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Nasce l’Osservatorio Internazionale sulla Famiglia

In Sala Stampa Vaticana, la presentazione dell’iniziativa nata grazie alla sinergia tra l’Istituto “Giovanni Paolo II”, l’Università Cattolica di Mursia e il Centro Internazionale Studi Famiglia. Un monitoraggio che implica una riflessione specificatamente indirizzata a leggere il valore della famiglia

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“La famiglia è la risorsa della società”: mons. Vincenzo Paglia, presidente dell'Accademia per la Vita, ha voluto ribadire questo concetto per spiegare la nascita dell’Osservatorio Internazionale sulla Famiglia. L’iniziativa, presentata oggi in Sala Stampa Vaticana, vede il coinvolgimento del Pontificio Istituto Teologico “Giovanni Paolo II” per gli Studi sul Matrimonio e la Famiglia in sinergia con Università Cattolica di Murcia, in Spagna, e il Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf) di Milano.

Mons. Paglia: alle famiglie il premio Nobel per la sostenibilità

Al progetto che nasce per capire quale è il valore aggiunto della famiglia nel generare la società, hanno aderito finora 20 istituzioni accademiche di 15 nazioni, cui sarà affidata la rilevazione dei dati nazionali, tra questi Italia, Spagna, Finlandia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Stati Uniti d'America, Messico, Argentina, Cile, Benin, Kenia e Hong Kong. In conferenza stampa, mons. Vincenzo Paglia ha affermato che “in un momento in cui la società si frammenta, la famiglia rappresenta il fondamento della società. Oggi il premio Nobel della sostenibilità – ha concluso - va dato alle famiglie”.

Belletti: uno sguardo quantitativo e qualitativo sulle famiglie

L’Osservatorio, il cui sito web è www.familymonitor.net fruibile in inglese, spagnolo e italiano, inizierà il suo lavoro nel gennaio 2019. Al momento non esiste una sede perché, come ha spiegato il direttore del Centro internazionale studi sulla famiglia (Cisf), Francesco Belletti, la struttura sarà leggera a livello di governance. “La nostra collaborazione - ha aggiunto - sarà avviata non solo con realtà cattoliche ma anche con università di altra ispirazione religiosa”, e ong, Caritas Internazionale e varie realtà famigliari. Il primo triennio di studi sarà dedicato alla famiglia e la povertà declinata sia negli aspetti materiali che relazionali. “Tra le priorità conoscitive essenziali - ha spiegato Belletti - resteranno sotto osservazione in modo permanente il ruolo della donna, la condizione dei bambini, il ruolo delle nuove tecnologie e dello sviluppo delle reti sociali digitali”. Rispondendo ad una domanda sui Paesi più “family friendly”, il direttore ha parlato di poche nazioni – Ungheria, Francia e Polonia – che si distinguono per misure a sostegno della famiglia. Per l’Italia “ai tanti annunci non sembra seguire un deciso investimento nelle politiche familiari”.

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06 dicembre 2018, 16:20