popolazione carceraria e la carenza degli alloggi. Tutti problemi nei quali i vescovi si dicono “coinvolti” per cercarne “la soluzione più efficace”.

Infine, guardando al contesto della pandemia da Covid-19, che nel Paese ha provocato 168mila casi e più di mille decessi, la Cocc manifesta “vicinanza e preghiera” a tutte le vittime e alle loro famiglie, ai malati, agli operatori sanitari, agli scienziati e ai ricercatori che “lavorano per trovare un rimedio”. “Preghiamo anche - conclude il messaggio episcopale - che, nel cuore della grande famiglia cubana, il rispetto, l'ascolto reciproco e l'amicizia sociale possano sempre prevalere su ogni forma di intolleranza e violenza”.

Oltre al focus sulla famiglia, l’agenda della Plenaria ha affrontato anche altre questioni, tra cui la formazione dei sacerdoti e dei diaconi permanenti, e il Sinodo generale che si terrà in Vaticano nel 2023 e che, secondo la recente riforma approvata da Papa Francesco, partirà “dal basso”, ovvero dalle Chiese locali. Un cammino al quale la Cocc guarda “con speranza”, affinché sia “un vero momento di rinascita e di rinnovamento della vita ecclesiale delle nostre comunità, così lacerate dalla pandemia”.


Vatican News Service – IP

21 giugno 2021, 09:30