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Il cardinale Comastri durante una recita del Rosario nella primavera scorsa Il cardinale Comastri durante una recita del Rosario nella primavera scorsa  

Comastri riprende la recita del Rosario a San Pietro

Da domani 12 novembre si rinnova il quotidiano appuntamento in basilica con il porporato, dal lunedì al sabato a mezzogiorno, per la preghiera mariana

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Lo aveva promesso con chiarezza: “Se si creassero le condizioni sarei pronto a continuare finché campo”. Cinque mesi e mezzo dopo quelle condizioni sono in qualche modo tornate, con il pianeta investito dalla seconda ondata della pandemia. E per il cardinale Angelo Comastri è maturata l’ora di riprendere in mano la coroncina e di dare appuntamento alle ore 12 alle tante persone che nei mesi scorsi avevano preso l’abitudine a pregare con lui la Madonna, seguendolo in diretta streaming su Vatican News e Radio Vaticana.

Storie di cuori cambiati

Erano state almeno un milione e mezzo le persone raggiunte durante la prima esperienza del Rosario quotidiano, cominciata l’11 marzo e proseguita fino al 30 maggio. Un fiume di lettere, migliaia, arrivate anche ben oltre la fine di quel ciclo, avevano testimoniato il bene personale, intimo, ricavato dalla meditazione dei misteri grazie alla guida del vicario del Papa per la Città del Vaticano. Storie di anime toccate nel profondo, come quella di un ateo finito in lacrime e in ginocchio per la prima volta in vita sua o quella di un’anziana, ricoverata in una casa di riposo, cui il Rosario quotidiano aveva ridato l’entusiasmo della parola, da tempo sfiorito nella depressione di giornate tutte uguali.

La cosa più bella da fare

Con il Rosario celebrato nella Basilica petrina si rinnova anche lo speciale legame che viene dal sentirsi vicini e in comunione con il Papa, che sull’importanza della preghiera sta riflettendo da settimane all’udienza generale. “La preghiera è la cosa più bella che possiamo fare in questa vita”, aveva detto il cardinale Comastri commentando l’esperienza vissuta in quegli oltre 60 appuntamenti, da marzo a maggio. Concludendo: “Questo coinvolgimento ha confermato ancora di più che i problemi si risolvono soltanto quando ci si apre all’Onnipotente. Senza Dio la vita è un assurdo”.

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11 novembre 2020, 12:54