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Guardia Svizzera Pontificia: appello per entrare nel Corpo

“Se ti piace l’avventura e la possibilità di imparare una cultura e una lingua nuova, unisciti a noi”. È l’appello della Guardia Svizzera Pontifica lanciato da una giovanissima recluta ne ‘I primi passi’, la nuova puntata della collana video intitolata ‘#1506, la Guardia Svizzera si racconta’

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

La verde Svizzera; il cuore di Roma; l’arrivo in aeroporto e l’accoglienza in Vaticano. Sono le tappe iniziali della nuova clip video della serie prodotta da Vatican Media e Officina della Comunicazione, sotto l’egida del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, per permettere alla Guardia Svizzera Pontificia di presentarsi ai ragazzi elvetici interessati a far parte del Corpo.

Sotto la divisa rinascimentale

La narrazione è imperniata sul viaggio di una giovane recluta e si sofferma soprattutto sul programma di formazione del Corpo per giungere ai più moderni standard di sicurezza. Un percorso intensivo – chiamato scuola reclute - della durata di due mesi che parte dal centro di addestramento della Polizia ad Isone, in Ticino, dove ci si allena e si studia. Le lezioni vertono sulle basi della psicologia e del diritto. Ma nel programma ci sono anche le nozioni di tiro, di autodifesa e di primo soccorso.

Persone e luoghi

Successivamente si torna in Vaticano per un altro mese di addestramento presso il quartier generale del Corpo. Qui si acquisiscono le necessarie conoscenze delle persone e dei luoghi di frequentazione quotidiana come il Palazzo Apostolico e Casa Santa Marta dove risiede il Papa e dove le Guardie Svizzere vigilano giorno e notte. Il corso prevede anche l’apprendimento delle forme militari con e senza alabarda e il protocollo da seguire in occasione delle visite dei Capi di Stato. Inoltre, nonostante la lingua ufficiale del Corpo sia il tedesco, si studia anche l’italiano.

Le camerate e il matrimonio

In questo periodo l’obiettivo primario è quello di alimentare lo spirito di squadra. Quindi si vive il più possibile assieme tranne durante il servizio quando è previsto l’affiancamento di un capo posto più anziano. In pratica si magia allo stesso tavolo, ci si confronta costantemente e si dorme in un’unica camerata composta da una decina di letti. In seguito si passa in stanze doppie o triple. La stanza singola spetta solo agli alabardieri più anziani o ai sottoufficiali. La residenza è sempre all’interno delle Mura Leonine, salvo eccezioni concesse a Guardie che vivono nelle immediate vicinanze perché desiderano sposarsi senza che sia disponibile un appartamento dentro lo Stato. La reperibilità di ogni Guardia Svizzera è una condizione fondamentale.

La settimana di informazione

“Capita molto raramente che qualcuno lasci durante due mesi di formazione”, spiega il sergente Urs Breitenmoser, responsabile dei media della Guardia Svizzera Pontificia. “In precedenza – aggiunge – ci sono diversi incontri per capire se la persona è idonea al percorso. Al termine arriva il colloquio conclusivo con il Comandante e il Cappellano, sono loro che danno il benestare finale”. Spesso tutto comincia con la cosiddetta ‘settimana di informazione’, in programma ogni autunno in Vaticano. Un’iniziativa rivolta ai ragazzi svizzeri fra 16 e 18 anni che si recano sul posto per vedere da vicino la realtà della Guardia Svizzera. “Una buona parte di loro – conclude Breitenmoser – entra realmente a far parte del corpo”.

Cosa serve per entrare nella Guardia Svizzera

Sono diversi i requisiti per la candidatura, come riporta il sito internet della Guardia Svizzera Pontificia. Tra questi: la cittadinanza svizzera; un’età compresa fra i 19 e 30 anni e un’altezza non inferiore ad un metro e settantaquattro centimetri. Inutile precisare la necessità di essere cattolici praticanti e la disponibilità a prestare servizio per almeno ventisei mesi. Le ferie arrivano solo dopo i primi otto mesi. Trascorsi cinque anni anche gli alabardieri possono sposarsi. In precedenza, invece, serviva molto più tempo: prima di contrarre matrimonio la recluta doveva infatti diventare caporale. Questa novità è stata introdotta nel 2018 da Papa Francesco nel quadro della riforma del Corpo che ha stabilito l’innalzamento del numero degli effettivi da 110 a 135 uomini.

 

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24 maggio 2019, 08:49