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L'arcivescovo Paul Richard Gallagher nel suo intervento all'Osce L'arcivescovo Paul Richard Gallagher nel suo intervento all'Osce 

Gallagher: il dialogo esige un sacrificio da parte di tutti, non tradire lo spirito di Helsinki

Il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati intervenuto alla 29.ma riunione del Consiglio dei ministri e dell’OSCE a Łódź (Polonia). L’invito a perseguire l’obiettivo della pace e la preoccupazione per la situazione di tanti sfollati in situazioni di conflitto che finiscono vittime di traffici criminali. Poi la denuncia: “Aumentano intolleranza e discriminazione, a causa di antisemitismo e pregiudizi anti religiosi. I cristiani perseguitati anche dove sono maggioranza"

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Ristabilire la pace, dialogare anche a costo di un “sacrificio” da parte di ognuno, recuperare lo spirito della Conferenza di Helsinki, “tradito” già molto prima del 24 febbraio scorso. L’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, è intervenuto alla 29.ma riunione del Consiglio dei ministri e all’intera famiglia dell’OSCE. L’appuntamento si è svolto ieri, 1° dicembre, a Łódź, in Polonia, in un momento storico in cui – ha detto monsignor Gallagher – “l’Europa e il mondo intero sono sconvolti da una guerra di particolare gravità, in termini di violazione del diritto internazionale, rischi di escalation nucleare e gravi conseguenze economiche e sociali”.

L'Ucraina e i conflitti nel mondo 

Il riferimento è al conflitto in Ucraina, ma non è solo quello l’unico dramma che affligge il mondo: “Atri Stati partecipanti stanno ancora affrontando numerose sfide alla loro sicurezza e stabilità, a causa di conflitti protrattisi da decenni, più recenti, nonché di attacchi terroristici”, ha sottolineato l’arcivescovo. E ha ribadito l’impegno attivo della Santa Sede per “perseguire la pace, la sicurezza e la giustizia e il proseguimento sviluppo di relazioni amichevoli e cooperazione” tra gli Stati partecipanti all’Osce.

“Come abbiamo potuto tradire lo spirito di Helsinki?”

Lo stesso impegno che, nel 1975, la Santa Sede - sempre mantenendo “una posizione imparziale” – dimostrò durante i negoziati che portarono all’Atto finale di Helsinki, cioè gli accordi stipulati da 35 Stati a conclusione della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa. È proprio quell’evento che Gallagher ha richiamato, ponendo una domanda cruciale ai presenti a Łódź: “Come abbiamo potuto tradire lo spirito di Helsinki?”. Un tradimento che, afferma, “è iniziato molto prima dello scorso febbraio”, cioè dal primo attacco russo a Kyiv.

Gallagher all'Osce
Gallagher all'Osce

L'epoca della Guerra fredda 

Il segretario per i Rapporti con gli Stati ha poi ricordato la storia e la complessa epoca della Guerra fredda, quando “Oriente e Occidente erano separati dalla radicale differenza o inconciliabilità dei rispettivi sistemi, proclamando entrambi le proprie convinzioni, le proprie profezie; aggressivi, o almeno aggressivamente posti sulla difensiva, spinti da spirito di affermazione ed espansione”. Quel muro che sembrava insormontabile è stato invece superato: “I nostri predecessori si sono riuniti a Helsinki intorno ad un tavolo e sono riusciti a confrontarsi su temi di interesse comune, accettando e onorando impegni al servizio del bene comune. Quanto più la comunità internazionale tarda a rispondere alle proprie responsabilità complessive, tanto più perde credibilità”, ha affermato monsignor Gallagher.

Condannare le violazioni dei diritti umani

Il primo passo, ha detto, è “la condanna dei crimini e la denuncia delle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale”. “In qualità di Organizzazione impegnata nella cooperazione e nella sicurezza, dovremmo sempre fare un ulteriore passo avanti, mirando a ristabilire la pace”, ha raccomandato l’arcivescovo all’Osce, citando il Papa quando afferma che il dialogo, il parlarsi, a fare la pace. “Il dialogo esige sacrificio da parte di tutti. Ma anche se il dialogo sembra meno glorioso che combattere sul campo di battaglia, i suoi risultati sono molto più vantaggiosi per ogni singola parte interessata, perché il dialogo genera soluzioni che non sono imposte con la forza, ma consensuali, giuste e stabili”, ha detto Gallagher.

Rifugiati e sfollati schiavizzati dai criminali

Nel suo intervento non è mancata anche la preoccupazione perr la situazione dei rifugiati e degli sfollati interni in tutta l’area dell’Osce e in tutto il mondo: “In situazioni di conflitto e crisi umanitarie, i criminali soggiogano, schiavizzano e trafficano le persone”, ha detto il presule. “Sia le donne che gli uomini possono essere soggetti a questo atroce crimine, tuttavia è chiaro che la maggior parte delle vittime sono donne e ragazze”. Il problema purtroppo è che “l’organizzazione delle società mondiali è ancora lontana dal riflettere chiaramente il fatto che le donne possiedono la stessa dignità e gli stessi diritti degli uomini”.

La riunione Osce in Polonia
La riunione Osce in Polonia

Crescono intolleranza e discriminazioni

Il rappresentante vaticano ha infine rilevato l’aumento di “intolleranza” e “discriminazione” motivate dall’antisemitismo e dai pregiudizi nei confronti di musulmani, cristiani e membri di altre religioni. In particolare sui cristiani, Gallagher ha osservato che le persecuzioni nei loro confronti crescono “a causa di un’atmosfera sempre più ostile” non solo nei Paesi dove essi sono in minoranza, ma anche dove sono una maggioranza. “Il disimpegno da questo problema – ha detto - non può essere un’opzione!”.

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02 dicembre 2022, 11:00