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Un'immagine notturna dell'Università Cattolica di Milano Un'immagine notturna dell'Università Cattolica di Milano 

Parolin: dagli atenei cattolici una visione per il mondo post-Covid

Il segretario di Stato scrive in occasione della Giornata per l’Università cattolica: in un momento in cui la pandemia ha modificato molti equilibri occorrono menti illuminate “capaci di accompagnare l’umanità verso un futuro sostenibile e migliore”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Oltre la didattica e la ricerca. Oggi un ateneo, per di più se cattolico, ha una “terza missione” da perseguire, ovvero l’“educazione integrale” dell’allievo, nel quale valori come dialogo, solidarietà e condivisione siano costitutivi della sua preparazione al pari delle competenze scientifiche. Il cardinale Pietro Parolin contribuisce con queste e altre considerazioni alla celebrazione odierna della 96.ma Giornata per l’Università Cattolica.

Sul fronte del virus

Nella Lettera inviata all’arcivescovo di Milano Mario Delpini, nella sua veste di presidente dell’Istituto di Studi Superiori “Giuseppe Toniolo”, il segretario di Stato prende spunto dal tema della Giornata, “Alleati per il futuro”, che la crisi da coronavirus, dice, ha arricchito di “significati nuovi” e “peculiari responsabilità”. Intanto, in maniera evidente, per le cure offerte dal Policlinico Gemelli alle migliaia di persone colpite dal coronavirus. Il cardinale Parolin ringrazia il personale sanitario per questo lavoro, prendendo “l’efficiente organizzazione sanitaria” e il “rigore etico” a esempio “del compito educativo di una Università cattolica”.

Un sapere da ripensare 

“Dall’economia alla finanza, dalla giurisprudenza alle scienze sociali, si impone – sostiene il segretario di Stato – un ripensamento dei criteri di sviluppo, che non possono più essere fonte di discriminazione e sperequazione nell’accesso ai beni e nelle tutele, anche in ambito sanitario. Così pure dalla filosofia alle lingue, dalle scienze della formazione alla psicologia, è urgente – prosegue – recuperare la centralità dell’essere umano e ridefinire le sue responsabilità in una società in rapido cambiamento, dove sfide enormi legate all’ambiente, all’educazione, alle migrazioni esigono analisi e soluzioni innovative ispirate al bene integrale della persona, alla giustizia, alla fratellanza e alla pacifica convivenza tra i popoli”.

Formare menti e cuori di spicco

Queste, afferma il porporato, “sono le prospettive su cui occorre lavorare, se vogliamo davvero essere Alleati per il futuro e dare una svolta significativa al cammino dell’umanità”. I cento anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore rilanciano, scrive il cardinale Parolin, l’obiettivo che fu di padre Agostino Gemelli e delle origini, quello di “formare personalità cattoliche capaci di incidere nella storia del Paese e di contribuire alla missione della Chiesa”. Un’esigenza tutt’altro che tramontata dal momento che, osserva, “per molte ragioni, oggi servono ancor più personalità che con cuore sapiente, mente illuminata, mani operose e solida fede siano capaci di accompagnare l’umanità verso un futuro sostenibile e migliore”.

Ampia alleanza educativa

La chiosa è per quel tante volte ribadito desiderio del Papa di “ricostruire il patto educativo globale”. Francesco – scrive il cardinale Parolin,– “auspica di cuore che la missione dell’Ateneo dei cattolici italiani si realizzi sempre più in piena sintonia con questo progetto, perché ‘mai come ora – soggiunge citando il messaggio papale sul patto educativo – c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”.

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20 settembre 2020, 13:27