VNS - LIBANO A meno di un anno dall’esplosione a Beirut, riapre la Chiesa di San Giuseppe riparata con l’aiuto di ACS

VNS - LIBANO A meno di un anno dall’esplosione a Beirut, riapre la Chiesa di San Giuseppe riparata con l’aiuto di ACS

(VNS), 18giu21 - Era stata gravemente danneggiata dalla terribile doppia esplosione del 4 agosto 2020 nel porto di Beirut che l’aveva resa inagibile. Nel prossimo mese di luglio, la storica Chiesa gesuita di San Giuseppe nel cuore della capitale libanese dovrebbe riaprire i battenti. Grazie al sostegno finanziario della fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), in meno di dodici mesi l’edificio è stato quasi interamente restaurato.

"La fornitura e l'installazione delle nuove porte in legno saranno completate entro la fine della prossima settimana", ha dichiarato ad ACS. Quasi finiti anche i lavori di ritinteggiatura e di reinstallazione dell’impianto elettrico, mentre a breve dovrebbe iniziare la posa del controsoffitto.

A sovrintendere ai lavori di restauro l’ingegnere Farid Hakimé: "La maggior parte delle finestre e delle porte in legno sono state distrutte, anche il tetto a falde è stato gravemente danneggiato", spiega. "Si potevano vedere molte crepe sul soffitto e in molti altri punti” Altri danni hanno riguardato la struttura in legno originale squarciata dall'esplosione, il controsoffitto e il sistema di illuminazione, nonché la il supporto in legno che sostiene il tetto che ha perso la maggior parte delle sue tegole.

Costruita nel 1875 nel quartiere residenziale di Achrafieh, in concomitanza con l’Università gesuita di Saint-Joseph, la Chiesa di San Giuseppe serve diverse comunità e ospita Messe in francese, inglese e arabo in rito maronita. La sua riparazione, il cui costo complessivo ammonta a 400mila dollari, sarebbe stata impossibile senza l’aiuto finanziario di ACS che dalla tragica esplosione del 4 agosto ha stanziato un totale di 6 milioni di dollari per gli aiuti di emergenza alla popolazione, ma anche per riparare le chiese danneggiate nel quartiere cristiano della città.

La deflagrazione, provocata dalla detonazione di 2.750 tonnellate di nitrato d'ammonio stoccate in un deposito nel porto, aveva causato 200 vittime, migliaia di feriti e 300mila sfollati, mettendo in ginocchio un Paese già ridotto allo stremo dalla crisi socio-economica, dalla presenza di migliaia di profughi siriani fuggiti dalla Siria in guerra, dalla pandemia del Covid-19 e dallo stallo istituzionale e politico dal quale non è ancora uscito.

Vatican News Service - LZ

18 giugno 2021, 12:38