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Un ritratto di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti Un ritratto di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti

Fisichella: guardiamo a san Francesco di Sales sempre alla ricerca dell'unità

Nella Basilica di Santa Maria in Montesanto in Piazza del Popolo, a Roma, il pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha presieduto in mattinata una Messa nell'odierna memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Di lui, monsignor Fisichella sottolinea la pacatezza e la dolcezza degli scritti e la tensione ad entrare sempre in dialogo con l'altro, un comunicatore da cui anche oggi i giornalisti possono prendere l'esempio

Adriana Masotti - Città del Vaticano

La Messa celebrata questa mattina alle ore 11 nel giorno in cui la Chiesa festeggia san Francesco di Sales patrono dei giornalisti, è presieduta dall’arcivescovo Rino Fisichella, pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto in Piazza del Popolo, una delle piazze più belle della capitale.

Fisichella: l'amore è la sintesi del Vangelo

L'arcivescovo commenta nell'omelia le Letture centrate sul tema della "volontà di Dio" che rende fratelli e sorelle di Gesù chiunque la compia, come si legge nella pagina del Vangelo di Marco, tema richiamato nella Lettera agli Ebrei e nel Salmo responsoriale. "Sant'Agostino - afferma Fisichella -  ha una bella espressione quando parla della volontà di Dio commentando l'espressione evangelica: 'Ecco, io vengo per fare la tua volontà". Diceva: 'Allora bisognerà riflettere ed esplorare quando si conosce la volontà di Dio. Ci sono molti che anche dopo che hanno ricevuto il battesimo, non si curano affatto di conoscere la volontà di Dio. Dobbiamo, comunque, considerare che per chi crede la volontà di Dio è riassunta nell'amore di Dio e del prossimo'". "L'amore - sottolinea monsignor Fisichella - è la sintesi del Vangelo. Non c'è altra parola per noi credenti più sacra che quella dell'amore che ci viene rivelato". Ma come essere capaci, si domanda, di cogliere la verità dell'amore, come nel nostro tempo e nella nostra cultura è possibile scorgere e testimoniare la verità sull'amore?

Il centro non siamo noi, ma Gesù

L'arcivescovo torna alla scena destritta dall'evangelista: a cercare Gesù giunsero la Madre di Gesù, i fratelli e le sorelle che "stando fuori" lo mandarono a chiamare. Attorno a Lui c'era seduta una folla. "Fuori e dentro, prosegue Fisichella, dove stiamo noi? Fuori dalla casa ad aspettare che il Signore esca, o siamo dentro la casa, seduti intorno a Lui ad ascoltare la sua Parola. Non c'è una terza via: o pretendiamo da Dio qualche cosa e stiamo fuori e aspettiamo che sia Lui a muoversi, o stiamo dentro ma allora stiamo attorno a Lui, il centro non siamo noi, al centro c'è Gesù di Nazareth". 

Noi siamo i fratelli di Cristo, chiamati a condividere la sua vita

Monsignor Fisichella fa notare un secondo aspetto che emerge dalla scena: Gesù gira lo sguardo su quelli che gli stavano seduti intorno e dice: 'Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre. "La Parola di Dio non è rivolta al passato - afferma il pro prefetto del dicastero vaticano - la Parola di Dio è sempre rivolta al presente, ci interroga in questo momento, mi interroga e mi provoca oggi perchè oggi sono chiamato a dare la mia risposta di fede". I cristiani sono i fratelli di Cristo. L'arcivescovo cita ancora sant'Agostino che diceva: "Gesù è il Figlio unigenito, ma il Padre teme che il Figlio possa sentirsi solo perciò gli ha voluto dare una moltitudine di fratelli". E prosegue: "Siamo noi, dunque, i famigliari di Dio. Noi siamo coloro che sono stati chiamati a condividere la vita del Signore Gesù, ad ascoltare la sue parole, a cogliere il suo insegnamento e a farlo diventare la nostra vita". Questo è fare la volontà di Dio giorno per giorno. 

L'esempio di pacatezza di san Francesco di Sales

Monsignor Fisichella conclude la sua omelia invitando l'assemblea a seguire l'esempio di san Francesco di Sales, un vescovo che ha avuto profondamente a cuore l'unità dei credenti. Non è un caso, osserva, che la festa del santo cada nella Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani e ricorda che dalla sua biografia si sa che san Francesco - quando Calvino era già più che ottantenne - andava a parlare con il suo successore e i rapporti tra loro era buoni, gentili e amichevoli: nella distanza delle posizioni c'era la ricerca costante dell'unità, un'unità a cui tendeva in tutti i suoi scritti fatti con quella pacatezza e tensione al dialogo con l'altro che l'apologetica dell'epoca non conosceva, senza ricorrere ad invettive, ma solo argomentando la sua fede. "Prendiamo il suo esempio - afferma Fisichella - perché la nostra esistenza quotidiana come credenti e la nostra professionalità quotidiana nel lavoro possa essere un'autentica testimonianza del compiere la volontà di Dio".

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24 gennaio 2023, 12:44