VNS - AFRICA Webinario del Jcam sulla lotta agli abusi sui minori: rompere la cultura del silenzio in Africa

VNS - AFRICA Webinario del Jcam sulla lotta agli abusi sui minori: rompere la cultura del silenzio in Africa

(VNS), 3amg21 - Rompere la cultura del silenzio sugli abusi contro i minori in Africa. Questa la parola d’ordine scaturita da un seminario on-line organizzato nei giorni scorsi dalla Conferenza dei Gesuiti dell'Africa e del Madagascar (Jcam) con l’obiettivo promuovere anche nel continente africano le buone pratiche per la salvaguardia dei bambini e delle persone vulnerabili come chiesto da Papa Francesco. 

Intitolato "Il bambino africano: promuovere una cultura coerente di protezione, cura e salvaguardia nella Chiesa e nella società", il webinario ha visto la partecipazione professionisti, esperti, teologi e studiosi che si sono confrontati sulle sfide poste alla Chiesa, alla famiglia e alle società africane dagli abusi sessuali su bambini e adulti vulnerabili e i compiti a cui essi sono chiamati per contrastare questa piaga.

L'evento ha offerto un’occasione per confrontarsi su come la comunità cristiana, i leader e gli agenti pastorali possano affrontare il fenomeno nel contesto africano. Un fenomeno favorito in passato proprio dall’omertà che tanto male ha fatto alla Chiesa e alla società. Lo ha evidenziato padre Lawrence Daka SJ, rettore del St. Ignatius College Chishawasha nell’arcidiocesi di Harare, in Zimbabwe, intervenuto con una relazione sul tema della responsabilità e della trasparenza.   “Questa omertà è emblematica e sintomatica delle tante sfide che hanno funestato e offuscato l’impegno che si richiede a leader responsabili, trasparenti e affidabili nella Chiesa e nella società in generale”, ha affermato il sacerdote, osservando come essa sia radicata in diversi ambiti della società africana, comprese le istituzioni, le tradizioni locali, ma anche nelle famiglie che hanno la loro parte di responsabilità.

Secondo padre Daka, rompere la cultura del silenzio è possibile a condizione che “adulti e leader delle comunità tradizionali parlino la stessa lingua della Chiesa e dei leader della società civile". I leader della Chiesa e della società "non possono stare a guardare”, ma “devono creare le condizioni necessarie perché le vittime escano dal loro silenzio", ha rimarcato.

Al contempo, padre Daka ha evidenziato che per voltare pagina la Chiesa ha bisogno di una nuova leadership “che non abbia paura di affrontare le sue ferite, ma che permetta alla grazia di Dio di trasformarla”. Ricordando come nel Motu proprio  “Vos estis lux mundi” Papa Francesco abbia reso la obbligatoria la denuncia degli abusi, ma anche le eventuali omissioni e coperture nella gestione dei casi, il sacerdote gesuita ha sottolineato l’esigenza di una leadership ecclesiale “più collaborativa”: “C’è urgente bisogno di una conversione e riorganizzazione della Chiesa che porti alla guarigione e restituisca dignità alla vita di ogni bambino” e  qualsiasi confronto al suo interno “non dovrebbe escludere il tema della salvaguardia dei minori”, ha concluso.

Con un focus sugli abusi commessi da esponenti del clero, la piaga della pedofilia è stata analizzata dai partecipanti con quattro lenti critiche: la giustizia per le vittime e i sopravvissuti; la prevenzione degli abusi sessuali su minori e persone vulnerabili; i fattori strutturali che li favoriscono e quindi la riorganizzazione delle strutture ecclesiali e sociali per garantire giustizia alle stesse vittime e assicurare la prevenzione. Le relazioni presentate saranno pubblicate in un volume che verrà messo a disposizione per ulteriori ricerche, studi e corsi di formazione.

Vaticvan News Service - LZ

03 maggio 2021, 20:31