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Manifestazioni di protesta a Hong Kong Manifestazioni di protesta a Hong Kong 

Hong Kong: i leader religiosi chiedono dialogo tra governo e giovani

Incontro al Pontificio consiglio del dialogo interreligioso per i 40 anni di cooperazione tra le religioni ad Hong Kong. Il cardinale Tong Ho: no ad atti di violenza

Michele Raviart – Città del Vaticano

Chiediamo al governo cinese e ai manifestanti “di mettersi seduti attorno a un tavolo e dialogare tra di loro, con il desidero di esprimere le proprie idee e lasciando al governo la possibilità di spiegare perché vuole promuovere determinate disposizioni”. “Attraverso un dialogo franco”, infatti, “possiamo almeno cercare di ottenere il consenso o quantomeno trovare punti in comune, in modo da aiutare gli abitanti di Hong Kong a godere di una situazione di pace e tranquillità”. Così il cardinale John Tong Ho, amministratore apostolico di Hong Kong, ha commentato le tensioni in questi giorni nell’ex colonia britannica, a causa della controversa legge sulle estradizioni.

No agli atti di violenza

“Noi rispettiamo la libertà dell’individuo, quindi, se vogliono esprimere la loro opinione, questo dovrebbe essere rispettato”, ha spiegato il porporato che ha poi condannato ogni atto di violenza. “Ferire il prossimo ed essere violenti, lanciare pietre contro la polizia che ha il compito di mantenere l’ordine e la stabilità nella società”, ha ribadito, “non dovrebbe essere permesso”.

Il "Colloquium" dei sei leader religiosi

Il cardinale Tong Ho si trova in questi giorni a Roma per un incontro al Pontificio consiglio per il Dialogo Interreligioso che celebra i 40 anni del “Colloquio dei sei leader religiosi”, un’istituzione informale che riunisce insieme cattolici, protestanti, buddisti, musulmani, taoisti e seguaci di Confucio. “Tutti i capi delle religioni hanno fatto una dichiarazione su questa situazione”, ha affermato padre Pietro Choi, responsabile per i cattolici del “Colloquium”:”vogliamo essere strumento della pace, fare qualcosa per aiutare a dialogare il governo con i giovani. Vogliamo aprire una via di comunicazione tra loro, così possiamo trovare una soluzione”.

L'aiuto ai poveri

L’obiettivo del “Colloquium” è infatti quello di ricercare, nel rispetto delle diversità, il bene comune al fine di “promuovere pace e aiuto reciproco all’interno di una visione armonica della società, attraverso amore, pace, giustizia, perdono e attenzione per i più deboli e i poveri”. “Condividiamo i problemi della società di Hong Kong, come quelli che riguardano i giovani e gli anziani”, ha ribadito padre Choi, “ogni religione condivide il buono della nostra tradizione per portare il proprio aiuto verso coloro che hanno bisogno”. I membri del “Colloquium” si riuniscono due volte l’anno e sono spesso invitati a partecipare alle liturgie e alle feste principali di ciascuna religione, in uno spirito di cooperazione che si manifesta soprattutto in iniziative di solidarietà verso i più poveri. “Sebbene Hong Kong sia una città sviluppata”, hanno affermato i leader all’incontro, “ancora abbiamo un buon numero di persone che vivono sotto il livello di povertà e facciamo il nostro meglio per fornire loro attenzione e assistenza. Per quanto riguarda i giovani, li incoraggiamo a partecipare e a contribuire allo sviluppo della nostra società”.

La partecipazione all'Udienza generale

I circa trenta membri della delegazione interreligiosa hanno partecipato ieri all’udienza generale.”Il Papa ci ha ricordato l’importanza della comunità dei discepoli. Quindi noi, soprattutto coloro che non sono cattolici, abbiamo capito che l’unità è molto importante per portare la testimonianza alla società. Qui siamo religiosi di diverse tradizioni… La nostra unità è molto importante. É una testimonianza per la società”.

Ascolta l'intervista a padre Pietro Choi, della diocesi di Hong Kong

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13 giugno 2019, 14:14