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Mons. Devčić: il Papa ha accolto i vescovi della Croazia come un padre

Pastorale giovanile e immigrazione tra le questioni affrontate nella visita ad limina della conferenza episcopale croata del 12 novembre. L'arcivescovo di Rijeka: "noi non siamo un'isola"

Michele Raviart – Città del Vaticano

“È stato l’incontro tra un padre e i suoi figli. Questa è stata l’atmosfera. Il Santo padre ci ha incoraggiato e noi lo abbiamo informato sulla situazione della Chiesa in Croazia. Tutto si è svolto in un’atmosfera senza tensioni”, così mons. Ivan Devčić, arcivescovo di Rijeka, racconta l'incontro di lunedì scorso con Papa Francesco per la visita ad limina della Conferenza episcopale croata

Giovani e famiglie

“Papa Francesco è un grande uomo e quando siamo venuti ha detto di parlare tutti senza qualsiasi tensione o paura”, continua il presule, presente con altri vescovi croati ad un incontro al Dicastero per la comunicazione. Mons. Devčić ha esposto insieme agli altri vescovi del suo Paese i problemi attuali della vita della Chiesa croata: “la pastorale dei giovani è la questione più importante per noi, oltre alla pastorale delle famiglie”.

Identità cattolica ed europea

“Noi non siamo un’isola”, ha specificato mons. Devčić, ricordando tanto l’importanza della fede cattolica nell’identità nazionale quanto l’appartenenza della Croazia all’Unione europea, alla quale ha aderito nel 2013 come 28 esimo Stato membro.  “Noi siamo molti contenti e felici di appartenere all’Unione Europea” – afferma  - non siamo ancora nella zona Schengen, ma siamo il confine esterno dell’UE”.

Immigrazione

Tra le questioni da affrontare c’è quindi quella della “rotta balcanica” seguita dai migranti per raggiungere i Paesi dell’Unione. “Noi abbiamo esperienza dell’immigrazione perché durante la guerra nelle parti occidentali della Croazia c’erano molti immigrati dalla Bosnia e della parte orientale della Croazia”, quelle più colpite dal conflitto.  “Da noi c’è un’apertura per l’immigrazione”, conclude l’arcivescovo di Rijeka, “ma dobbiamo sapere chi sono, perché adesso gli immigrati vengono senza documenti e il Paese ha degli obblighi verso tutta l’Unione Europea e deve quindi custodire bene le frontiere”

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15 novembre 2018, 18:30