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Sea Watch 3, card. Parolin: la stella polare è salvare le vite umane

Il segretario di Stato vaticano interviene sulla vicenda della nave della ong tedesca che ha attraccato a Lampedusa nonostante l'alt intimato da una motovedetta della Guardia di Finanza, rischiando di schiacciarla. “Io credo che la vita umana va salvata in qualsiasi maniera - ha detto a Potenza sabato sera, rispondendo ai giornalisti al termine della festa di Avvenire - quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario”.

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Io credo che la vita umana va salvata in qualsiasi maniera, ecco. Quindi quella deve essere la stella polare che ci guida, poi tutto il resto è secondario”. Lo ha detto sabato sera il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, rispondendo ai giornalisti, a Potenza, a conclusione della messa celebrata nell’ultima giornata della Festa del quotidiano “Avvenire”, riferendosi alla vicenda della nave Sea Watch 3 della ong tedesca.

L' attracco a Lampedusa: rischiata collisione con motovedetta

Nella notte tra venerdì e sabato, all’una e cinquanta, la capitana della nave che 16 giorni fa ha salvato in mare 40 migranti, ha deciso di procedere verso il porto di Lampedusa nonostante la mancanza di autorizzazione. “Temevo che qualche migrante si togliesse la vita”, Carola Rackete ha giustificato così la sua decisione, dopo tre giorni di attesa a mezzo miglio da Lampedusa. La nave è rimasta per qualche minuto all'esterno del porto, bloccata da una motovedetta della Gdf che le intimava ripetutamente l’alt, poi ha fatto "macchina avanti" e si è diretta verso la banchina.

Cosa è successo nel porto di Lampedusa
Cosa è successo nel porto di Lampedusa

Arrestata la capitana per "violenza a nave da guerra"

Prima di attraccare, una motovedetta della Guardia di Finanza ha tentato più volte di impedire l'ormeggio, fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch e la banchina. Poco dopo, i militari sono saliti a bordo della nave e hanno arrestato la 31enne capitana tedesca per violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione: resistenza o violenza contro nave da guerra, un reato che prevede una pena dai tre ai 10 anni di reclusione. La Guardia di Finanza e la Polizia hanno posto sotto sequestro l'imbarcazione. Carola è ora agli arresti domiciliari, decisi dalla Procura di Agrigento che la accusa di resistenza e violenza a nave da guerra e tentato naufragio. La comandante si è scusata per la manovra: "Non era assolutamente nelle mie intenzioni venirvi addosso. Volevo solo completare la mia missione".

I 40 migranti ora a Lampedusa: la Francia ne accoglierà dieci

I 40 migranti a bordo della Sea Watch sono scesi per poi essere trasferiti al centro di accoglienza sull'isola. Prima di sbarcare hanno salutato e abbracciato i volontari della ong che in queste due settimane li hanno assistiti. Dalla nave sono scesi anche i parlamentari che avevano condiviso questi giorni con migranti ed equipaggio per solidarietà. I migranti dovrebbero ora essere distribuiti tra diversi Paesi europei. La Francia si è detta disponibile ad accoglierne 10.

La Sea Watch: "Dopo 16 giorni in mare, non avevamo scelta"

"Non avevamo scelta, al comandante, iscritto nel registro degli indagati, non è stata data nessuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo". Così la portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi. "La violazione - ha aggiunto - è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per sedici giorni".

Il ministro Salvini: messa a rischio la vita degli agenti italiani

Appena informato dell'attacco della nave, il ministro dell'Interno italiano e vicepremier leghista Matteo Salvini ha commentato: "Comportamento criminale della comandante della Sea Watch, che ha messo a rischio la vita degli agenti della Guardia di Finanza. Ha fatto tutto questo con dei parlamentari a bordo tra cui l'ex ministro dei trasporti: incredibile".

Francia e Germania: l’Italia non consulta i partner europei

Il ministro dell'Interno francese, Christophe Castaner, in un lungo comunicato, ribadendo che la Francia è disposta ad accogliere 10 dei migranti sbarcati a Lampedusa, ha dichiarato che è “sbagliato affermare che l'UE non ha dimostrato solidarietà con l'Italia” e che comunque ora il governo italiano, con “la chiusura dei suoi porti in violazione del diritto internazionale del mare”, sta assumendo soluzioni “non concertate con i suoi partner europei”. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha scritto su Twitter: “Salvare vite umane è un obbligo umanitario. Il salvataggio in mare non deve essere criminalizzato. Spetta alla giustizia italiana chiarire velocemente le accuse” nei confronti della capitana della Sea Watch 3. Il ministro dell'Interno italiano Salvini ha subito replicato: “Difendere i confini nazionali non è un diritto ma un dovere. L'Italia non prende lezioni da nessuno e dalla Francia in particolare”, aggiungendo che “Parigi ha chiuso Schengen, era in prima fila per bombardare la Libia, abbandonava immigrati nei boschi italiani”.

