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Pellegrinaggio della Diocesi di Lungro degli Italo Albanesi dell'Italia Continentale Pellegrinaggio della Diocesi di Lungro degli Italo Albanesi dell'Italia Continentale 

Parolin a Lungro: Eparchia, singolare vocazione per l’unità dei cristiani

La carità sia la via con cui testimoniate al mondo la luce di Cristo. È' l'auspicio con cui, rifacendosi alle radici dell'Eparchia, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, ha concluso la sua omelia a Lungro in Calabria, durante il Solenne Vespro di san Nicola. Sono terminate così le celebrazioni per i cento anni dalla creazione dell'Eparchia degli Italo - Albanesi dell'Italia continentale avvenuta il 13 febbraio del 1919

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Un centenario che è stato vissuto come un "pellegrinaggio spirituale" con diverse tappe importanti: il cardinale Pietro Parolin ha chiuso con queste parole al Solenne Vespro di San Nicola, nella cattedrale Eparchiale, le celebrazioni dei cento anni dalla creazione, il 13 febbraio 1919, dell'Eparchia di Lungro degli Italo- albanesi dell'Italia Continentale.

"La vicenda di San Nicola e delle sue reliquie anticipa ed in qualche modo riproduce alcuni tratti dell’esistenza delle comunità bizantine italo-greche ed albanesi: in entrambi i casi, infatti, la luce dell’Oriente ha trovato accoglienza nell’Italia continentale, che ha offerto ai resti mortali del santo vescovo e taumaturgo un luogo ove poter essere venerate degnamente, nella Basilica che ancora oggi porta il suo nome a Bari, e ai vostri antenati rifugio e riparo nella loro fuga dalla violenza e dall’oppressione". 

La vocazione all'unità dei cristiani

Una storia di pellegrinaggio e di accoglienza, ha aggiunto il porporato, che, come "tesoro prezioso," riverbera ancora oggi i suoi raggi sull’Eparchia di Lungro, nella duplice direzione "dell’annuncio" e della "testimonianza dell’unità nella diversità della Chiesa cattolica". E di questa storia - ha proseguito - "il mondo dell’ortodossia è consapevole, e a differenza di altri contesti più travagliati, non percepisce alcuna forzatura nell’“unità” poi stabilita dai vostri antenati con la sede di Roma e per questo affida alla vostra Eparchia una singolare vocazione per l’unione di tutti i cristiani".  Stessa funzione svolge, nelle parole del porporato, anche la basilica di San Nicola a Bari che custodisce le sue reliquie e che rappresenta "un tempio pienamente inserito nel contesto occidentale ma anche spalancato al di là del Mar Mediterraneo. Non per nulla, proprio dall’Oriente continuano a venire milioni di fedeli ortodossi".

Pace in Medio Oriente e incontro del Papa con i Patriarchi

E proprio all'intercessione potente di San Nicola il cardinale Parolin affida l'Eparchia e due intenzioni:

"Quella della pace e della riconciliazione in Medio Oriente, secondo quanto indicato dal Santo Padre insieme ai Patriarchi di quella tormentata regione, Cattolici e non, nell’incontro del 7 luglio 2018; e quella che vedrà Papa Francesco nel febbraio 2020 insieme ai Vescovi di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con l’organizzazione della Conferenza Episcopale Italiana: sia occasione di un risveglio del ruolo e della missione dei cattolici nei diversi Paesi, nell’annuncio del Vangelo e in quella difesa della dignità della persona umana che da esso scaturisce".

I fedeli cattolici di rito greco, che abitavano l’Epiro e l’Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, ... accolti con generosa liberalità ... nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevute dai loro padri ed avevano con somma cura ed amore conservate per lungo corso di secoli.  Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso dall’autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio ciel, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano.

Testimoniate che la luce della fede vince le tenebre

Ripercorrendo, con queste parole della Bolla Catholici Fideles di papa Benedetto XVI, la vicenda e la nascita dell'Eparchia, il cardinale Parolin è tornato a sottolineare quanto anche il rito dei Vespri ricorda, cioè che "ogni tenebra non ha e non può avere l’ultima parola", che "la morte non ha vinto il Figlio di Dio, che l’ha sconfitta dal legno della Croce". L’Eparchia di Lungro può festeggiare il suo centenario - sono state le parole del porporato - grazie alla "certezza incrollabile degli antenati che la luce della fede li avrebbe guidati nella prova e condotti secondo un disegno provvidente ad un porto sicuro di salvezza":

"Tale memoria non deve essere solo commemorata con le parole e i riti liturgici, ma deve essere un appello e un dovere anche per l’oggi: in contesti in cui a volte è smarrito il senso di Dio, o sostituito da diverse forme idolatriche del successo, del piacere, della sopraffazione del fratello, come credenti dovete portare nei diversi contesti in cui siete presenti ed operate la testimonianza della luce del Signore Gesù". 

In modo particolare, in conclusione, il cardinale ha raccomandato la testimonianza attraverso la via della carità: a chi è senza speranza - ha detto - portate il conforto che nasce dalla certezza che Cristo cammina con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo, a chi è nella necessità recate secondo le vostre possibilità il conforto della solidarietà fraterna. 

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06 dicembre 2019, 11:06