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VNS – GERMANIA Migranti. Vescovi: no a rimpatri forzati di fronte a evidenti violazioni dei diritti umani

VNS – GERMANIA Migranti. Vescovi: no a rimpatri forzati di fronte a evidenti violazioni dei diritti umani

(VNS) – 15giu21 – “Il ritorno dei rifugiati nel loro Paese d'origine deve sempre avvenire in sicurezza e dignità”: lo affermano il presidente ad interim della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), Monsignor Dominicus Meier, e il presidente della Caritas tedesca, padre Peter Neher, in vista della 214.ma riunione della Conferenza permanente dei Ministri e senatori dell'Interno dei Länder, in programma dal 16 al 18 giugno 2021. "La gente non deve essere messa in pericolo da gravi violazioni dei diritti umani”, affermano in una nota i due rappresentanti ecclesiali, sottolineando che “soprattutto in Afghanistan e in Siria” non è attualmente possibile rientrare in sicurezza e quindi “nessuno dovrebbe essere rimandato in questi Paesi".

Soffermandosi sull’Afghanistan, Monsignor Meier e padre Neher evidenziano come “la situazione della sicurezza sia sempre più precaria” e sempre “più fragile”, anche a causa del  “ritiro delle truppe Nato”. I rimpatri, quindi, “devono essere sospesi”, anche perché è in aumento il numero delle vittime civili, a causa dell’incremento degli attacchi dei talebani, e mancano sempre più le forme di sostentamento. Di conseguenza, i rimpatri in questa nazione “sono incompatibili con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo”.

Quanto alla Siria, la nota sottolinea che “la situazione politica e umanitaria non permette rimpatri, indipendentemente dai motivi”, perché “la guerra civile non è ancora finita, circa l'80-90 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e si stima che 13 milioni di persone dipendano dagli aiuti umanitari”. Inoltre, “tutti i rimpatriati sono minacciati di trattamenti inumani e degradanti, compresa la tortura”.

Guardando, poi, alla pandemia da Covid-19, la Chiesa cattolica tedesca evidenzia come essa finisca per “complicare la situazione delle persone che affrontano i rimpatri in tutto il mondo”, anche perché le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria “stanno rendendo quasi impossibile, per molte nazioni, sviluppare il mercato del lavoro locale”, nonché usufruire della sanità pubblica, “mal equipaggiata per fronteggiare la pandemia”. “In queste condizioni, dunque, i rimpatri sono un atto di irresponsabilità”, conclude la nota.

Vatican News Service – IP

15 giugno 2021, 09:48