Innalzamento del livello del mare Innalzamento del livello del mare 

Auza: conflitti violenti a causa dello sfruttamento dell’ambiente

L’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, monsignore Bernardito Auza, ha richiamato, nel suo intervento alla 74.ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, un approccio etico per affrontare le sfide poste dai conflitti armati e dall’innalzamento del livello del mare

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Un appello al rispetto della dimensione umana e sociale della natura. Lo ha levato monsignore Bernardito Auza, Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, nel corso del suo intervento, alcuni giorni fa, alla 74.ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nella sua relazione, il nunzio ha toccato alcuni punti riguardanti il diritto internazionale e l’ambiente ma anche l’immunità dei funzionari statali.

Lottare per le risorse del pianeta

Soddisfazione della Santa Sede è stata espressa da monsignore Auza riguardo l’adozione di una serie di progetti sulla protezione dell’ambiente in relazione ai conflitti armati. Iniziative assunte dalla Commissione per il diritto internazionale (ILC) che ha anche spronato i governi ad affrontare il tema, “un lavoro – ha spiegato l’osservatore – che deve essere tempestivo e necessario”. Nel suo intervento, il nunzio ha ricordato il rapporto pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) nel quale si evidenzia che dal 1990 “almeno 18 conflitti violenti sono stati alimentati dallo sfruttamento delle risorse naturali”, il che significa che “negli ultimi 60 anni, il 40% di tutti i conflitti intrastatali può essere associato alle risorse naturali”. Le guerre sono legate allo sfruttamento delle risorse di alto valore, come il legname e i minerali preziosi ma scaturiscano anche dalla mancanza di acqua e terra. “In altre parole – ha spiegato monsignore Auza - lottiamo sulle risorse sempre più scarse del nostro pianeta e sfruttiamo le stesse risorse per continuare le nostre lotte”.

Non confondere l’immunità con l’impunità

Giungere ad un’intesa perché si trovi equilibrio “tra i privilegi di cui i funzionari statali dovrebbero godere nell'esercizio delle loro funzioni ufficiali e la responsabilità e la correttezza che dovrebbero essere i segni distintivi di tutti i funzionari pubblici”. E’ l’appello lanciato dall’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu che ricorda la necessità di “concentrarsi sulle questioni procedurali che sorgono in materia di immunità, tra cui la tempistica, l'invocazione e la revoca”, “tutelando al contempo solo le questioni di sovranità”. Si tratta di sfide “accresciute da preoccupazioni divergenti in materia di sovranità, nonché dal desiderio concorrente di evitare non solo l'impunità, ma anche procedimenti giudiziari a sfondo politico”.

Il richiamo ad una “ecologia integrale”

Andare oltre il semplice approccio giuridico: è la richiesta di monsignore Auza per affrontare il tema dell’innalzamento del mare in relazione ai conflitti armati. L’invito è di abbracciare “un approccio etico integrato” che metta in luce le reali conseguenze e dia una direzione alla comunità internazionale per offrire “una risposta giuridica adeguata”. “Nel caso dell'innalzamento del livello del mare, - ha spiegato il nunzio -  è chiaro che le discussioni sugli ecosistemi marini e costieri devono tenere conto degli uomini e delle donne che vi fanno affidamento, poiché l'ambiente umano e quello naturale prosperano o si deteriorano insieme”. Da qui il richiamo di Papa Francesco all’ecologia integrale perché si rispettino i bisogni e i diritti della generazione attuale ma anche quella futura.

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07 novembre 2019, 10:52