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Sinodo: la Chiesa aiuti i giovani a realizzare i loro sogni

17.ma Congregazione generale stamani, 20 ottobre, per il Sinodo dei vescovi in corso in Vaticano sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Al centro dei lavori, le 14 Relazioni dei Circoli Minori sulla terza parte dell’Instrumentum Laboris. 235 i Padri Sinodali presenti in Aula

Isabella Piro – Città del Vaticano

Quanto è disposta, la Chiesa a lasciarsi “disturbare” dai sogni dei giovani e a camminare con loro per realizzarli, con novità e bellezza? È quanto si chiede il Sinodo oggi, a conclusione della riflessione sulla terza parte dell’Instrumentum laboris. Alla Chiesa serve – si legge in alcune delle 14 Relazioni dei Circoli minori - una conversione pastorale e missionaria che non sia un mero esercizio tecnico, ma un’esigenza della sequela Christi; una conversione volta al rinnovamento della Chiesa stessa per aspirare ad essere di più, a servire di più. Il sogno del Sinodo, infatti, è una Chiesa più conforme al Vangelo. E un contributo essenziale per attuare tale conversione arriva proprio dai giovani: essi – sottolineano i Padri Sinodali – non devono essere solo oggetto “ricettore” preferenziale dell’azione pastorale, ma anche soggetti protagonisti e partecipanti attivi dei processi decisionali, in un’ottica di corresponsabilità e collegialità, perché hanno qualcosa di prezioso da offrire, con cui il Signore può fare miracoli.

Le sfide dei giovani oggi

Tuttavia, sono numerose le sfide con cui la gioventù è chiamata a confrontarsi oggi: l’emarginazione, soprattutto delle donne vittime di maschilismo e disparità; le dipendenze; la questione delle persone omosessuali che vanno accompagnate pastoralmente, affinché crescano nella fede e non discriminate, perché la Chiesa si oppone alla discriminazione contro qualsiasi persona o gruppo; la disoccupazione; le questioni etiche sul tema della sessualità e dell’aborto che vanno approfondite per evitare confusioni; l’influenza dell’occultismo; il dramma degli abusi, a fronte dei quali la Chiesa può e deve essere riformata, affinché sia davvero un ambiente sicuro e fidato. Di fronte a ciò - nota il Sinodo - la Chiesa ha il compito prioritario di trasmettere il dono della fede con l’accompagnamento, il discernimento e l’integrazione, puntando sul primato dell’ascolto del Vangelo e guardando a forme più efficaci di confronto con i ragazzi, come la musica o lo sport. La Chiesa – dice ancora il Sinodo - deve essere “in uscita” ed è urgente una nuova spiritualità missionaria.

Pastorale giovanile non sia avulsa da pastorale familiare

Centrale anche la riflessione sulla famiglia, “piccola Chiesa”, scuola di amore e umanità, punto di partenza per arrivare a Cristo: per questo, dicono i Padri sinodali, la pastorale giovanile non può essere pensata come avulsa dalla pastorale familiare. Accanto alla famiglia va ripensata anche la parrocchia come luogo di ascolto, di comunione e di missione: servono comunità fraterne, gioiose, contagiose – spiega il Sinodo - in cui i giovani possano assumersi le loro responsabilità, magari sperimentando il fallimento, il quale però, se ben accompagnato, è sempre fonte di crescita. In sintesi, notano i Padri, i ragazzi devono abituarsi a riporre la propria fiducia in Dio, grazie ad una pastorale di fraternità, declinata in forme specifiche come l’oratorio o il servizio.

Occorre “cittadinanza digitale” responsabile

Particolare attenzione, inoltre, – rilevano alcune Relazioni – va posta al mondo digitale, sia per i suoi lati postivi nel campo dell’evangelizzazione, sia per gli aspetti negativi, come la pornografia e il cyber-bullismo, in risposta ai quali il Sinodo esorta alla stesura di protocolli adeguati per la promozione di una “cittadinanza digitale” responsabile. E ancora: i Circoli minori ricordano la necessità di incoraggiare le scuole e le università cattoliche, capaci di una formazione integrale della persona che sia di qualità, interdisciplinare e promotrice della “cultura dell’incontro”, perché educare è atto d’amore e fermento di comunione.

L’impegno in favore della giustizia sociale

Le Relazioni dei Circoli minori si soffermano, inoltre, sull’urgenza di un maggiore impegno in favore della giustizia sociale: l’opzione preferenziale per i poveri - luogo teologico di incontro con Dio - coincide frequentemente con quella per i giovani, che spesso sono indigenti. Ed è in questo ambito che i giovani cattolici possono creare un’alleanza ecumenica, interreligiosa e in dialogo con i non credenti, perché solo partendo dai poveri si può sognare un mondo più giusto. La formazione della gioventù alla Dottrina sociale della Chiesa, anzi la sua “inculturazione” – aggiungono i Padri - diventa essenziale anche per contrastare, ad esempio, la corruzione e promuovere la pace e la salvaguardia del Creato. I giovani, infatti, possono essere costruttori della civiltà dell’amore, tutori della casa comune, trasformando dall’interno, con i valori del Vangelo e della misericordia di Dio, il mondo della politica, dell’economia, della sanità, dei mass-media e della salute. Si tratta, in sostanza, di assumersi l’impegno a “santificare” l’arena secolare.

I giovani, “apostoli dei migranti”

Maggiore attenzione il Sinodo la chiede per i cristiani vittime di persecuzioni, le cui testimonianze sono risuonate in questi giorni in Aula, così come per i migranti, che vanno accolti, protetti e integrati. Al contempo, l’Aula suggerisce di promuovere il loro aiuto in patria attraverso le Chiese particolari. In questo ambito, i giovani possono essere un valido soategno, divenendo veri e propri “apostoli dei migranti” perché tra questi, spesso, sono presenti molti ragazzi. L’Aula si sofferma, inoltre, sulle varie espressioni della pietà popolare - ad esempio i pellegrinaggi - poiché a volte aiutano i giovani a compiere un cammino di scoperta della dottrina e della morale cristiana, grazie alla “forza evangelizzatrice” in esse racchiusa.

La chiamata alla santità

Poi, il Sinodo riflette sulla chiamata alla santità: i giovani bramano una santità di vita e desiderano ricevere consigli pratici che li aiutino in questo percorso. Per questo è importante non tralasciare la dimensione spirituale, perché permette ai ragazzi di discernere il cammino che Dio apre davanti a loro. Da un lato, occorrono quindi accompagnatori competenti che sostengano i giovani nel compire le scelte giuste; dall’altro serve l’elaborazione uno stile di vita cristiana proprio dei giovani: ad esempio, uno stile di preghiera, una lectio divina o un modello di celebrazione eucaristica specifici per loro. Bisogna, infatti, insegnare ai giovani che la Messa è un incontro con Dio, un momento in cui si è toccati da Cristo. E in quanto luogo privilegiato dell’evangelizzazione, il mistero eucaristico, con il suo incanto, va reso più accessibile ai ragazzi, grazie ad un linguaggio adatto, musicale artistico e poetico. Da diverse Relazioni emerge infine la riflessione che il Sinodo sia solo l’inizio di un processo che, come una fiamma, vada portato avanti, alimentato e diffuso a livello locale.

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20 ottobre 2018, 13:23