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Card. Parolin: su dignità umana, impegno con ogni interlocutore possibile

Intervenendo al Simposio internazionale della Fondazione Ratzinger - Benedetto XVI, a settant’anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il segretario di Stato vaticano Parolin ha ribadito l’impegno della Chiesa per “l’uomo nella sua integralità”

Giada Aquilino - Città del Vaticano

La tentazione delle società di oggi è quella “di accentuare molto la parola ‘diritti’, tralasciando quella più importante, ‘umani’”: se i diritti perdono il loro “nesso con l’umanità”, diventano “solo espressioni di gruppi di interesse”, con una concezione di “persona umana staccata da ogni contesto sociale e antropologico”, come più volte spiegato da Papa Francesco. Lo ha sottolineato il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, intervenendo nel pomeriggio a Roma al Simposio internazionale della Fondazione Ratzinger - Benedetto XVI in collaborazione con l’Università Lumsa sul tema: “Diritti fondamentali e conflitti fra diritti”, a settant’anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 10 dicembre 1948.

L’uomo nella sua integralità

Il porporato, alla vigilia di un viaggio in Africa, ha salutato gli organizzatori e il presidente della Fondazione, padre Federico Lombardi, ed ha tracciato un quadro degli interlocutori della Santa Sede nell’ambito dei diritti umani, precisando subito come nella riflessione della Chiesa non ci siano i diritti di “un uomo sciolto da ogni nesso” o un “uomo frammentato” nei suoi vari aspetti sociali, economici, religiosi, ma “l’uomo nella sua integralità”. La Santa Sede non cessa quindi di “levare la sua voce” in difesa della persona umana: la Chiesa, ha aggiunto, si sente “libera” di raggiungere “ogni possibile” interlocutore, anche a partire dalle posizioni “più lontane”, partendo da un aspetto fondamentale: “il carattere universale dei diritti”.

La famiglia umana

Oggi - ha osservato il cardinale Parolin - “si nota una presa di distanza, tanto in alcuni ambiti del cosiddetto Occidente, quanto in altri contesti culturali, quasi che il senso profondo dei diritti umani sia contestualizzabile e applicabile solo a certi luoghi e a una certa epoca, che sembra ormai irrimediabilmente avviata sulla via del tramonto. Occorre, invece, recuperare la dimensione oggettiva dei diritti umani, basata sul riconoscimento - ha sottolineato richiamando la Dichiarazione del 1948 - della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, che costituisce il fondamento della libertà della giustizia e della pace nel mondo”.

Il più ampio confronto

Il segretario di Stato vaticano ha evidenziato come si noti pure una “crescente insofferenza” da più parti “nei confronti delle Organizzazioni internazionali e della diplomazia multilaterale”, che mette oggi in “serio pericolo” l’interlocuzione sui diritti umani. La Santa Sede ritiene “fondamentale” favorire il più ampio confronto possibile con tutti gli uomini e con quelle istituzioni “che si adoperano per tutelare i diritti dell’uomo, e promuovere il bene comune e lo sviluppo sociale”. Papa Francesco, ha messo in luce, “ci sprona costantemente a costruire ponti e ponti possono essere costruiti con molteplici interlocutori, sia nel campo multilaterale che in quello bilaterale, tanto con gli Stati che con le Organizzazioni non-governative, con interlocutori religiosi, come pure con soggetti laici e aconfessionali”.

Diritti specifici

Dell’impegno della Santa Sede in difesa di specifici diritti, il cardinale Parolin ha menzionato il diritto alla vita, dall’inizio alla sua fine naturale, soprattutto di fronte alle “nuove sfide” legate alla moderna biotecnica e “favorite talvolta da legislazioni piuttosto permissive”, come pure alle “spinose questioni” che si pongono circa “la manipolazione genetica, la tratta degli organi e i nuovi sviluppi della “ibridazione” della persona umana “con il genoma di altre specie”, ricordando le parole di Benedetto XVI sui “ molteplici attacchi a cui è esposto il diritto alla vita”.

C’è chi si ritira da discussione su migranti

Quindi l’impegno per favorire l’eliminazione della pena di morte, che per la Chiesa è “inammissibile”. La promozione inoltre dei diritti dei migranti e dei profughi: il porporato ha citato il lavoro della Santa Sede e dell’Onu per definire i cosiddetti Global Compacts sui migranti e sui rifugiati, che saranno adottati entro l’anno: “purtroppo - ha evidenziato - duole constatare come alcuni Paesi si stiano ritirando dalla discussione”. Papa Francesco ha enunciato 4 verbi, accogliere, proteggere, promuovere e integrare, a proposito di chi lascia la propria terra a causa di guerre, persecuzioni, fame, ristrettezze economiche. “Sappiamo - ha detto il cardinale - che questo Suo impegno nella promozione della dignità dei più deboli, specialmente dei bambini e degli adolescenti che sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari, Gli ha procurato talvolta un sentimento di ostilità specialmente tra quanti hanno visto il proprio territorio fortemente investito dalle recenti ondate migratorie”. Francesco, ha continuato, ha messo in luce come l’accoglienza debba “essere ragionevole”, ovvero “accompagnata dalla capacità di integrare e dalla prudenza dei governanti”, come pure “affiancata dal rispetto del luogo che accoglie”. Eppure la politica, ha proseguito il segretario di Stato vaticano, “non di rado” ha rinunciato al suo ruolo di “mediazione sociale” per edificare il bene comune, “cedendo all’imprudente tentazione della ricerca di un facile consenso e cavalcando le paure ancestrali della popolazione”.

Pensiero, coscienza e religione

Nel campo del diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, il segretario di Stato vaticano ha quindi ricordato come la Santa Sede si adoperi “ affinché si eviti la marginalizzazione della religione nella società civile” e perché in ogni società “siano tutelati egualmente i diritti di tutti i cittadini indipendentemente dal loro credo religioso”.

Carità e amore

È dunque nel comandamento dell’amore che “possiamo trovare espressa l’idea ispiratrice dei diritti umani”. Perché alla loro origine vi è “solo la compassione e la gratuità”, “in termini cristiani diciamo la carità”, di un uomo verso un altro uomo, cioè una persona “con una sua connaturata dignità”.

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15 novembre 2018, 19:23