Cerca

Arcivescovo Bernardito Cleopas Auza, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite Arcivescovo Bernardito Cleopas Auza, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite 

Mons. Auza: il dialogo interreligioso e la pace

È la dichiarazione firmata lunedì scorso dal Papa e dal Grande Imam di Al Azhar al centro del discorso tenuto ieri dall’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, all’evento sul tema “Il dialogo interreligioso di New York: costruire la coesione sociale e comunità inclusive”

Debora Donnini - Città del Vaticano

Gli autentici insegnamenti religiosi contribuiscono alla pace, alla vera libertà, a combattere il terrorismo, a garantire l’accesso a istruzione e lavoro soprattutto per le donne, a proteggere bambini, anziani e deboli. Sono alcuni temi del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” - siglato appunto nel corso del viaggio apostolico di Francesco negli Emirati Arabi – che mons.  Auza richiama nel suo discorso, ieri a New York, all’incontro che ha per tema proprio il dialogo interreligioso: un modo per celebrare l’ottava edizione della Settimana dell’armonia interreligiosa dell’Onu. Mons. Auza, tra l’altro, ha portato per tutti una copia del Documento. Nel suo intervento si richiama anche alle parole di Papa Francesco in occasione della firma della dichiarazione.

Canali di fraternità

“Il dialogo interreligioso è una condizione necessaria per la pace nel mondo”, essenziale per assicurare il vero progresso umano. Sottolineato quindi come si profani il nome di Dio ogni volta che lo si usi per giustificare la violenza. “La vera pietà religiosa implica sempre amare Dio e il prossimo". Per costruire comunità inclusive, è dunque centrale che i religiosi e le persone di fede siano canali di fraternità. E Papa Francesco – sottolinea ancora mons. Auza – “ama parlare del dialogo interreligioso” come di un “caminar juntos” (camminare insieme), in cui le persone di diverse religioni e culture cominciano un dialogo di vita, condividendo gioie e dolori.

Conoscere gli altri

Un altro aspetto evidenziato dal Papa è quello del “coraggio dell’alterità”, con la difesa dell’umanità e dei diritti dell’altro, compresa la libertà religiosa, altrimenti non ci può essere vero dialogo. Bisogna dunque conoscere la storia e la cultura degli altri e tante difficoltà derivano proprio da false comprensioni di ciò in cui gli altri credono. “Il vero dialogo presuppone che ciascuna parte desideri conoscersi e desideri accrescere e approfondire la conoscenza reciproca”, dice mons. Auza. Il dialogo richiede poi un profondo senso di giustizia fraterna. Un’autentica fraternità, favorita da un’autentica armonia interreligiosa, può aiutarci a mantenere lo sviluppo integrale e coeso.

Le conseguenze del dialogo interreligioso

Quindi mons. Auza passa in rassegna le conseguenze positive di questo tipo di dialogo interreligioso. Prima di tutto mostra a tutta la società come confrontarsi sulle questioni più importanti e come lavorare rispettosamente, in un’epoca di grande polarizzazione e frammentazione sociale. In secondo luogo, porta a lavorare insieme in progetti di aiuto ai poveri, ad educare gli orfani e così via. In terzo luogo, “in un mondo in cui alcuni cercano di ostracizzare Dio dagli spazi pubblici”, la collaborazione fra credenti aiuta ad “assicurare che il nome di Dio non venga dimenticato e che l’amore di Dio soprattutto verso i più bisognosi non si raffreddi mai nei cuori umani”. La terza conseguenza messa in luce dall’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, è che questo tipo di dialogo interreligioso rende possibile una testimonianza concertata contro la violenza a sfondo religioso e “fornisce un mezzo per ripulire le paludi in cui tale estremismo si riproduce”. Quindi, non solo aiuta a superare la mancanza di comprensione reciproca, che può portare a trattare gli altri come nemici piuttosto che come fratelli, ma può anche fare in modo che i valori religiosi, che si trasmettono di generazione in generazione, siano quelli che promuovono l’armonia e non l’odio. Infine il dialogo interreligioso esalta la testimonianza delle singole religioni sull’importanza della dimensione trascendente della vita umana. Mons. Auza, in conclusione, auspica che questa conversazione si riveli un passo nella direzione di comunità coese, in modo che si favorisca il vero sviluppo e la pace.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

06 febbraio 2019, 13:11