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Jurkovič: “Lavorare insieme per uno sviluppo umano sostenibile "

L'intervento dell'arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ONU e altre organizzazioni internazionali, è avvenuto nell'ambito al dibattito generale del VI Gruppo di lavoro intergovernativo aperto sulle società transnazionali e altre Imprese commerciali (IGWG)

Anna Poce - Città del Vaticano 

“Le decisioni politiche, la responsabilità sociale delle imprese e i criteri che regolano gli investimenti, devono essere tutti guidati dal perseguimento del bene comune a lungo termine e dalla solidarietà intergenerazionale”. Lo ha detto a Ginevra, l'arcivescovo Ivan Jurkovič, Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ONU e altre organizzazioni internazionali, intervenendo lunedì 26 ottobre al dibattito generale del VI Gruppo di lavoro intergovernativo aperto sulle società transnazionali e altre Imprese commerciali (IGWG), che ha il compito di elaborare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per regolare, nel diritto internazionale in materia di diritti umani, le attività di imprese transnazionali e di altre imprese commerciali.

La Santa Sede, sottolineando come la seconda bozza del trattato vincolante per le imprese rappresenti una base preziosa per ulteriori negoziati e sia coerente con i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGP), in particolare nella dovuta diligenza in materia di diritti in tutte le attività a scopo di lucro, comprese le relazioni commerciali, ha tuttavia dichiarato che questo strumento, oggetto di discussione, che mira a creare un sistema internazionale che si sforzi di essere veramente sostenibile, inclusivo ed equo a tutti i livelli, nel suo insieme, dovrebbe essere ulteriormente migliorato.

Siamo tutti interconnessi

“La crisi attuale – ha osservato l’arcivescovo - ha dimostrato – da una parte - come la famiglia umana sia interconnessa” e come sia importante sentirsi corresponsabili del benessere degli uni e degli altri. Dall’altra, però, ha messo in evidenza come non si riesca spesso a gestire la nostra casa comune in modo responsabile e nell'interesse di tutti. Siamo testimoni – ha affermato - di come gli interessi privati delle multinazionali tendano il più delle volte a prevalere.

Questa settimana di discussioni e trattative, dunque, chiama tutti a cercare soluzioni eque alle sfide che dobbiamo affrontare, ha spiegato monsignor Jurkovič. “Questa crisi attuale è un'opportunità, e questo strumento giuridico un mezzo, per andare oltre i vantaggi tecnologici o economici a breve termine e per dare piena considerazione alla dimensione etica nella ricerca di soluzioni ai problemi attuali, lavorando su iniziative per un futuro più sostenibile”, ha concluso.

Nell’ambito della discussione, l’Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ONU a Ginevra, ha voluto ricordare, in un altro intervento, il valore del preambolo come criterio intrepretativo, pur non avendo nessuna forza vincolante. È il preambolo spesso a delineare le motivazioni e i principi che stanno alla base della convenzione – ha precisato - e ad offrire una chiave ermeneutica per interpretare le disposizioni che sono incluse nel testo.

Santa Sede: serve una gestione responsabile

Con questa premessa, poiché attraverso questo processo di redazione, non ci si sta occupando solo della dimensione economica e sociale delle attività delle imprese transnazionali e di altri settori commerciali, ma anche del loro ruolo al servizio del bene comune e della solidarietà intergenerazionale, la Santa Sede ha proposto di introdurre nel Preambolo il concetto di "gestione responsabile" e un paragrafo che reciti:  “Sottolineando che la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende l'intera famiglia umana, che deve lavorare insieme nella ricerca di uno sviluppo umano sostenibile e integrale”.

 

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28 ottobre 2020, 08:05