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Sinodo, card. Souraphiel: la Chiesa è vicina ai giovani africani

L’arcivescovo di Addis Abeba chiede maggiore collaborazione per affrontare migrazioni e disoccupazione

Michele Raviart - Città del Vaticano

Disoccupazione e migrazione. Sono questi i grandi temi che coinvolgono i giovani africani e solo affrontandoli "potrà cambiare questa situazione, senza pensare che nel Golfo o in Europa ci sia il paradiso". Lo afferma il cardinale Berhaneyesus Souraphiel, arcivescovo di Addis Abeba, a margine di un incontro informale con alcuni padri sinodali africani nella sede di Vatican News.

Migrazioni interne

“L’Africa è un continente molto popolato, con un numero di giovani elevato - spiega - quando si parla di giovani migranti, nei media si parla di quelli che vanno verso l’Europa o il Medio Oriente, mentre la gran parte si sposta all’interno dell’Africa. Più dell’80% dei giovani migra all’interno del continente a causa della mancanza di buon governo". Il porporato ha anche puntato il dito contro la diffusa presenza di armi "specialmente provenienti dall’ dall’estero” che faciliterebbero l’arruolamento dei giovani. Un ruolo importante è giocato anche dalle grandi “compagnie transnazionali che vengono - rimarca - per sfruttare l’Africa e non investono nello sviluppo dei villaggi".

Disoccupazione

“La Chiesa è presente, ascolta i giovani, la gioventù africana è molto religiosa”, ha evidenziato. Il problema secondo il cardinale è quello che succede quando i ragazzi escono dalla "cura" della Chiesa. “Molti, per esempio, sono malati di Aids e questa è una grave situazione - continua - la disoccupazione è molto alta. I governi devono affrontare tutto questo". Per il cardinale Berhaneyesus Souraphiel gli aiuti internazionali dovrebbero essere indirizzati, seguendo le orme della Chiesa, non solo ai giovani delle grandi città, ma anche a quelli delle campagne.

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10 ottobre 2018, 19:34