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Oltre mille morti sul lavoro nel 2022 in Italia Oltre mille morti sul lavoro nel 2022 in Italia  

Lavoro, Vaticano e Italia insieme per la tutela della dignità dei lavoratori

Questa mattina, 6 giugno, un incontro organizzato dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Suor Raffaella Petrini, segretario generale, ha ripercorso il contributo dei Papi su una materia che merita attenzione e applicazione normativa. Il procuratore aggiunto di Roma, Conzo, ha insistito sullo sfruttamento di tanti vulnerabili e incoraggiato a mettere in pratica ogni strumento legislativo per ridurre a zero il fenomeno: "Si può fare"

Antonella Palermo - Città del Vaticano

Di fronte alle oltre mille vittime sul lavoro registrate ogni anno in Italia non si può abbassare l'asticella della formazione sulla valutazione dei rischi e dei controlli. Lo hanno ribadito questa mattina i partecipanti a un incontro sul tema organizzato presso i Musei Vaticani dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano: suor Raffaella Petrini, segretario generale, Giovanni Conzo, Procuratore aggiunto di Roma, le ispettrici Viviana e Barbara Todini, e poi Tommaso Marrone, del Servizio sicurezza sul lavoro in Vaticano e Paolo De Angelis, capo dei Vigili del Fuoco in Vaticano. L'incontro è stato moderato dall'architetto Pier Paolo Di Mattia, responsabile del Servizio per la sicurezza e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro in Vaticano.

Petrini: i Papi e la tutela della dignità del lavoro

Il tema della sicurezza sul lavoro è essenziale per qualsiasi organizzazione che vuole perseguire un modello di lavoro sostenibile, e oggi, alle soglie di quella che alcuni studiosi identificano come quarta rivoluzione industriale, assume una natura planetaria. Così ha esordito Suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che ha passato in rassegna i principali documenti dei magisteri pontifici i quali hanno affrontato l’argomento in modo esplicito: dalla Rerum novarum di Leone XIII alla Laudato si’ di Francesco. Partendo dal presupposto che il lavoro impatta non solo a livello economico ma anche a livello esistenziale, la religiosa ha ricordato quanto San Giovanni Paolo II sottolineava nella Laborem Exercens: il lavoro non è solo un bene utile, da fruire, ma un bene degno, che esprime la dignità e la accresce. Citando ancora quel documento, Petrini precisa che "grazie al lavoro, l’uomo diventa più uomo". Ci ha tenuto inoltre a rimarcare la dimensione soggettiva nell’attività lavorativa, dove appunto l'uomo resta soggetto. Si tratta di un ambito di riflessione che si ritrova anche in Caritas in veritate, di Benedetto XVI, il quale scriveva che il primo capitale da salvaguardare è proprio l’uomo.

L'incontro "Tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro per migliorare la dinigtà dell'uomo"
L'incontro "Tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro per migliorare la dinigtà dell'uomo"

Papa Francesco, in piena continuità con i predecessori, afferma che il lavoro non è solo una necessità ma è parte integrante del senso della vita delle persone. A questo proposito, suor Raffaella ha fatto riferimento al discorso dell'attuale pontefice all’ANCE: qui venivano poste in relazione etica, legalità e sicurezza, e veniva ribadito che la sicurezza non è un costo ma una conditio sine qua non di ogni comunità di lavoro, "un punto cruciale - ha insistito la segretaria generale - su cui il Papa è tornato più volte" perché è da "difendere oltre la mera logica del profitto e per garantire non solo l’integrità della persona ma anche, di riflesso, una economia del bene comune, a servizio della pace". Il concetto di salute, infatti, si estende alla natura psicologica e spirituale della persona, e in questo senso ha ripercussioni sul benessere dell'intera società. Infine, suor Petrini ha citato pure l’obiettivo n.8 dell’Agenda 2030 (incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti) laddove, legato al concetto di integrità del lavoratore, c'è quello della corresponsabilità per migliorare l’ambiente.

