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Mostra "Calligrafia per il Dialogo" intitolata al cardinale Jean-Louis Tauran (ANSA) Mostra "Calligrafia per il Dialogo" intitolata al cardinale Jean-Louis Tauran (ANSA)

Messa per il cardinale Tauran. Parolin: uomo di pace del nostro tempo

Nella chiesa di Sant'Apollinare, Messa presieduta dal cardinale Pietro Parolin: “siamo oggi qui a invocare la pace eterna per un uomo che aveva anzitutto nel cuore la pace”

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

“La sua statura personale e la sua finezza diplomatica, condite da una fine arguzia, non possono che mancarci immensamente, e il decorso repentino della malattia ne acuisce il dolore per la scomparsa”. Con queste parole il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ha ricordato durante la Messa nella Basilica di Sant’Apollinare la figura del cardinale Jean-Louis Tauran, morto il 5 luglio del 2018 negli Stati Uniti. “Anche in me – ha detto il cardinale Parolin - si riverberano sentimenti contrastanti: la nostalgia per la mancanza di chi è stato mio diretto superiore per più di un decennio, maestro esemplare cui sono debitore professionalmente e umanamente, si accompagna alla speranza viva di avere in Cielo un amico che ci guarda con sapiente affetto, infondendoci fiducia”. Il fatto che la Basilica di Sant’Apollinare, che richiama il suo titolo cardinalizio, “ne custodirà, con le spoglie, anche la memoria - ha affermato il segretario di Stato - sigilla la stretta unione del suo ministero a quello petrino”.

Uomo del dialogo

Il segretario di Stato ha ricordato che la via terrena del cardinale Tauran “ha percorso molte latitudini, a cominciare dalla Repubblica Domenicana per poi raggiungere il Libano e quindi Roma dove, presso la Sezione per i Rapporti con gli Stati, ha operato per vent’anni, di cui tredici a capo della Sezione stessa, compiendo numerose visite in molte parti del pianeta”. “Ha concluso l’esistenza di quaggiù ancora in via, da presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, impegnato in un campo tanto attuale quanto imprescindibile, che negli ultimi anni ha visto, anche grazie alla sua opera, l’avvio di diversi dialoghi, semi di speranza nel segno della fraternità e della pace”.

La sua eredità ci porti ad essere testimoni di speranza

Nell’omelia, il segretario di Stato ha ricordato gli anni della malattia del cardinale Tauran. “Malattia - ha detto il porporato - che accolse senza troppo scomporsi, mai rinunciando alla sua abituale auto-ironia e sempre abbandonandosi fiduciosamente alla volontà di Dio. “La presenza fedele del Dio che non delude - ha concluso il cardinale Parolin - è il fondamento della speranza cristiana, che ha animato il nostro fratello Jean-Louis”. “Il cardinale Tauran, che ha fatto del dialogo un motivo di vita, fondando la sua speranza su Colui che è la via, la verità e la vita, interceda per questo: la sua eredità ci motivi ad essere, nelle ardue sfide che affrontiamo in terra, testimoni della speranza che ci attende nei cieli”.

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24 ottobre 2020, 13:48