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Ma io cosa posso fare per l’Economia di Francesco?

Alla vigilia dell’incontro internazionale “The Economy of Francesco”, in programma dal 19 al 21 novembre, è stato diffuso un documento che cerca di rispondere a questa cruciale domanda e ne mostra esempi già realizzati. Tutti sono invitati a incamminarsi verso un’economia nuova, ispirata da San Francesco e dagli insegnamenti del Papa

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

“L’economia non è una cosa astratta, al di sopra di noi o al di fuori della nostra portata. È costituita da tutte le attività di produzione e gli scambi di beni e servizi che possono essere negoziati, ceduti o comprati. Noi tutti siamo ‘attori economici’, attraverso le decisioni che prendiamo ogni giorno, a volte liberamente, a volte spinti dalla necessità”. È questa la premessa da cui si snoda il documento “Ma io cosa posso fare?”, redatto da Jean Fabre, membro della Task Force dell’Onu per l’Economia Sociale e Solidale, che mette in luce esperienze concrete vissute nei cinque continenti dalle quali si può imparare e trarre ispirazione. Il testo, diffuso oggi dalla Tavola della pace e la sala stampa del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, è un contributo all’invito rivolto il primo maggio del 2019 da Papa Francesco a chi oggi in tutto il mondo “sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda”.

Tutti possono avere un ruolo

Nel documento si sottolinea che “abbiamo tutti un ruolo da giocare nel riprogettare il modo in cui viviamo, produciamo, scambiamo e consumiamo - come individui, imprenditori, amministratori, o responsabili politici a qualunque livello”. “Il documento - ha dichiarato padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di San Francesco - è frutto di un lavoro collettivo, che ha preso avvio il 21 febbraio scorso ad Assisi presso il Sacro Convento di San Francesco, con la partecipazione di lavoratori, studenti, ricercatori, sindaci e assessori, responsabili di governo, religiosi, economisti, dirigenti di istituzioni, organizzazioni e associazioni, imprenditori, banchieri e volontari”. “Il nostro obiettivo – ha spiegato Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace - è aiutare le persone, i gruppi di cittadini, le associazioni, gli imprenditori e gli Enti Locali a capire cosa possono fare”. Il percorso che ha portato alla stesura del documento è stato promosso e coordinato dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, dai Francescani del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, dalla Fondazione Finanza Etica (Banca Etica) e dalla Tavola della Pace in collaborazione con la Task Force dell’Onu per l’Economia Sociale e Solidale e l’International Labour Organization (Ilo).

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18 novembre 2020, 13:46