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Il Presepe di Scurelle porta a San Pietro le tradizioni del Trentino

Viene montato in questi giorni, in Piazza San Pietro, il Presepe donato da Scurelle, in provincia di Trento, con 26 statue in legno a grandezza naturale che ripropongono i mestieri di montagna dei primi del Novecento. Sarà inaugurato il 5 dicembre insieme all’albero proveniente da Rotzo, sull’Altipiano di Asiago (Vicenza). Due località colpite, nell’ottobre 2018, dalla tempesta Vaia

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

La stalla della Natività è in legno di larice e pietre del Lagorai, la catena montuosa della Valsugana che domina il paese di Scurelle. Sopra le statue di Giuseppe e Maria, del Bambino Gesù e dell’asino e il bue, a grandezza naturale, le pannocchie appese a seccare e un pezzo di trave originale utilizzato per legare le vacche durante l’alpeggio, il “magòn” in dialetto trentino. E’ il cuore del Presepe di Scurelle, che i Vigili del fuoco locali e gli “Amici del Presepio” stanno montando in questi giorni, e che si potrà ammirare in Piazza San Pietro dal 5 dicembre, giorno dell’inaugurazione, fino al 12 gennaio 2020.

Un paese di 1400 abitanti, ai piedi del Lagorai

E’ il dono a Papa Francesco di un paese di 1400 abitanti, a 47 chilometri da Trento e 370 metri sul livello del mare, ai piedi del Lagorai, che nel 2016 aveva portato in Vaticano un abete dei suoi boschi per farne l’Albero di Natale. Da vent’anni, la realizzazione del presepe coinvolge tutta la comunità, con le famiglie che hanno donato gli oggetti e i vestiti dei 23 personaggi, appartenuti ai loro avi all’inizio del Novecento e nel periodo della Grande Guerra, quando il fronte passava a due passi da Scurelle.

Una vecchia edizione del Presepe di Scurelle allestito in Piazza Maggiore
Una vecchia edizione del Presepe di Scurelle allestito in Piazza Maggiore

I volti scolpiti sul legno da Felix Deflorian

Accanto alla stalla c’è la “casèra”, abitazione tipica dei monti del Trentino, con il focolare, gli utensili della cucina e la legna impilata con cura. Non mancano il grano e la polenta, l’acqua della fontana, il latte con cui si faceva il formaggio e la lana delle pecore. Da qui prendono vita le scene del presepe, che ci riportano alle tradizioni e ai mestieri di un secolo fa. I volti delle statue sono stati realizzati dal noto scultore trentino Felix Deflorian, scomparso nel 2008, con il prezioso aiuto dei figli Tiziano e Maria Rosa.

Ivo Tomaselli e gli Amici del Presepio, anima dell'iniziativa

Le mani sono state scolpite da Ivo Tomaselli, che oggi guida il “Comitato Amici del Presepio e recupero tradizioni locali Scurelle”, il promotore dell’iniziativa che dal 1999 coinvolge 70 volontari e tutto il paese, dall’amministrazione comunale agli Alpini, dai Vigili del Fuoco Volontari, ai bimbi della scuola elementare, dalla parrocchia al Gruppo Missionario fino ai privati cittadini e alle imprese della zona.

Un pastore del Presepe di Scurelle
Un pastore del Presepe di Scurelle

La Natività, in una stalla di legno di larice e pietre del Lagorai

Le figure sacre delle Natività hanno un’espressività che tocca il cuore di chi le guarda. Il Bambino, in braccio alla Vergine Maria, resterà coperto fino alla notte di Natale. Accanto a loro si trova l’Angelo, con una pergamena a foglie d’oro finemente decorata, dedicata all’amore di Dio in tutte le stagioni. Davanti alla stalla una mamma con il figliolo e un pastore con una pecorella, contemplano la nascita di Gesù, e poco più in là sono in arrivo i Re Magi, vestiti con tessuti d’Oriente e guidati dalla cometa.

I mestieri di montagna di inizio Novecento

Tutti intorno i pastori, accompagnati dalle loro pecore e caprette, e le donne e le giovani impegnate nel cucinare la polenta e poi a versarla su “tajero”, nel filare la lana con la “roda” di legno, prendere l’acqua con i secchi dalla vicina fontana e mescolare la panna con la “pigna (utensile tipico, utilizzato per fare il burro), mentre una bimba stringe forte al petto la sua bambola di pezza. Gli animali sono impagliati, ma nessuno di essi è stato soppresso per la realizzazione del presepe. Poco più lontano, il “boschiero” sta portando la legna verso casa tirando la sua slitta. Lo accompagna il figlio, che gli illumina il cammino con una lampada.

Ivo Tomaselli scolpisce una mano di una statua del presepe nella sua bottega
Ivo Tomaselli scolpisce una mano di una statua del presepe nella sua bottega

Il boschiero, il malgàro e il cròmaro

Il malgàro controlla i suoi animali e rimesta il latte appena munto, mentre una pastorella, seduta su un tronco d’albero divelto, la “zocca”, con un agnellino che si struscia contro la sua gamba, guarda la scena. Il “cròmaro”, intanto, prosegue il suo viaggio. Figura tipica del Lagorai, porta nella sua valigia, la “casséla”, pietre focaie, stampe religiose, sementi e materiali per la casa per venderle in tutta Europa, e sfamare così la famiglia, perché i raccolti sono sempre più scarsi. Il personaggio più lontano è il “molo”, che abbarbicato nella sua baita sul costone della montagna, è il custode degli alberi e della natura, e scende in paese solo di rado. Attorno al presepe, alcuni tronchi spezzati dalla furia del vento e radici di alberi sradicati ricordano i terribili effetti della tempesta Vaia, che a fine ottobre del 2018 ha colpito i boschi del Triveneto.

L'albero di Rotzo, sull'Altipiano di Asiago 

Un presepe, quello di Scurelle, che rappresenta da 20 anni i valori cristiani che guidano la vita semplice e solidale di chi abita la montagna, e che verrà inaugurato il 5 dicembre, alle 16.30, insieme all’albero, donato quest’anno dal Comune di Rotzo, sull’Altipiano di Asiago, in provincia di Vicenza. Una realtà che con Scurelle ha creato un collegamento speciale, per il passato comune di una vita di montagna spesso dura, dalla quale molti, un tempo, sono fuggiti e dove oggi si lavora con tenacia e passione per tenere le comunità sempre vive, giovani e innamorate del loro territorio.

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La magia del Presepe di Scurelle, dalla Valsugana al Vaticano
26 novembre 2019, 14:55