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“Recepite le migliori regole e pratiche della Comunità internazionale”

Intervento del Presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano

GIUSEPPE PIGNATONE

La nuova legge “Sulla trasparenza, controllo e concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici”, definita per sintesi “codice degli appalti”, costituisce una nuova importante manifestazione della volontà di Papa Francesco, e dunque della Santa Sede, di essere parte attiva della Comunità internazionale, anche condividendone e recependone le regole che hanno ispirato in questi anni importanti riforme in vari campi dell'ordinamento giuridico vaticano.
In questo quadro, come ha detto il Santo Padre in occasione dell’inaugurazione dell'Anno giudiziario, lo scorso 15 febbraio, la Santa sede “si adopera per condividere gli sforzi della comunità internazionale per la costruzione di una convivenza giusta e onesta, e soprattutto attenta alle condizioni dei più disagiati ed esclusi”, anche creando presidi interni di legalità, sorveglianza e controllo.

Del resto, è inutile sottolineare l’impegno di Francesco contro la corruzione, che costituisce un tema di fondo di moltissimi suoi interventi.
Questa dunque la cornice in cui si pone la nuova disciplina dei contratti pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano.


I fini che la nuova legge si prefigge sono indicati con chiarezza dalla Lettera Apostolica che la accompagna.

1) Realizzare notevoli economie di spesa come risultato di una più ampia e corretta concorrenza tra gli operatori economici interessati che potranno iscriversi in un apposito Albo. È appena il caso di ricordare che il tema della riduzione delle spese è estremamente attuale e importante in questo momento, purtroppo destinato a durare, di gravi difficoltà economiche per il mondo intero ma anche, in modo specifico, per la Santa Sede e la Città del Vaticano, come ha recentemente sottolineato il Prefetto della Segreteria per l'Economia, padre Juan Antonio Guerrero Alves.
2) Una efficiente gestione delle risorse.
3) Un rinnovato, deciso impegno contro il rischio di corruzione.

Per conseguire questi obiettivi vengono recepite le migliori regole e le migliori pratiche elaborate dalla Comunità internazionale, fondate sui principi di trasparenza e di favore per la concorrenza. È previsto inoltre un articolato sistema di controlli, anche informatici.
Da qui il nuovo codice degli appalti, se vogliamo usare quest’espressione, valido sia per gli Enti della Curia romana, sia per quelli collegati amministrativamente alla Santa Sede che per lo Stato della Città del Vaticano.
Naturalmente anche la nuova legge deve rispecchiare i principi propri dell’ordinamento vaticano e quindi l’articolo 81 prevede che tutti i contratti siano disciplinati dal Diritto canonico con un rinvio, per quanto non regolato espressamente, alle leggi dello Stato vaticano.


L’introduzione di nuovi diritti e nuovi obblighi richiede naturalmente che vi sia un giudice che ne possa assicurare l’osservanza e che regoli i conflitti tra le parti. Questa competenza, che potrà diventare molto impegnativa, è stata attribuita al Tribunale dello Stato in primo grado, con possibilità di proporre impugnazione alla Corte di Appello. È stato inoltre introdotto un nuovo procedimento, diverso da quello previsto dal Codice civile vigente, che possa soddisfare le esigenze specifiche poste da una materia così particolare ed importante. A somiglianza di quanto avviene in Italia davanti al Tar, è anche prevista la possibilità di un provvedimento cautelare di sospensione degli atti impugnati, ma sono dettati tempi assai brevi per evitare il pericolo di ritardi o addirittura di un blocco nell’esecuzione del contratto

L’attribuzione di questa nuova competenza è una nuova manifestazione di fiducia da parte del Santo Padre nei giudici vaticani. Posso assicurare che ci sarà da parte nostra il massimo impegno per meritarla.
 

 

 

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01 giugno 2020, 12:00