Immagine di repertorio della XXX Giornata amicizia fra Ebrei e cattolici Immagine di repertorio della XXX Giornata amicizia fra Ebrei e cattolici 

Catholic-Jewish Liaison Committee Meeting: insieme, nella sfida delle migrazioni

Comunicato finale del 24mo incontro - Popoli, idee e confini in movimento- svoltosi a Roma, dell’International Catholic-Jewish Liaison Committee (Ilc) -Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico, piattaforma di raccordo tra la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo e il Comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano

Si è concluso ieri a Roma il 24mo incontro del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico( ILC) che si è riunito per la prima volta nel 1971 a Parigi, segnando una tappa storica fondante di raccordo tra la Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo e il Comitato internazionale ebraico per le consultazioni interreligiose, sulla base della Nostra Aetate, la dichiarazione del Concilio Vaticano II che ha aperto una nuova era di relazioni tra cattolici ed ebrei.

Migrazioni, grandi sfide per le due religioni

La conferenza ha riconosciuto che la sfida delle grandi migrazioni e ciò che esse comportano a livello ideologico e politico, influenza entrambe le comunità e ha evidenziato anche le quotidiane scelte dolorose e difficili prese dai responsabili politici, dai servizi sociali e dalla leadership religiosa. Durante i lavori i relatori hanno dibattuto sulle diverse risposte dei governi e sul modo in cui il settore delle ONG – in cui sono coinvolti rappresentanti di entrambe le religioni - ha risposto, a volte collaborando e potendo così arrivare a risposte e servizi efficaci, in molti altri casi lavorando in contrasto in contrasto con le politiche e le pratiche governative pur di fornire un'assistenza umana e responsabile. I relatori sono stati in grado, inoltre, di fornire esempi reali dei modi, spesso eroici e sempre stimolanti, in cui le comunità cattolica ed ebraica hanno risposto con risorse, professionalità e creatività per affrontare la crisi umanitaria legata alle migrazioni.

Il contatto diretto con i profughi

La severità delle sfide – si legge ancora nel comunicato finale – richiede che lo sforzo continui e si espanda a livello locale, nazionale e internazionale. Inoltre il Comitato fa sapere di aver appreso “l'importanza delle visite in loco per rafforzare l'inquadramento più accademico delle questioni”. Diverse occasioni sono state fornite infatti ai delegati, dalla Comunità di Sant’Egidio con la quale hanno potuto visitare il centro profughi gestito dai volontari e incontrare i rifugiati, presso la scuola di lingua e cultura gestita dalla Comunità di Sant'Egidio. I delegati hanno appreso della loro metodologia per la cura e l'integrazione degli immigrati nelle comunità in cui lavorano, e dei loro sforzi per alleviare le sofferenze delle popolazioni migranti a rischio, attraverso i "Corridoi Umanitari". “Ogni migrazione nazionale” si legge nel comunicato finale  “ha una storia, una qualità e una cultura uniche e, allo stesso tempo, c'è un comune denominatore che tutti sono costertti ad affrontare  in questo momento di grandi spostamenti”. Ai delegati a metà dei lavori anche le parole di Papa Francesco servite ad evidenziare la condivisione di una “ricca eredità spirituale, che può e deve essere sempre più valorizzata, crescendo nella riscoperta reciproca, nella fraternità e nel comune impegno a favore degli altri”.

Antisemitismo e persecuzioni dei cristini, sfide urgenti

Nell’ ultima parte dei lavori i delegati - si legge ancora nel comunicato finale dell'incontro - hanno affrontato il tema della crescita dell'antisemitismo e delle persecuzioni dei cristiani nel mondo, definite una sfida “grave e urgente” che mette a rischio la libertà religiosa; hanno trattato dello status delle relazioni ebraico- cattoliche in l'Italia, e infien dell'opportunità di un aggiornamento sulle relazioni ufficiali tra la Santa Sede e lo Stato di Israele.

Il 50° anniversario di Nostra Aetate – dichiara il Comitato - ha prodotto “molteplici nuove risposte ufficiali che hanno elevato e intensificato il dialogo cattolico-ebraico” e l’incontro a Roma è servito per rilanciare questo dialogo basato su documenti antichi e recenti la cui analisi aiuta sempre a definire le strade del dialogo in futuro. La Conferenza si è conclusa con l'affermazione dello straordinario modello di comprensione e dialogo interreligioso che l'ILC rappresenta per il mondo in generale e per il mondo religioso in particolare. Nelle loro osservazioni conclusive, il cardinale Koch e il rabbino polacco hanno sottolineato la profondità del rispetto reciproco e hanno incaricato i partecipanti del mandato religioso di portare avanti un lavoro considerato sacro.

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17 maggio 2019, 15:56