Conzo: il caporalato è la vera emergenza in Italia

Giovanni Conzo, procuratore aggiunto di Roma, sottolinea che è possibile sconfiggere la piaga delle morti sul lavoro, l'importante è adottare una prevenzione serrata e applicare tutti gli strumenti previsti dalla legislazione in materia di sicurezza. Conzo richiama alcuni principi fondamentali della Costituzione, in particolare il n. 41 (in cui si afferma che l'attività economica non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana). Si compiace che il Vaticano manifesti di avere così a cuore il tema e indica un dato per tutti: nel 2021 ci sono stati 1221 morti sul lavoro. L'ambito su cui il Procuratore insiste e chiede di insistere molto è inevitabilmente quello del caporalato, su cui lamenta ci sono poche indagini, e poche sentenze. "Il reato di caporalato è la vera emergenza in Italia oggi", scandisce, precisando che è lo stato di bisogno del lavoratore ad essere sfruttato, ovvero la condizione di vulnerabilità della vittima che non può far altro che accettare una proposta che di fatto è un abuso. Il fenomeno della tratta degli esseri umani è intimamente connesso: essenziale, anche qui, l’applicazione di tutti gli strumenti a disposizione, compreso quello di confisca dei beni dell’imprenditore nella certezza che saranno destinati al fondo anti-tratta a beneficio di chi è stato sfruttato. 

"La vera sfida è mettere le persone in condizione di dare il meglio di se stesse - spiega ancora Conzo - così si offre una risposta utile alla collettività. In quest'ottica 'leader' è chi conduce, colui che serve la struttura". E osserva che il concetto di ‘benessere organizzativo’ dovrebbe essere valorizzato e fatto conoscere di più. Poi accenna ad alcuni elementi di non così comune conoscenza: dal fatto che, in una fase preventiva rispetto all’attività del magistrato, si può sospendere l’attività imprenditoriale laddove ci siano rischi di mancanza di tutela del lavoratore (applicando cioè lo stesso strumento usato nelle investigazioni antimafia), al fatto che la legislazione in materia di sicurezza sul lavoro si applica anche a tutti coloro che si trovano sul luogo di lavoro, ai cosiddetti terzi. 

1090 i morti sul lavoro nel 2022

Ad intervenire al tavolo sul tema della sicurezza sul lavoro sono state anche le ispettrici Barbara e Viviana Todini che fanno capo alla Procura di Roma, responsabili dei rilievi nell’immediatezza del fatto: hanno denunciato il fatto che "a una vera e propria dignità del lavoro non siamo ancora arrivati". L’innovazione tecnologica, l’inasprimento delle sanzioni, le misure interdittive a livello economico sull’azienda che infrange le regole, l’impegno sulla prevenzione messo in campo dagli organi di vigilanza non sono finora ancora bastati a far calare il numero dei mille morti l’anno. "Perché è l’uomo che resta il fattore decisivo per cercare di vincere questa battaglia. È l’uomo che ha la responsabilità e sulla cui coscienza bisogna agire. È l'uomo che, in definitiva, concorre (con azione, non azione, omissione) a determinare l’infortunio sul lavoro. Diffusi i dati riferiti al 2022 (fonte Inail): 698mila infortuni e 1090 morti. "Una piccola guerra", commentano mentre illustrano l'attività svolta in un anno (maggio 2022 – maggio 2023) su Roma. 156 sono stati gli infortuni in questo arco di tempo. Dalla loro disaggregazione emerge che ben 26 sono gli incidenti per cadute da una scala, è questa la tipologia in cui si riscontra il numero più alto di incidenti gravi. Dalla descrizione di tutti gli altri tipi di infortuni si evince in sostanza che manca la percezione del rischio: "Come la mettiamo nella testa delle persone?", si chiedono. Su un punto si è tutti d'accordo: da potenziare è la formazione, non solo dei lavoratori ma anche del datore del lavoro. Le ispettrici arrivano a proporre che la sicurezza sul lavoro diventi materia scolastica.

In Vaticano l'impegno prioritario è nella formazione

A convergere su quest'ultimo punto sono anche Tommaso Marrone, del Servizio sicurezza sul lavoro in Vaticano e Paolo De Angelis, capo dei Vigili del Fuoco in Vaticano. Oggi la formazione si sta riducendo alla mera distribuzione di diplomi, ci vuole l’etica, ha chiosato quest'ultimo. Sotto questo profilo, è stato sottolineato che, grazie alla Legge 54, in vigore dal 1 gennaio 2008, una legge quadro che regolamenta la materia all'interno dello Stato della Città del Vaticano, sono stati somministrati 3850 corsi, e solo quest’anno quasi 500 sono state le persone formate. "Oggi registriamo un incidente sul lavoro in media ogni tre giorni e mezzo, prima della costituzione del Servizio l'andamento era uno ogni due giorni", spiega Marrone che insiste sulla "dignità che dovrebbe essere un assunto imprescindibile" sul lavoro. Il percorso intrapreso nel 2003, con la creazione del primo gruppo di lavoro dedicato a questo ambito, vedrà una intensificazione dell'attività in vista del Giubileo grazie a una piccola commissione ad hoc già operante che si sta occupando dei piani di evacuazione per i grandi eventi. 

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06 giugno 2023, 17:10