Cerca

VNS – COSTA D’AVORIO Giustizia e pace al governo: clemenza per carcerati in detenzione preventiva

VNS – COSTA D’AVORIO Giustizia e pace al governo: clemenza per carcerati in detenzione preventiva

(VNS) – 15apr21 – È “un atto di clemenza e di misericordia, in nome della dignità umana” quello richiesto dalla Commissione episcopale Giustizia, pace e ambiente della Costa d’Avorio alle autorità nazionali: concedere la grazia ai detenuti che si trovano in custodia cautelare in carcere. L’appello è stato lanciato l’11 aprile, domenica della Divina Misericordia, nonché Giornata nazionale dei detenuti. Salutando “tutti gli sforzi, le iniziative e le azioni realizzate recentemente nel Paese dalle autorità politiche e religiose per la pacificazione sociale”, con un messaggio la Chiesa cattolica chiede tuttavia a tutte le parti in causa di “affrontare le condizioni di vita nelle carceri e negli istituti di pena”, nella maggior parte dei quali “si patisce un preoccupante sovraffollamento”.

Tale difficile situazione, inoltre, sottolinea il messaggio, si è purtroppo generalizzata in tutto il Paese, a causa delle numerose crisi politiche che portano ad arresti e condanne. Il 31 ottobre 2020, infatti, si sono infatti tenute le elezioni presidenziali, precedute e seguite da tensioni e violenti scontri che hanno causato decine di morti e feriti, nonché ingenti danni materiali. Ma negli ultimi venti anni, la nazione africana ha visto anche due conflitti civili, tra il 2002 e 2003 e tra il 2010 e il 2011.

Un caso emblematico, continua la Commissione episcopale, è quello della “Casa di detenzione di Abidjan, la cui capacità originaria è pari a 2mila detenuti e che, invece, ora ne vede oltre 7mila”. Situazioni simili si riscontrano nelle carceri di Daloa, Man, Soubré e Bondoukou, con il risultato di “minare gravemente la dignità della persona umana, che invece va preservata in ogni momento e in ogni circostanza”. Non solo: la Chiesa cattolica di Abidjan sottolinea che in quasi tutte le prigioni nazionali “mancano strutture di formazione e apprendistato, destinate ad aiutare i detenuti a reintegrarsi nella società dopo il loro rilascio”. In quanto “partner spirituale e sociale dello Stato”, dunque, la Chiesa desidera “partecipare maggiormente alle attività che creano condizioni di vita dignitosa per i nostri fratelli e sorelle in carcere”.

Rivolgendosi, poi, ai detenuti stessi, i vescovi li esortano “alla conversione e al pentimento”, sull’esempio del “figliol prodigo, colui che ha preso coscienza del suo peccato ed è tornato a casa, da suo padre, libero dall’odio e dallo spirito di vendetta, e nutrito della virtù dell’amore e del perdono”. Al contempo, i presuli chiedono misericordia “per i fratelli e le sorelle ai quali gli atti criminali dei detenuti hanno causato dolore”. Infine, la Commissione episcopale Giustizia, pace e ambiente sottolinea l’urgenza pastorale che ciascun cittadino del Paese si liberi dalle “prigioni spirituali e psicologiche” della vendetta, della violenza e dell’orgoglio che “avvelenano la vita sociale e politica” dell’intera nazione.

Vatican News Service – IP

15 aprile 2021, 10:28