Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani 

Women in Power all'Onu: per la prima volta presente il Vaticano

Il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta ha rappresentato la Santa Sede alla 63esima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne, presenti 5 donne capo di Stato. "Con la mia partecipazione - ci dice - la Santa Sede ha voluto dare un segnale importante sulla presenza femminile ai vertici delle sue strutture"

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Per la prima volta la Santa Sede ha inviato un suo rappresentante ad una sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne, la numero 63, e si tratta del direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta, che ha partecipato alla conferenza “Women in Power” organizzata da Maria Fernanda Espinosa Garcés, presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU. Nel Palazzo di Vetro a New York, la sede centrale dell’Onu, nella mattinata del 12 marzo, la rappresentante della Santa Sede ha partecipato alle tre tavole rotonde ad alto livello inserite nell’evento, che è stato aperto dal segretario generale, il portoghese Antonio Guterres.

Come le donne leaders cambiano il mondo

Alle prime due tavole rotonde, sul tema “Come le donne leaders cambiano il mondo”, hanno partecipato la presidente della Lituania Dalia Grybauskaitė, quella del Nepal Bidya Devi Bhandari e di Trindad e Tobago Paula-Mae Weekes. La presidente di Malta, Marie-Louise Coleiro Preca, ha inviato un videomessaggio. Presneti anche la vicepresidente della Colombia e l’alta rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, l’italiana Federica Mogherini. Nel secondo panel, sullo stesso tema, sono state protagoniste la presidente della Croazia Kolinda Grabar-Kitarović, quella dell’Estonia Kersti Kaljulaid e la premier islandese Katrín Jakobsdóttir, mentre il primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha registrato un videomessaggio.

Le presidenti di Estonia, Lituania, Nepal e Trinidad e Tobago

All’ultima tavola rotonda, sul tema “Il futuro della leadership delle donne” hanno partecipato altre ministre, giornaliste e anche la presidente dei Musei del Qatar, Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani. A Barbara Jatta, Vatican News ha chiesto il significato di questa storica partecipazione.

Ascolta l'intervista a Barbara Jatta

R. - Si tratta della prima volta che la Santa Sede invia un suo rappresentante a questa assemblea. Personalmente, mi onora, ma penso che sia un segnale importante che la Santa Sede ha voluto dare della presenza femminile nelle sue strutture.

Rappresentare la Santa Sede in una commissione sullo status delle donne permette anche di portare la testimonianza della dottrina sociale della Chiesa sul tema…

R. - La dottrina sociale della Chiesa ha degli spunti straordinari che si stanno assolutamente applicando. Io ne sono l’esempio, in quanto donna, moglie, madre ma anche lavoratrice all’interno di una struttura vaticana, dove sono sempre stata rispettata, valorizzata per il lavoro che ho fatto ma anche con un’attenzione al mio essere madre e moglie. La società è cambiata e la Santa Sede chiaramente si è adeguata ai tempi, con tante iniziative verso le donne e sono sempre di più i ruoli che le donne ricoprono in posizione apicale all’interno della Santa Sede.

Partendo anche da suo esempio, sono cresciuti i ruoli apicali per le donne in Vaticano?

R. – L’ 8 marzo ero all’università Santa Croce a Roma, insieme ad altre due donne, il sottosegretario per la famiglia del Dicastero per i Laici, la professoressa Gambino e Natasa Govekar, del Dicastero della Comunicazione e tutte noi portavamo la nostra esperienza di donne all’interno di organismi della Santa Sede. Esempi positivi che hanno stimolato ulteriori nomine di donne in posizione di tipo apicale. Io facevo l’esempio dei Musei Vaticani o della mia esperienza in Biblioteca vaticana. Quando sono arrivata in Biblioteca eravamo soltanto tre donne, quando l’ho lasciata, 20 anni dopo, eravamo il 50 per cento di tutti i dipendenti. Le donne sono il 50 per cento circa dei quasi mille tra dipendenti e collaboratori degli attuali Musei Vaticani e molte donne sono in posizioni apicali sia per la parte curatoriale che per la parte amministrativo-gestionale dei Musei Vaticani, quindi c’è veramente una parità di presenza maschile e femminile, almeno nelle strutture dove io ho lavorato, nella Santa Sede.

Possiamo quindi dire che a più di 30 anni della Mulieris dignitatem, che è stata un po’ una pietra miliare, dalla Chiesa sono stati fatti molti passi concreti in avanti …

R. – Io ne sono convinta e personalmente ne sono un esempio. I 5 cardinali bibliotecari con i quali ho lavorato e il cardinale presidente Giuseppe Bertello, che è il mio attuale superiore, hanno avuto e hanno una particolare attenzione per i ruolo femminile e quindi l’applicazione della Mulieris dignitatem è avvenuta e sta avvenendo, con i passi di una società che è in evoluzione.

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13 marzo 2019, 09:00