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Bebe Vio e le sue compagne di squadra agli Europei di Casale del 2016  Bebe Vio e le sue compagne di squadra agli Europei di Casale del 2016

Bebe Vio: partecipo all’asta perché si vince solo insieme

La campionessa di fioretto paralimpico Bebe Vio racconta perché ha aderito a We Run Together, l’asta di beneficenza voluta da Papa Francesco e organizzata da Athletica Vaticana, Fiamme Gialle, Cortlile dei Gentili e Fidal-Lazio per sostenere gli ospedali di Bergamo e Brescia

Fabio Colagrande – Città del Vaticano

Beatrice Vio, più conosciuta come Bebe, ha compiuto 23 anni lo scorso marzo, ma è di certo fra gli atleti paralimpici italiani più celebri, anche all’estero. Merito non solo del suo talento sportivo, ma anche di una straordinaria capacità di comunicare la gioia di vivere e di un’energia positiva contagiosa, che le ha permesso di raggiungere traguardi sportivi eccezionali e superare difficoltà apparentemente insormontabili. Schermitrice campionessa mondiale ed europea in carica di fioretto individuale paralimpico, medaglia d’oro ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro del 2016, Bebe impugna il fioretto dall’età di cinque anni. Dopo la meningite che la colpisce nel 2008 e la conseguente amputazione di avambracci e gambe, ci mette appena un anno a tornare in pedana a gareggiare a livello agonistico. Merito di una particolare protesi, ma soprattutto di una forza di volontà e di una passione agonistica incredibile.

Guardare sempre al futuro

Mentalità vincente, ma anche capacità di fare squadra, autoironia, umiltà, spontaneità sono le caratteristiche di un’atleta diventata conduttrice televisiva e a cui è stata perfino dedicata una Barbie in esemplare unico. Consapevole della sua responsabilità come sportiva, a cui tanti giovani si ispirano, Bebe ha aderito subito all’asta di solidarietà We Run Together, voluta da Papa Francesco e promossa da Athletica Vaticana con le Fiamme Gialle, il “Cortile dei Gentili” e Fidal-Lazio. Nonostante gareggi in una disciplina individuale la capacità di arrivare “insieme” al traguardo è per lei fondamentale, come conferma in questa intervista a Radio Vaticana - Vatican News:

R.- Ho scelto di contribuire a quest’asta per il suo scopo di sostegno alle due strutture ospedaliere maggiormente coinvolte nell’emergenza coronavirus. Mi sembrava giusto offrire un piccolo segno di riconoscimento nei confronti di chi ha fatto così tanto per tutti noi in questo periodo. 

Hai scelto di donare per l’asta la tuta che hai indossato agli Europei di Casale Monferrato del 2016. Perché? Che ricordi ti legano a quella gara?

R.- Sono molto legata ai Campionati Europei di quell’anno e di conseguenza anche alla divisa ufficiale, perché in quella gara sono riuscita a conquistare un oro individuale e un argento a squadre. Grazie a quei risultati io e le mie compagne, Andreea e Loredana, siamo riuscite a qualificarci per le Paralimpiadi di Rio 2016!

L’asta We Run Together vuole promuovere lo sport come occasione di incontro per ribadire che nessuno va lasciato indietro. Condividi questa idea?

R.- Assolutamente! Per me il concetto di squadra è fondamentale: da solo non sei nessuno, devi avere sempre dietro di te una squadra che ti sostenga! Senza le mie squadre, sportive e non, non avrei potuto raggiungere tutti i risultati a cui sono arrivata finora!

All'asta la tuta della nazionale italiana indossata ai Campionati europei di scherma paralimpica a Casale nel 2016
All'asta la tuta della nazionale italiana indossata ai Campionati europei di scherma paralimpica a Casale nel 2016

Il tuo entusiasmo e il tuo amore per la vita sono da stimolo per tanti giovani sportivi. Come fai a trovare sempre tanta grinta?

R.- Secondo me non vale la pena perdere tempo a deprimersi per gli ostacoli che la vita ti pone davanti, bisogna andare avanti e guardare al futuro con positività e determinazione. Certo, anch’io ho le mie giornate no, i momenti in cui sono più triste e arrabbiata (d’altronde sono umana!) però cerco sempre di cogliere il lato positivo di tutte le cose! 

L’asta aiuterà gli operatori sanitari degli ospedali di Brescia e Bergamo. Cosa ti ha colpito del coraggio di medici e infermieri durante la pandemia?

R.- Mi ha colpito la determinazione e la forza instancabile con cui, giorno dopo giorno, hanno affrontato quest’emergenza. Non dev’essere stato facile vivere certe situazioni e ho ammirato come non abbiano mollato la presa neanche un attimo per cercare di salvare più vite possibili. Grazie a tutti loro per ciò che hanno fatto e che continuano a fare!

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17 giugno 2020, 08:00