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VNS – PORTOGALLO 200° Plenaria vescovi: appello a responsabilità e solidarietà in tempo di pandemia

VNS – PORTOGALLO 200° Plenaria vescovi: appello a responsabilità e solidarietà in tempo di pandemia

(VNS) – 14apr21 – Il dramma della pandemia da Covid-19, la questione dell’eutanasia, la solidarietà con i Paesi in difficoltà ed il rinnovamento missionario della Chiesa: sono stati questi i quattro assi cardinali della prolusione di Monsignor José Ornelas Carvalho, presidente della Conferenza episcopale del Portogallo (Cep), che nel pomeriggio del 12 aprile ha aperto la 200.ma Assemblea plenaria dei vescovi. La riunione, in corso fino al 15 aprile, si svolge in parte in presenza, presso la Casa della Madonna Addolorata del Santuario di Fatima, e in parte in modalità virtuale sulla piattaforma Zoom. In primo luogo, dunque, il presule ha ribadito la sua preoccupazione per la situazione pandemica del Paese che, “pur offrendo prospettive di miglioramento”, richiede ancora misure specifiche “per dare sostanza a queste speranze”. Ad oggi, infatti, in Portogallo l’emergenza sanitaria ha provocato 828mila contagi in totale e quasi 17mila decessi. Per questo, la Chiesa cattolica nazionale “promuove la responsabilità, la solidarietà e la speranza, vicino ai più colpiti da questa crisi mondiale, in dialogo con le autorità competenti e fedele al Vangelo, soprattutto in situazioni di maggiore sofferenza e fragilità”.

In quest’ottica, la decisione dei vescovi di rinunciare alle celebrazioni con concorso di popolo “è stata dolorosa, ma ponderata”, perché rispettosa dell’impegno della Chiesa “in favore della vita e della prevenzione dei contagi, nonché in solidarietà con chi si è donato, con dedizione, ai più colpiti dalla pandemia”. Tra questi, Monsignor Carvalho ha citato “i senzatetto, i disoccupati e gli immigrati, così come i settori economici e culturali”, ma ha anche ricordato “gli sforzi delle istituzioni pubbliche e private per aiutare i bisognosi”: ospedali, case-famiglia, residenze per anziani, nonché “il prezioso contributo delle comunità ecclesiali nel fornire assistenza a chi è privo dei beni essenziali”. Purtroppo, “la pandemia non è finita – ha aggiunto il presule – Certamente i vaccini rappresentano una speranza per una normalizzazione della vita sociale ed economica”, purché siano davvero “un fattore di coesione e di progresso reale, e non finiscano per esacerbare le discrepanze tra i popoli e i Paesi con maggiore o minore potere economico”.

Il secondo tema affrontato dal presule è stato poi quello dell’eutanasia: recentemente, infatti, l’Alta Corte nazionale ha bollato come “incostituzionale” la recente legge sulla così detta “dolce morte” approvata dall’Assemblea della Repubblica. Fortemente osteggiata dalla Cep, la normativa è stata definita dai giudici “anti-costituzionale” perché troppo indeterminata quando fa riferimento a “sofferenza intollerabile” e “lesione definitiva di estrema gravità”, ovvero alle prerogative per accedere all’eutanasia e al suicidio assistito, senza conseguenze penali. “Nello stesso modo con cui facciamo ogni sforzo per superare la crisi e la sofferenza di Covid-19 – ha ribadito il presidente dei vescovi portoghesi - possiamo e dobbiamo porre uguale sollecitudine alla scienza, alle persone e agli strumenti non per aiutare a porre fine alla vita, ma per renderla possibile, con la qualità, l'affetto e la dignità propri di ogni sua fase”.

Poi, lo sguardo del presule è andato ai tanti Paesi del mondo che stanno vivendo ulteriori crisi, come l’Indonesia e Timor Est alle prese con forti alluvioni, o il Mozambico, colpito da un lungo conflitto soprattutto nella Provincia di Cabo Delgado. Tutte situazioni che i vescovi portoghesi seguono da vicino, “contribuendo con l’aiuto delle diocesi e di altre istituzioni per alleviare gli effetti drammatici della crisi umanitaria” in atto. Al contempo, il governo di Lisbona, l’Unione Europea e la comunità internazionale sono stati esortati dalla Cep alla collaborazione, affinché “si trovino i mezzi per aiutare le popolazioni e garantire condizioni di pace e di sicurezza”.

Infine, soffermandosi sulla missione della Chiesa, Monsignor Carvalho ha ribadito quanto sia necessario, oggi più che mai, il suo compito di dare il via ad “una realtà più umana e più ispirata al progetto che il Vangelo ci presenta per il mondo ferito in cui ci troviamo”. In questo senso, la pandemia ha contribuito a dare risalto “alla creatività dei gruppi di laici attivamente impegnati nella ricerca di nuovi percorsi per la vita della Chiesa, nei suoi servizi di formazione, catechesi, aiuto solidale e missione”. Non solo: l'uso dei nuovi mezzi di comunicazione, necessari a colmare il distanziamento sociale anti-contagio, ha permesso il prosieguo della missione essenziale della Chiesa, che è “quella di essere la presenza di Dio nella vita delle persone e della società, a partire dalla Parola, con i vincoli della comunione e della condivisione fraterna”. La “corresponsabilità tra movimenti laici e diaconi, sacerdoti e vescovi” è stata quindi invocata dal presule come “via per il futuro”.

A tal proposito, all’esame della 200.ma Plenaria ci sono due documenti: uno sul diaconato permanente e l’altro sui ministeri laicali nella Chiesa. Entrambi non vogliono essere “contributi isolati – ha concluso il presidente della Cep – ma mirano ad esprimere un modo nuovo di pensare l'essere della Chiesa come comunione e missione, basato sull'articolazione di tutti i carismi che lo Spirito le concede, per provvedere alla sua crescita ed essere sale e lievito per la trasformazione della società, attraverso l'annuncio credibile del Regno di Dio”. Tra gli altri temi in agenda dell’Assemblea, infine, anche i preparativi per la Giornata mondiale della gioventù in programma a Lisbona nel 2023.

Vatican News Service – IP

14 aprile 2021, 10:58