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Un tecnico al lavoro sulle antenne della Radio Vaticana - 1932 Un tecnico al lavoro sulle antenne della Radio Vaticana - 1932  Editoriale

Radio Vaticana compie 90 anni: la voce del Papa per il mondo intero

La Radio progettata e costruita da Guglielmo Marconi, su incarico di Pio XI, compie 90 anni. Oggi l’emittente della Santa Sede parla 41 lingue. Il responsabile della testata racconta: per questo compleanno inauguriamo una nuova pagina internet e diventiamo anche Web radio

MASSIMILIANO MENICHETTI

Quasi 12mila ore di trasmissione in un anno, tra radiocronache, programmi informativi, liturgici e musicali. È la carta d’identità della Radio Vaticana, l’emittente della Santa Sede, voluta da Pio XI, che la affidò alla Compagnia di Gesù, e che venne costruita da Guglielmo Marconi novanta anni fa. Oggi trasmettiamo in 41 lingue e ogni giorno portiamo le parole del Vangelo e la voce del Papa in tutto il mondo.

Questo anniversario è per noi particolarmente impegnativo. Celebriamo infatti il novantesimo mentre è in corso una delle prove più grandi per l’intera umanità a causa della pandemia da COVID-19. La nostra missione è da sempre non lasciare nessuno da solo e portare la speranza dell’annuncio cristiano, la voce del Papa e leggere i fatti alla luce del Vangelo. Questo momento ci interroga e ci sfida ulteriormente. Quando ad esempio il 9 marzo del 2020 Papa Francesco ha deciso di iniziare a celebrare in diretta la Messa a Casa Santa Marta, permettendo a tutto il mondo di pregare con lui, poiché le celebrazioni con la presenza di persone in molte nazioni erano sospese, il nostro impegno, tecnico ed editoriale si è moltiplicato. Oltre al servizio delle tele-radiocronache in più lingue, abbiamo creato nuovi programmi, podcast, diffuso audiolibri, per essere vicini a tutti, per arrivare in ogni angolo del pianeta. In questi mesi, oltre ad informare, continuiamo a raccogliere e raccontare storie di vicinanza, di soccorso, di solidarietà. Mostriamo il volto della Chiesa e di tutta quella parte di società che costruisce ponti, spesso in maniera silenziosa, aiuta e include.

La radio, ci dicono statistiche e ricerche, gode di ottima salute. In molte parti del pianeta, oltre ad essere emissione di onde, è anche immagini, messaggi, interazione. La radio abita i social media, ne è divenuta parte. Sicuramente è immediatezza e rapidità. La nostra vocazione è portare la Buona Notizia a tutti e per farlo usiamo onde e bit. La riforma voluta da Papa Francesco ci ha proiettati anche in una nuova dimensione, caratterizzata dall’integrazione con gli altri media, a partire dall’Osservatore Romano. Il personale della Radio Vaticana, che proviene da 69 nazioni, ha permesso la nascita del portale Vatican News, in cui sono presenti flussi video, fotografici, audio e testuali. Per fare un esempio: i podcast della Radio sono diffusi anche attraverso i social dei media del Dicastero per la Comunicazione, spesso sono corredati da immagini e grafiche. E ancora, i servizi dei radiogiornali o programmi diventano non di rado pagine web e articoli de L’Osservatore Romano. Siamo l’espressione di un grande lavoro di squadra e siamo ancora in cammino.

La Radio Vaticana ha sempre parlato molte lingue, ma non avevamo palinsesti linguistici dedicati. La Web radio, che ora sta nascendo, debutta in italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco e armeno. Verranno creati nell’arco di quest’anno quasi 30 canali in diretta, corrispondenti ad altrettante lingue, ascoltabili sia sulla pagina della radio, sviluppata appositamente in sinergia con Vatican News, sia tramite l’attuale App di Radio Vaticana. Ampio spazio nei palinsesti sarà dato alla musica e alla liturgia in latino.

La Radio Vaticana trasmette via satellite, DAB+, digitale terrestre, internet e naturalmente onde hertziane. Non dobbiamo dimenticare che in particolare le onde corte incarnano ciò che Papa Francesco chiede con forza, ovvero arrivare alle periferie del mondo. Ci ha colpito molto la testimonianza di padre Pierluigi Maccalli, il sacerdote rapito in Niger nel 2018 e rilasciato ad ottobre del 2020. Dopo la liberazione, ha espresso il desiderio di venirci a trovare. Ci ha raccontato che durante la prigionia, nel deserto del Sahara, gli avevano concesso una radiolina ad onde corte, la sua ‘finestra di aria’. Grazie a quella piccola scatolina, ‘nonostante fosse necessario ripararla più volte e fosse aperta in due’, ci ascoltava in francese ed italiano e gli è stato possibile di partecipare anche alla Messa di Pentecoste con il Papa. Una vicinanza, ci ha detto, che non dimenticherà mai. E noi, da quando abbiamo conosciuto questa storia, ogni volta che studiamo come ottimizzare le trasmissioni verso l’Africa, portiamo nel cuore quelle che chiamiamo Emissioni Maccalli.

Oggi, celebrando questo novantesimo, guardiamo avanti, con la forza e la consapevolezza delle radici e il desiderio di portare nel mondo la luce del Vangelo. Per ogni buon cammino è necessaria la consapevolezza della provenienza e sapere in quale direzione si va. La Radio Vaticana ha una grande storia di servizio, a sostegno della fede, della libertà, della verità, della Chiesa, una storia scandita da decenni di gestione dei Gesuiti, che tutt’ora sono di guida in molte redazioni. Pio XI, nel primo radiomessaggio, si rivolse “a tutte le genti e ad ogni creatura”; attraverso la Statio Radiophonica Vaticana Pio XII fece appello tramite i microfoni affinché le tensioni non precipitassero nel baratro della Seconda Grande Guerra: in quegli anni bui la Radio svolse un servizio mirabile facendo da ponte, aiutando ad avere notizie sulla sorte di migliaia di persone disperse o prigioniere. La Radio ha superato ogni muro: negli anni dei totalitarismi è stata ascoltata da tanti clandestinamente, a rischio della propria vita, perché quello era l'unico modo per partecipare alla Messa. Ricordiamo anche la sfida del Concilio raccontato in circa 3 mila ore di trasmissione, i tanti viaggi internazionali e poi ancora l’adesione fondativa all’EBU (European Broadcasting Union), la maggiore associazione mondiale dei media di servizio pubblico. Abbiamo vissuto gli impensabili 72 giorni, iniziati con la morte di Paolo VI e rimasti alla storia come “l’Anno dei tre Papi”, che misero alla prova tutta la struttura. Abbiamo affrontato la rivoluzione digitale, seguita alle trasmissioni via satellite, e continue sfide fino ad arrivare a quella della pandemia che stiamo vivendo oggi, sempre per essere vicini a tutte le persone che cercano e desiderano ascoltare.

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09 febbraio 2021, 12:35