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Santa Sede: senza il rispetto della dignità umana non c’è sviluppo sostenibile

Intervenendo alla 74.ma Sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu sullo sviluppo sostenibile, monsignor Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, si è soffermato sul tema dello sviluppo sostenibile

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Per proteggere il nostro pianeta ed evitare di appesantire le generazioni future con i problemi che le generazioni passate e presenti hanno creato, non è più sufficiente affermare semplicemente che dobbiamo preoccuparci dell'ambiente e di coloro che vengono dopo di noi. Si devono unire gli sforzi per promuovere un tipo di progresso più sano, più umano, più sociale, più integrale. È quanto ha sottolineato monsignor Bernardito Auza intervenendo alla 74.ma sessione dell'assemblea Generale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile.

Sviluppo e solidarietà

L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ha detto il nunzio, ci ricorda che il futuro del pianeta è nelle nostre mani e in quelle delle generazioni future. Allo stesso modo, Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ sottolinea che lo sviluppo sostenibile non può prescindere da una “solidarietà intergenerazionale”.

Attenzione verso i fratelli

L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha poi spiegato che una autentica cura del pianeta “non può limitarsi ad un mero cambiamento dei modelli di produzione e di consumo”. Richiede, prima di tutto un’attenzione “verso i fratelli e le sorelle con cui condividiamo la casa comune”. Il degrado ambientale che stiamo vivendo ogni giorno - ha detto monsignor Auza – è legato a disgregazioni umane, etiche e sociali”.

Dignità della persona e bene comune

“Raccogliere la sfida di uno sviluppo sostenibile – ha aggiunto il nunzio - richiede un cambiamento importante nei nostri paradigmi di sviluppo”: non si può adottare un approccio settoriale che riduca “lo sviluppo sostenibile alla crescita economica, alla protezione dell’ambiente e al progresso tecnologico”. Al primo piano, ha sottolineato monsignor Auza, si devono mantenere la dignità intrinseca di ogni persona e la promozione del bene comune: la solidarietà tra le generazioni non è solo essenziale per raggiungere uno sviluppo sostenibile, ma è anche una questione fondamentale di giustizia.

Accordo di Parigi ancora da attuare

L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite ha infine ricordato che, nonostante i progressi compiuti con l’attuazione di varie convenzioni e accordi, rimangono molte sfide. In particolare deve essere ancora implementato l’accordo di Parigi. Tale intesa definisce un piano d’azione globale per evitare cambiamenti climatici pericolosi limitando il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2º C.

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16 ottobre 2019, 12:01