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Il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin Il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin

Parolin: il dialogo interreligioso necessario contro l'antisemitismo

Il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, conclude un simposio virtuale ospitato dall'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede, analizzando l'ascesa dell'antisemitismo e di come possa essere sradicato attraverso il dialogo interreligioso

A cura della redazione inglese

Si è concluso con un intervento del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, il simposio online "Never Again: Di fronte all'ascesa globale dell'antisemitismo", che si è svolto nel pomeriggio di oggi. L'evento è stato ospitato dall'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede, Callista L. Gingrich. Nel suo intervento, il cardinale ha portato i contributi di Papa Francesco, citando anche una lettera - recentemente scoperta - scritta nel 1916 dall'allora Segretario di Stato Cardinale Gasparri.

Francesco, un alleato importante

Nel suo discorso di apertura, l'Ambasciatore Gingrich ha citato l'attacco del 2018 a Pittsburgh, quello più recente a Jersey City all'inizio di quest'anno e altri attacchi a New York. "Ogni società libera", ha detto, "ha interesse a invertire questa tendenza". Poi, le sue osservazioni si sono concentrate sulle misure adottate dall'amministrazione Trump per affrontare il fenomeno sia a livello nazionale che internazionale. Infine, l'Ambasciatore Gingrich ha rivolto un ringraziamento speciale a Papa Francesco. Lo ha definito "un alleato importatne nella lotta contro l'antisemitismo e la negazione dell'olocausto", citando quanto detto dal Pontefice sull'importanza di mantenere vivo il ricordo dell'olocausto. Gingrich, ha inoltre ricordato che molte organizzazioni ebraiche sono favorevoli alla decisione di Papa Francesco di anticipare l'apertura degli archivi vaticani dell'epoca dell'olocausto, accogliendo "con favore la messa a disposizione dei documenti".

Chiesa ed ebraismo, alleati 

Elan S. Carr, inviato speciale degli Stati Uniti per il monitoraggio e la lotta all'antisemitismo, ha ricordato ai partecipanti che l'antisemitismo è in aumento ed è abbracciato da tutti i tipi di campi ideologici e di persuasione religiosa. Affrontare i problemi di sicurezza personale, perseguire penalmente i colpevoli, promuovere l'adozione dell'Alleanza internazionale per la commemorazione dell'Olocausto e monitorare la comunicazione antisemita online nel rispetto della libertà di parola, sono alcuni dei modi in cui gli Stati Uniti stanno affrontando in modo concreto questa realtà. Inoltre, l'onorevole Carr ha affermato che raccontare la storia del contributo positivo del popolo ebraico è un'altra chiave per combattere l'antisemitismo. Ha espresso gratitudine per la "priorità" data dalla Chiesa cattolica nella lotta contro l'antisemitismo. Dal 2000, ha detto, il riconoscimento da parte della Chiesa dell'importanza di educare al rispetto dei valori ebraici sta aiutando a sostituire l'ignoranza e l'odio. In questo modo, la Chiesa è alleata del giudaismo nell'instillare "valori abramitici" e "pietà" nel mondo di oggi. Carr ha anche ricordato che Papa Giovanni Paolo II è stato il primo Papa a visitare Auschwitz e una sinagoga e ha aperto la strada alla capacità della Chiesa di abbracciare i suoi fratelli e sorelle di fede ebraica.

In gioco la sopravvivenza della democrazia

Lisa Palmieri-Billig, rappresentante in Italia e di collegamento presso la Santa Sede dell'American Jewish Committee ha esplorato le radici dell'antisemitismo. Ha spiegato che la ricerca di un capro espiatorio per le crisi economiche è alla base della persecuzione contro gli ebrei. Questo, ha detto, è stato vero in tutta la storia d'Europa, ed è vero nelle varie altre aree geografiche dove ora appare l'antisemitismo. Pur citando lo sfortunato fatto che l'antisemitismo è stato aggravato dall'insegnamento cristiano del disprezzo sancito dalla cultura europea attraverso l'arte, ha dichiarato di essere grata per la collaborazione che varie chiese stanno ora fornendo, specialmente in settori come l'istruzione e il diritto."La posta in gioco - ha sottolineato - "non è solo l'antisemitismo, ma la salute e la sopravvivenza della democrazia stessa". Ha poi concluso affermando che "il dialogo interreligioso, la cooperazione e la solidarietà" sono i mezzi giusti per raggiungere tale obiettivo.

