Ayuso: ad un anno da Abu Dhabi diventiamo promotori di pace superando le difficoltà

Il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso ricorda il primo anniversario della firma del Documento sulla Fratellanza umana: siamo tutti credenti, creiamo una bella sinfonia per un mondo migliore

Suor Bernadette Reis - Abu Dhabi

A margine del convegno di Abu Dhabi, ad un anno dalla firma del Documento sulla Fratellanza Umana da parte di Papa Francesco e del Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, il cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso fa il punto sul percorso intrapreso finora:

R.- È veramente bello poter vedere, a un anno dalla firma del Documento sulla Fratellanza Umana, che ha avuto luogo qui ad Abu Dhabi un incontro così bello, ricco e pieno di esperienze di persone che sono coinvolte nel promuovere questa fratellanza. È passato un anno e si è fatto tanto. La finalità è quella di riportare insieme nell'umanità, alla quale apparteniamo tutti e a partire dalle nostre differenti appartenenze religiose, un’adesione perché insieme possiamo collaborare,  possiamo contribuire a vivere insieme, superando le difficoltà esistenti nel nostro mondo e, allo stesso tempo, diventando dei promotori di pace.

Le religioni devono cambiare in qualche modo per realizzare questa fratellanza umana?

R.- Assolutamente no, nel modo più assoluto! Noi non dobbiamo dire che tutte le religioni sono uguali, assolutamente no. Però certamente riconosciamo che nel mondo ci sono molte religioni e di conseguenza, a partire dalla nostra  identità che è qualcosa di irrinunciabile,  dobbiamo entrare in questa fase, aprendoci con rispetto e amicizia all'incontro con i nostri fratelli e sorelle appartenenti ad altre culture e ad altre tradizioni religiose. È a partire da questa differenza, da questo coraggio di conoscere l'altro, possiamo costruire qualcosa anche grazie alle indicazioni proposte da Papa Francesco al Cairo nel suo discorso in occasione della Conferenza per la pace, qualche anno fa. Richiamò l'importanza dell'identità, il coraggio di conoscere l'altro e la sincerità delle intenzioni perciò non è questione di pensare che domani, grazie a questa fratellanza, si creerà una religione universale. Non è questo l'obiettivo.

Non è possibile negare che ogni religione ha le sue idee del Signore, di Dio, e ha le proprie tradizioni. Com'è possibile lavorare insieme per realizzare la fratellanza umana se ci sono diverse idee di Dio?

R.- Questa è la bellezza che  troviamo nel mondo. L'arcobaleno è fatto di differenti colori, la musica è composta da note diverse e di conseguenza, mettendole insieme, si può sempre creare questa sinfonia del mondo. Perciò non si tratta di omologare e di diventare tutti uguali per diventare monocolore, ma di arricchire, a partire delle nostre differenze, la possibilità di creare un mondo migliore, malgrado queste diversità, attraverso quei punti in cui noi troviamo qualcosa di simile, soprattutto considerandoci tutti come credenti. Allora pur rimanendo ben ancorati alla nostra tradizione religiosa saremo capaci di creare una bella sinfonia.

 

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05 febbraio 2020, 11:00