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Caffo: nuovi progetti della Santa Sede per tutelare i minori

Il fondatore di Telefono Azzurro e membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori racconta le conclusioni dell’ultima assemblea plenaria. Al centro dei lavori l’ascolto delle vittime e la responsabilità di vescovi e religiosi

Federico Piana- Città del Vaticano

“E’ emersa la necessità di affrontare alcune tematiche particolari come quella della ‘accountability’, la responsabilità, soprattutto dei vescovi e dei religiosi sempre mantenendo un confronto aperto i cui frutti verranno valutati dal Santo Padre”. Il professor Ernesto Caffo, membro della pontificia commissione per la tutela dei minori, racconta i risultati dell’assemblea plenaria dell’organismo vaticano, svoltasi dal 12 al 15 settembre scorsi. “Abbiamo messo a punto diverse azioni in zone del mondo dove la tutela dei minori dà più problemi. A esempio, un’iniziativa verrà realizzata in Polonia, altre in Sud America. Progetti concreti che terranno conto delle istanze e delle necessità che arriveranno dai singoli territori”.

Ci può dare qualche dettaglio in più in merito a queste iniziative?

R. - Posso solo dire che la necessità della formazione dei sacerdoti e dei laici è universale, trasversale. Dobbiamo trovare sistemi sempre più efficaci per raggiungere un così importante obiettivo. In questi anni, la nostra commissione ha elaborato numerosi progetti in tal senso che vanno dall’Africa all’Asia. Il nostro obiettivo rimane quello di creare poli formativi permanenti ed efficienti. La settimana scorsa ho avuto la fortuna di partecipare all’incontro in Vaticano con i vescovi appena eletti: devo riconoscere che tra di loro è molto alta la sensibilità nei confronti della difesa dei minori.

Una parte preponderante della plenaria è stata dedicata all’ascolto delle vittime. La riunione si è aperta con la testimonianza di una persona proveniente dal Brasile che ha raccontato il dolore per un abuso subito. L’ascolto è essenziale?

R. - La dimensione dell’ascolto delle vittime è imprescindibile. E’ al centro delle nostre attività, sempre. Ma abbiamo anche dato rilievo all’aiuto che possiamo dare alle persone che compiono delitti così tremendi. Attenzione alle vittime ma anche ai colpevoli per capire perché avvengono, per escogitare un sistema per intervenire prima che si compiano. E poi stiamo lavorando per collaborare con le autorità civili per seguire queste situazioni. Strutture di ascolto stanno nascendo in tutte le diocesi del mondo e ce ne sarà una anche per il Vicariato della Città del Vaticano.

In questa plenaria oltre ad aver continuato a lavorare sulle linee guida avete discusso sul significato emergente del concetto di ‘adulto vulnerabile’. Perché ad essere abusati non sono solo minori…

R. - L’allargamento dell’attenzione agli adulti vulnerabili è stato particolarmente importante anche se complesso, per via della definizione del termine non sempre univoca e chiara. Questo impone una nuova modalità di ascolto di coloro che non possono difendersi magari da veri e propri abusi di potere. C’è da fare un grande lavoro per cambiare la cultura.

Prossimi appuntamenti importanti?

R. - Il 24 ed il 25 settembre la commissione avrà un incontro con i dicasteri per mettere sempre più a sistema una serie di risposte che ogni dicastero ha sviluppato in questi ultimi anni. Un altro passo decisivo

Ascolta l'intervista a Ernesto Caffo

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17 settembre 2019, 15:28