La memoria storica

Riprendendo il filo della necessità di ricordare il passato, Suzanne Brown-Fleming , direttrice dei programmi accademici internazionali del United States Holocaust Memorial Museum, ha ricordato la visita del cardinale Lustiger al museo e le parole del porporato sull'importanza di documentare l'olocausto. Come affermato dal cardinale, e cioè che i sopravvisuti alla Shoah sono testimoni del fatto che "l'odio porta alla morte", la missione del Museo dell'Olocausto è quindi molto importante per contribuire a preservare la memoria di quanto accaduto. Anche da parte della Brown-Fleming, apprezzamento a Papa Francesco per l'anticipata apertura degli archivi vaticani.

Dal disprezzo al rispetto

Il rabbino David Meyer, docente del Centro Cardinale Bea per gli Studi Giudaici della Pontificia Università Gregoriana, ha dichiarato che il ruolo tradizionale di un rabbino è quello di confortare le persone nei momenti di sofferenza. Pensando all'antisemitismo, ha condiviso il verso della Torah che gli è particolarmente caro e che si ripete sia prima che dopo l'alluvione: "I pensieri del cuore umano sono continuamente malvagi" (Genesi 6,5; 8,21) "C'è qualcosa di più oscuro", si è chiesto, nella violenza che la comunità ebraica ha sperimentato più e più volte?

Tuttavia, il rabbino Meyer ha domandato se questa oscurità può essere "illuminata" e "sconfitta". La risposta, dice, è sì, perché è già stato fatto. A partire dalla Nostrae aetate, l'insegnamento del disprezzo della Chiesa cattolica si è trasformato in un insegnamento di rispetto, dimostrando così che l'antisemitismo può essere trasformato all'interno di una società che lo ha promosso. Questa è una "battaglia riuscita", ha detto il rabbino Meyer, dalla quale si possono trarre "intuizioni pratiche" per combattere l'antisemitismo dove si sta attualmente manifestando. I tre strumenti necessari sono: la passione, il puntare in alto e l'audacia.

I promotori di pace trovano la gioia

Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, ha fornito le osservazioni conclusive del simposio. Ha fatto eco alle parole di Papa Francesco ricordando che ogni forma di antisemitismo è "un rifiuto delle nostre origini cristiane", ed è quindi una contraddizione. Fratelli tutti offre una riflessione, ha detto, sulle distorsioni di "concetti fondamentali" come la democrazia, la libertà, l'indifferenza, la "perdita del senso della storia" e il razzismo che si riflettono anche nell'antisemitismo.

"Un'enciclica magistrale"

Il cardinale ha poi citato un documento recentemente scoperto, scritto dal suo predecessore, il Segretario di Stato Cardinale Gasparri. Era stato scritto in risposta a una lettera del Comitato ebraico americano che chiedeva una risposta alla violenza contro gli ebrei nel contesto della prima guerra mondiale. Scrivendo a nome di papa Benedetto XV, il Cardinale Gasparri scriveva che i diritti naturali dell' essere umano dovrebbero essere "osservati e rispettati anche in relazione ai figli di Israele come dovrebbe essere per tutti gli uomini, perché non sarebbe conforme alla giustizia e alla religione stessa discostarsi solo a causa di una differenza di fede religiosa". Poi, ha anche citato la reazione a questa lettera da parte del Comitato ebraico americano che l'ha definita "enciclica magistrale", mettendo in evidenza che "Tra tutte le Bolle papali mai emesse nei confronti degli ebrei nel corso della storia del Vaticano, non c'è alcuna dichiarazione che equivalga a questa diretta, inequivocabile richiesta di uguaglianza per gli ebrei, e contro il pregiudizio per motivi religiosi".

Di generazione in generazione

Il cardinale Parolin ha poi sottolineato il luogo della memoria storica affermando che "per superare tante forme deplorevoli di odio abbiamo bisogno della capacità di coinvolgerci insieme nella memoria. La memoria - ha detto - è la chiave per accedere al futuro ed è nostra responsabilità trasmetterla in modo dignitoso alle giovani generazioni". Il Segretario di Stato ha concluso sottolineando che il dialogo interreligioso è uno strumento indispensabile per combattere l'antisemitismo. La fraternità, ha detto, è costruita sulla verità sostenuta da vari religiosi che ogni persona umana è "chiamata ad essere figlia di Dio".

“È mia speranza che quanto più i cristiani e gli ebrei crescono nella fraternità, nell'amicizia sociale e nel dialogo, tanto meno l'antisemitismo sarà possibile perché 'l'inganno è nella mente di chi progetta il male, ma chi consiglia la pace ha gioia' (Prov 12,20). Shalom! - Cardinale Pietro Parolin”

 

 

 

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19 novembre 2020, 19:47