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Berlino. Presentato Pal-life, libro bianco sulle cure palliative

Oggi a Berlino, presso la sede della nunziatura, è stato presentato il libro “Pal-life, il libro bianco per la promozione delle cure palliative” testo curato dalla Pontificia accademia per la vita e preparato da un gruppo internazionale di esperti in cure palliative. L’evento vuole promuovere una cultura dell’accompagnamento alla fine della vita

La Pontificia Accademia per la Vita ha pubblicato oggi a Berlino la versione tedesca del “Weißbuch” Pal-Life, dedicato alla promozione e allo sviluppo delle cure palliative nel mondo. Il testo, scritto da esperti dal tutto il mondo, presenta una serie di raccomandazioni ricolte ai diversi soggetti coinvolti nello sviluppo delle cure palliative. Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, il vescovo Franz-Josef Bode (Osnabrück), presidente della commissione pastorale della Conferenza episcopale tedesca, e Thomas Sitte (Fulda), medico palliativo per bambini e adulti, presidente della Deutschen PalliativStiftung (Fondazione tedesca per le cure palliative).

Mons. Paglia: promuovere una “cultura palliativa” contro le tentazioni eutanasiche e del suicidio assistito

Il presidente della Accademia per la Vita, mons. Vincenzo Paglia, è convinto che nelle cure palliative si manifesta una visione dell’uomo profondamente religiosa e pienamente umana al contempo, ha detto: “E’ proprio tale prospettiva la vera anima e la vera forza delle cure palliative. In questo orizzonte mi fa piacere presentare in questa sede un White Book che sarà inviato a Università e Ospedali Cattolici nel mondo per aiutare la conoscenza e la pratica delle cure palliative“. Mons. Paglia ha affermato che è urgente promuovere una “cultura palliativa”, sia per rispondere alle tentazioni eutanasiche e a quelle del suicidio assistito, sia soprattutto per fa maturare una “cultura della cura” che permetta di offrire una compagnia amorevole sino al passaggio della morte.“ Ha aggiunto mons. Paglia: “Se non possiamo guarire, possiamo ancora alleviare il dolore e la sofferenza e comunque continuare a prenderci cura di chi sta traversando forse il momento più difficile della sua esistenza. Quante volte – ha detto - le cure palliative sono state protagoniste del recupero di un accompagnamento integrale del malato nell’ambito della medicina contemporanea”.

Sitte: il libro spiega che in Germania non c'è bisogno del suicidio assistito

Il presidente della fondazione Deutsche PalliativStiftung, Thomas Sitte, ha affermato che “Questo Libro Bianco è il risultato del consenso di autorevoli esperti di tutto il mondo, e può e deve costituire un supporto pratico per tutti gli organismi che, a qualsiasi titolo, si occupano di assistenza sanitaria. Il libro è in questo senso uno strumento per la diffusione di un sapere necessario e ben fondato che permetta di spiegare, in modo sereno e oggettivo, che in Germania non abbiamo bisogno del suicidio assistito commercialmente organizzato per alleviare la sofferenza”.

Mons. Bode: tutelare la dignità della persona umana fino alla morte

Mons. Franz-Josef Bode, presidente della Commissione pastorale della Conferenza episcopale tedesca, ha elogiato il Weißbuch come un passo cruciale nella diffusione delle cure palliative. “È nostro dovere specifico, in qualità di ecclesiastici – ha affermato - tutelare la dignità della persona fino alla loro morte. In Germania stiamo assistendo a una ripresa del dibattito sull’articolo 217 del Codice penale, dibattito in seno di considerare il suicidio un diritto fondamentale e quello assistito un servizio a cui chiunque può ricorrere liberamente. Di fronte a una tale deroga dal principio di inviolabilità della dignità umana, non ci resta che ribadire con forza cosa significhi per noi una morte dignitosa e cosa intendiamo fare per garantirla”, ha detto mons. Bode. “Carità cristiana significa per noi rimanere vicini ai pazienti fino all’ultimo, senza abbandonarli nel momento in cui viene meno ogni prospettiva di guarigione; significa garantire loro le cure migliori, in grado di alleviare i loro dolori, senza voler posticipare la morte con l’accanimento terapeutico o affrettarla”. Su questo punto mons. Bode ha affermato che i vescovi tedeschi sottolineano la necessità che gli hospice e le cure palliative vengano diffusi in maniera capillare sul territorio tedesco. Il presule ha aggiunto, inoltre, che negli ultimi anni le cure compassionevoli sono diventate una pratica sempre più consolidata nelle strutture sanitarie in Germania. “Il potenziamento dell’accompagnamento del fine vita nel contesto cristiano, dovrà passare necessariamente da una collaborazione interprofessionale tra l’assistenza spirituale e le professioni sanitarie, dalla complementarità tra operatori professionisti e volontari, nonché dal dialogo proficuo con gli assistenti spirituali, ma soprattutto dalla scoperta o riscoperta dei sacramenti cristiani nel fine vita”, ha osservato mons. Bode. “Noi vescovi, io per primo, riteniamo che i sacramenti ricevuti in dono nella Chiesa debbano essere offerti con modalità e sensibilità nuove anche alla moltitudine di coloro che non vi hanno più accesso“.

 

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23 maggio 2019, 12:02