L'arrivo del cardinal George Pell alla Corte Suprema dello Stato Victoria-Australia L'arrivo del cardinal George Pell alla Corte Suprema dello Stato Victoria-Australia 

Australia, al via il processo di appello al cardinale Pell

Un verdetto irragionevole e vizi di procedura: queste le osservazioni che la difesa ha portato oggi in Aula ai giudici della Corte di Appello in apertura del processo che vede il cardinale George Pell condannato in prima istanza dal dicembre scorso per abusi sessuali su due coristi minorenni quando era arcivescovo di Melbourne negli anni '90

E' iniziato oggi il processo d'appello al cardinale australiano George Pell. In isolamento nel carcere di massima sicurezza di Melbourne dal marzo scorso, il porporato aveva presentato ricorso contro la sentenza di primo grado che lo aveva riconosciuto colpevole, nel dicembre scorso, per abusi sessuali su due coristi minorenni alla fine degli anni '90. La condanna era stata a sei anni di reclusione. Pell che ha sempre professato la sua innocenza, ha scelto di presentarsi oggi nell'aula della Corte d'appello dello Stato Victoria, anche se non obbligato.

A guidare la difesa dell'alto prelato non è più il penalista Robert Richter che aveva già dichiarato di essere "troppo coinvolto emotivamente nella causa" e "irritato per il verdetto di colpevolezza". Al suo posto oggi c'è Bret Walker, che ai giudici ha enumerato un lungo "catalogo" di elementi che avrebbero a suo parere dovuto impedire la condanna in primo grado. L'avvocato ha essenzialmente parlato di un verdetto "irragionevole" perché basato esclusivamente sulla testimonianza di una sola delle due presunte vittime. La difesa ha ricordato che il secondo corista è morto per overdose nel 2014 e non avrebbe mai parlato di questi abusi. Altro errore ascritto al giudice di primo grado, il non permettere alla difesa di usare una ricostruzione videografica, la quale avrebbe dimostrato l'impossibilità per l'imputato di commettere i reati contestati. Bret Walker ha poi citato un'“irregolarità fondamentale", ovvero il fatto che il cardinale non sia stato citato in giudizio correttamente, non essendogli stato chiesto davanti alla giuria se si dichiarava colpevole o non colpevole. 

 

Domani nonostante siano previste le repliche dell'accusa, l'udienza di appello potrebbe concludersi, ma la Corte potrà richiedere diverse settimane prima di annunciare la sua decisione. Il porporato ha comunque fatto sapere tramite i suoi legali che se l'appello sarà respinto, non ne presenterà un secondo per chiedere una riduzione della pena. Ricordiamo che sulla condanna del cardinale la Santa Sede ha annunciato l'avvio di una propria indagine canonica da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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05 giugno 2019, 15:18