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Maratona di Roma, gli atleti in preghiera prima della gara

Al via oggi la corsa podistica per le strade della Capitale. Tra i team anche l’Athletica Vaticana, che ieri sera ha promosso la Messa del Maratoneta nella Basilica di Santa Maria in Montesanto.

Salvatore Tropea – Città del Vaticano

Lo sport come metafora di vita e, in particolare, la maratona come metafora del cammino da percorrere per seguire Cristo e i suoi insegnamenti. Con questo obiettivo comune si sono riuniti in preghiera decine di atleti e atlete ieri sera, nella Basilica di Santa Maria in Montesanto a Piazza del Popolo – la cosiddetta “Chiesa degli artisti” – per celebrare la Messa del Maratoneta, alla vigilia della gara podistica che si tiene oggi per le strade di Roma. La Celebrazione, promossa da Athletica Vaticana, ha visto la partecipazione di numerosi atleti appartenenti a diversi team e club, soprattutto le forze dell’ordine con i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, l’Esercito e i Vigili del Fuoco. Al termine della Messa – presieduta da monsignor Melchor Sanchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Cultura e presidente di Athletica Vaticana – è stata recitata la "preghiera del maratoneta", tradotta in trentasette lingue. 

Sulle orme di San Paolo

Il presidente di Athletica Vaticana ha inoltre citato San Paolo che “ci porta nello stadio e nella corsa”. L’apostolo delle genti usò la metafora sportiva parlando della meta non ancora raggiunta, dello sforzo di correre per conquistarla, essendo anche lui stato conquistato da Cristo. Monsignor Sanchez ha quindi sottolineato che gli insegnamenti di Paolo e, prima ancora, di Cristo indicano che “l’agognata mèta dei 42,195 chilometri diventa solo un’ombra, una profezia del vero traguardo, che è Cristo”.

La campagna #WhiteCard

La rappresentativa podistica della Santa Sede, prima associazione sportiva vaticana costituitasi lo scorso gennaio, ha inoltre aderito alla campagna #WhiteCard, in collaborazione con la Peace and Sport Foundation. L’iniziativa prende come simbolo un cartellino bianco che – contrariamente a quello rosso di espulsione – vuole ricordare i valori dell’inclusione, dell’uguaglianza e della pace. Quest’anno la campagna è stata lanciata durante la Friendly Football Day che ha riunito comunità turco-cipriote e greco-cipriote nel villaggio di Pyla, a Cipro. Proprio il “Whithe Card” è stato il gesto simbolico compiuto dagli atleti alla fine della Celebrazione: una foto di gruppo con in mano un cartoncino bianco per indicare l’impegno per uno sport pulito, sano e scevro da ogni discriminazione e scorrettezza. Nello sport come nella vita, insomma, con meno azioni da cartellino giallo o rosso.

La Giornata Mondiale dello Sport

Le strade della Capitale sono state invase questa mattina da oltre 10mila atleti, provenienti da 88 nazioni diverse. La 25esima edizione dell’Acea Maratona Internazionale di Roma arriva inoltre nel giorno successivo alla Giornata Mondiale dello Sport per lo sviluppo e la pace. Istituita nel 2013 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, si celebra proprio il 6 aprile per ricordare l’inaugurazione, nel 1896, dei primi Giochi olimpici dell’era moderna ad Atene. Anche Papa Francesco, al termine dell’Udienza Generale di mercoledì scorso, ha voluto lanciare un appello in occasione di questa giornata. “Lo sport – ha affermato il Pontefice – è un linguaggio universale, che abbraccia tutti i popoli e contribuisce a superare i conflitti e a unire le persone”. Il Santo Padre ha inoltre sottolineato che lo sport è anche “una scuola dove si forgiano le virtù per la crescita umana e sociale delle persone e delle comunità”.

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La Messa alla vigilia della Maratona di Roma
07 aprile 2019, 10:30