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Vicinanza ad una persona anziana Vicinanza ad una persona anziana 

Dicastero per i laici sugli anziani: nella solitudine il coronavirus uccide di più

La vita di una persona anziana ha lo stesso valore di qualunque altra e vanno messi in campo tutti gli sforzi possibili per salvare dalla pandemia in corso anche chi ha un'età avanzata. Lo afferma, in un messaggio, il Dicastero vaticano per i Laici, la Famiglia e la Vita, il cui pensiero va in particolare a coloro che sono ospiti di strutture residenziali

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Se il Covid-19 non guarda in faccia a nessuno e a contrarre il contagio sono ricchi e poveri, persone con ruoli pubblici e semplici cittadini in ogni Paese del mondo, è anche vero che ad essere maggiormente colpiti dalla pandemia in corso sono gli anziani. In Italia, ad esempio, oltre l’80% delle persone che hanno perso la vita a causa del coronavirus, aveva più di 70 anni. Alle persone di età avanzata va spesso in questi giorni il pensiero e la preghiera di Papa Francesco che, del resto, ha sempre sottolineato il loro valore e il loro ruolo prezioso all'interno delle famiglie e delle comunità.

Il pensiero del Dicastero vaticano per gli anziani

Agli anziani rivolge la sua attenzione oggi il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita con un messaggio che richiama tutti al dovere di particolare vicinanza con ognuno di loro, ma sollecita una presa di coscienza e una mobilitazione anche da parte delle amministrazioni e di quanti, in questo momento, sono chiamati a prendere decisioni importanti per il bene della collettività. "Care sorelle e cari fratelli, nel cuore di questa 'tempesta inaspettata e furiosa ci siamo resi conto - come ci ha ricordato Papa Francesco - di trovarci sulla stessa barca'. Al suo interno ci sono anche gli anziani. Come tutti, sono fragili e disorientati.". Queste le prime parole del messaggio che prosegue: "A loro va oggi il nostro pensiero preoccupato e grato, per restituire almeno un po’ di quella tenerezza con il quale ciascuno di noi è stato accompagnato nella vita e perchè giunga a ciascuno di essi la carezza materna della Chiesa". 

La malattia della solitudine

"Se è vero - si legge ancora nel testo -  che il coronavirus è più letale quando incontra un corpo debilitato, in molti casi la patologia pregressa è la solitudine. Non è un caso che stiamo assistendo alla morte, in proporzioni e modalità terribili, di tante persone che vivono lontane dal proprio nucleo familiare, in condizioni di solitudine davvero debilitanti e sconfortanti". L'incoraggiamento del Dicastero è allora a fare "tutto quanto è possibile per rimediare a questa condizione". Nell'impossibilità di andare a trovare le persone lì dove vivono, stanno nascendo nuove idee e la Chiesa sta trovando nuove forme di vicinanza come telefonate, messaggi video, ma anche lettere. Nelle parrocchie si sono attivate persone per consegnare cibo e medicinali a chi non può uscire di casa, mentre molti sacerdoti "continuano a visitare le case per dispensare i sacramenti". Ma tutto questo non è ancora sufficiente. Da qui l'invito a fare di più nella consapevolezza, sottolinea il messaggio, "del valore inestimabile di ogni vita umana". Per i nostri anziani possiamo pregare, attivare reti di solidarietà, mobilitare nuove energie.

La vita di un anziano vale come ogni altra

La cronaca riporta ogni giorno notizie drammatiche riguardo alla condizione delle persone in età avanzata che vivono in strutture residenziali, case di riposo o per le lungodegenze. In questi luoghi in migliaia, in questo periodo, hanno perso la vita. Nel messaggio si riconosce che le ragioni sono molte, la concentrazione di tante persone, la difficoltà a disporre delle necessarie misure di prevenzione, ma a fronte di tutto questo oggi si fanno i conti con "un abbandono assistenziale e terapeutico che viene da lontano". Le parole del messaggio sono forti: "Pur nella complessità della situazione che viviamo - si legge -, è necessario chiarire che salvare la vita delle persone anziane che vivono all’interno di strutture residenziali o che sono sole o malate, è una priorità tanto quanto salvare qualunque altra persona".

E' ancora possibile prendere misure adeguate

L'appello è chiaro: "Nei Paesi nei quali la pandemia ha ancora dimensioni limitate è ancora possibile prendere delle misure preventive per proteggerli, in quelli dove la situazione è più drammatica è necessario attivarsi per trovare soluzioni emergenziali". Il messaggio ricorda, infine, con gratitudine l'amore e la cura prestati da tanti figli e nipoti, da assistenti sanitari e dai volontari nei cui gesti rivive la compassione delle donne che si recarono al sepolcro per prendersi cura del corpo di Gesù e conclude con l'invito ad unirsi tutti "in preghiera per i nonni e gli anziani di tutto il mondo" e, laddove è possibile, ad agire per vincere la loro solitudine.

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07 aprile 2020, 12:05