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VNS – NIGERIA Ddl anti-discriminazione religiosa: perplessità dei leader cristiani

VNS – NIGERIA Ddl anti-discriminazione religiosa: perplessità dei leader cristiani

(VNS) – 15apr21 – Fa discutere, in Nigeria, il progetto di legge anti-discriminazione religiosa (Religious Discrimination, Prohibition, Prevention Bill 2021) presentato all’Assemblea nazionale: i suoi promotori, infatti, lo ritengono uno strumento necessario per far rispettare le disposizioni sulla libertà religiosa e la tolleranza sancite dalla Costituzione nazionale. I leader cristiani, invece, lo vedono come un attacco alle loro istituzioni ed un tentativo di legalizzare l’uso del velo islamico (hijab) nelle scuole cristiane. La sezione 4 (1) (b) del disegno normativo afferma, infatti, che una persona non può essere discriminata "sulla base di una caratteristica che si presume abbiano o manifestino coloro che hanno o si impegnano nel credo o nell'attività religiosa, il che può includere l'indossare l'hijab”. In particolare, l’Associazione cristiana della Nigeria (Can) sottolinea che, poiché nel Paese alle donne musulmane non è affatto negato il diritto di indossare il velo, il ddl non ha alcun motivo d’essere, se non quello di imporre l’obbligo di tale copricapo anche nelle istituzioni cristiane. Il che contribuirebbe ad aggravare le tensioni interreligiose nel Paese.

"Il progetto di legge sembra concentrarsi principalmente sull'hijab anche nelle scuole– afferma la Can - E ciò crea un problema, perché finisce per minare la libertà religiosa, risultando eccessivo”. “Il ddl – continua la Can – potrebbe generare crisi su crisi, finendo per imporre la discriminazione, invece di combatterla; per questo, non deve essere discusso dall’Assemblea nazionale, ma deve essere ritirato perché, al di là delle buone intenzioni dei suoi promotori, finirebbe per creare nuovi problemi, non di risolverli”.

Da ricordare che a febbraio, nello Stato nigeriano del Kwara, il governo federale ha chiuso a tempo indeterminato, adducendo “motivi di sicurezza”, dieci scuole sovvenzionate da enti religiosi. All’origine della chiusura, il divieto di indossare il velo islamico rivolto alle studentesse iscritte presso tali istituti. I musulmani hanno rivendicato il diritto all’hijab, appellandosi alla Costituzione che ne consente l’uso, mentre gli enti cristiani hanno chiesto il rispetto “dell’impostazione religiosa” di queste scuole.

Il caso è finito sul tavolo del governo locale che il 4 marzo ha definitivamente riconosciuto e approvato il diritto delle studentesse musulmane di indossare il velo ed ha chiesto al Ministero dell’istruzione di stabilirne un modello unico che serva da uniforme per tutti gli istituti formativi. La decisione è stata respinta dai cristiani che l’hanno definita “discriminante” ed hanno denunciato come “illegale” l’imposizione del velo nelle loro scuole, invocando “il rispetto della cultura religiosa”.

Vatican News Service – IP

 

15 aprile 2021, 11:33