Il backstage del conclave

Un documento senza precedenti: le telecamere entrano in Sistina per illustrare le fasi preparatorie del conclave. Una concessione speciale accordata nel 1939, quando il cardinale Pacelli venne eletto al soglio pontificio assumendo il nome di Pio XII

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

Non tutti sanno che in Vaticano c’è un Laboratorio di Falegnameria. Vi lavorano una decina di artigiani che hanno anche il compito di allestire la Sistina in occasione del conclave. È una delle curiosità evocate dalla quarta puntata del Web Doc sui sessant’anni della Filmoteca, intitolata appunto ‘Il conclave’.

Un’iniziativa straordinaria

L’episodio è basato su una pellicola conservata negli archivi dell’istituzione della Santa Sede che documenta proprio il contesto in cui si svolge l’elezione del pontefice. “Un’opera straordinaria”, afferma Paolo Trionfini direttore dell’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia Paolo VI (ISACEM). “Per la prima volta – prosegue – le macchine da presa entravano in luoghi da sempre considerati segreti”.

Il contenuto del film

Il documentario mostra infatti tutto ciò che precede l’extra omnes: il lavoro dei falegnami e dei muratori; la sistemazione dell’alloggio dei cardinali; l’arrivo dei porporati; gli oggetti utilizzati per lo scrutinio; la fumata e la folla in Piazza San Pietro. A realizzare le riprese i cineasti della ‘Peregrinatio romana ad Petri sedem’, in collaborazione il Centro Cattolico Cinematografico.

L’apertura della Santa Sede

Una concessione davvero eccezionale che ha consentito al pubblico di farsi un’idea più precisa della drammaturgia del conclave. Emblematica la reazione de ‘La Stampa’. Nell’edizione del 26 febbraio 1939 riporta che il mondo avrebbe potuto “vedere” per la prima volta “dove e quasi come si elegge il Papa”. Pare impossibile – commenta il quotidiano torinese – ma il cinematografo è riuscito a penetrare anche nel Conclave.

L’ipotesi

Tutto questo - evidentemente - con il benestare del Camerlengo, nonché segretario di stato vaticano di Pio XI, il cardinale Eugenio Pacelli. “E’ molto probabile che l’iniziativa di accogliere le macchine da presa fosse sua, sebbene – precisa Trionfini - non abbiamo documenti che lo attestino ufficialmente”. L’operazione sembra il frutto di un’attenta regia mediatica, in quanto anche i giornalisti della carta stampata vengono ammessi a visitare quei luoghi per raccontare meglio la cronaca dei giorni a venire.
 

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16 novembre 2019, 09:00