Parolin e il Veneto: non venga meno la solidarietà

Il cardinale Parolin sabato sera, nel Teatro Stabile di Potenza, ha dialogato con il direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio sul tema: “La diplomazia della Santa Sede con Papa Francesco”.  Secondo il segretario di Stato vaticano, Papa Francesco considera “la diplomazia vaticana non mondana, è la diplomazia del Vangelo, per agire in base ai grandi valori della convivenza umana”. Poi ha parlato del Veneto, la sua terra (Parolin è nato nel vicentino), che si è trasformato da democristiano a leghista: “L'unica mia preoccupazione è che non vengano meno quei principi di solidarietà, apertura, accoglienza che hanno sempre caratterizzato la nostra gente. Pensiamo al cattolicesimo sociale che al Settentrione si è incarnato in opere di solidarietà. I tempi cambiano, anche le categorie dei poveri, ho paura che cambi questa attenzione”.

Migrazioni: politiche rispettose della dignità della persona

E poi, sul tema delle migrazioni: “Non è un tema facile, la Chiesa deve ricordare i principi del Vangelo, i laici devono avere l'autonomia sulle scelte che spettano alla politica. Ma il principio che guida le scelte politiche deve essere guidato dalla solidarietà, rispettose della persona umana e della sua dignità. Ci si divide su questi temi, e le divisioni non portano alle soluzioni migliori, l'invito è ad affrontare insieme queste situazioni. Evitare l'esasperazione dei toni, che non serve a risolvere i problemi, che vanno affrontati in maniera costruttiva. La comunità mondiale ha cercato di dare delle risposte con il Global CompactLa collaborazione è un metodo indispensabile”.

Tarquinio (Avvenire): più di un miliardo di cattolici sono extracomunitari

I cattolici, ha ricordato il direttore di “Avvenire”  Marco Tarquinio, sono un miliardo e 310 milioni. Quelli europei sono 270 milioni. Più di un miliardo di cattolici, quindi, sono extracomunitari. Abbiamo più fratelli, anche perseguitati, lontani da noi. Dobbiamo usare lo sguardo che ci suggerisce il Papa per riconoscerli”.

Mons. Moraglia (Venezia): “La risposta non è quella dei muri”

Sul tema migrazioni è intervenuto sabato anche il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che in una nota definisce “illusorio e non confacente con la realtà pensare di risolvere, oggi, la questione epocale dei migranti costruendo barriere fisiche alla nostra frontiera orientale che, pure, certamente va controllata e ‘regolata’”. “La risposta alla tragedia umana di interi popoli  - prosegue il patriarca - non può essere quella dei ‘muri’, ma quella della politica”. “Una politica che, una buona volta, voglia affrontare tale vicenda senza pregiudizi ideologici o ingenuo buonismo ma con realismo”. Ricordando che “accogliere chi si trova nello ‘status’ di migrante o rifugiato è un dovere e un principio fondamentale, riconosciuto dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Ginevra”, il patriarca Moraglia rileva, però, che “oggi nessun Paese è in grado di rispondere da solo”.

Un nuovo “piano Marshall” per regolamentare il fenomeno

“Ecco, allora, l’appello veramente pressante alla politica europea e mondiale perché attivi a livello planetario una sorta di ‘piano Marshall’. La politica europea, in particolare, deve trovare responsabilità, lucidità, volontà e modalità condivise, uscendo da angusti schemi e schieramenti, per regolamentare un fenomeno che tocca in modo universale non solo l’Italia ma l’intero continente europeo”. L’impegno di tutti, a livello personale e sociale, conclude mons. Moraglia, è quello di “garantire una integrazione reale, vera, dal volto umano, creando un contesto favorevole e culturalmente attrezzato”. Infine, l’invito a “perseguire, in Italia e in Europa, sapendo guardare oltre gli interessi particolari, con realismo e lungimiranza, con senso della giustizia, tutelando i diritti e il rispetto dei doveri di tutti”.

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30 giugno 2019, 10:30