VNS – FRANCIA 20 e 27 giugno, elezioni dipartimentali e regionali. Vescovi: no astensionismo, votare per il bene comune

VNS – FRANCIA 20 e 27 giugno, elezioni dipartimentali e regionali. Vescovi: no astensionismo, votare per il bene comune

(VNS) – 18giu21 – È l’astensionismo lo spettro più paventato, in Francia, per le elezioni dipartimentali e regionali in programma per il 20 e il 27 giugno. Astensionismo che ritorna anche in diversi messaggi diffusi dai vescovi in vista della tornata elettorale. La Commissione episcopale Giustizia e pace, ad esempio, attraverso le parole di un suo membro, André Talbot, sottolinea che “le prossime votazioni si trovano di fronte a due handicap: il primo è che i cittadini hanno la mente altrove, tra le preoccupazioni legate alla salute e il desiderio di tornare ad una vita normale”, dopo la pandemia da Covid-19; il secondo è “l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali”, previste per il 2022, che interessano molto di più il Paese.

Eppure, ricorda Talbot, i dipartimenti e le regioni hanno compiti importanti: i primi “sono incaricati dell’azione sociale nei confronti delle popolazioni più fragili”, mentre le seconde “sono responsabili della formazione e dell’ambiente”. Quindi, “c’è molto di cui parlare con i candidati locali!”. Per questo, il membro della Commissione giustizia e pace esorta a non cedere all’astensionismo, perché “il disinteresse per le urne indebolisce la vita democratica”. Al contrario, “facilitare il processo democratico è anche un modo per resistere all’eccessiva personalizzazione dell’azione politica”, tutelando così il bene comune.

Sulla stessa linea si pone l’Arcivescovo di Strasburgo, Monsignor Luc Ravel che, in una nota, ricorda: “Il voto è un diritto e un dovere per i cristiani, che appartengono a una società umana. Astenersi dall'esercitarlo, quindi, significa venire meno a questo dovere e mettere in pericolo la democrazia, che funziona solo se il popolo esprime regolarmente e in massa le proprie convinzioni e scelte”. Al contempo, il presule sottolinea che “il voto deve essere dato secondo coscienze e non secondo le emozioni del momento, influenzate dall’attualità o dal sentito dire”. Di qui, l’invito ai cristiani a “prendersi il proprio tempo per chiedersi, anche nella preghiera, quale candidato o quale partito possa agire meglio per il bene comune, al di là degli interessi di parte”.

Si concentra, invece, sulla fraternità l’Arcivescovo di Cambrai, Monsignor Vincent Dollman, il quale afferma: “Bisogna osare una società fraterna”, rinnovando la fiducia in Cristo, Colui che “rende fruttuosi i nostri impegni, anche i più umili e quotidiani”. “Come cittadini – aggiunge – dobbiamo cogliere l’opportunità di eleggere i nostri rappresentanti dipartimentali e regionali”. Di qui, l’invito a “non disertare i seggi”, bensì a sfidare i candidati a mantenere il legame tra la società francese e “i punti di riferimento del Vangelo e della tradizione della Chiesa”, ovvero “il rispetto incondizionato della vita, l’aiuto ai poveri e agli stranieri e la salvaguardia del Creato”.  

Alle parole del presule fanno eco quelle di Claudine Lanoë, delegata per la Pastorale dei migranti all’interno della diocesi di Cambrai, la quale scrive: “La crisi causata dalla pandemia ci espone alla tentazione di ripiegarci su noi stessi”, quando invece “la vocazione di ogni battezzato è di essere aperto all'incontro con l'altro”. “Osiamo vivere pienamente questa fraternità aperta, insieme, alla luce della parabola del Buon Samaritano – aggiunge la donna, sulla scia dell’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale” -  Essa, infatti, ci invita a ravvivare la nostra vocazione di cittadini dei nostri rispettivi Paesi e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale", perché "con le sue azioni, il Buon Samaritano ha mostrato che l'esistenza di tutti noi è profondamente legata a quella degli altri; la vita non è un tempo che passa, ma un tempo di incontro”.

Vatican News Service – IP

18 giugno 2021, 16:25