Sinodo. L’uditore Erduin (Cuba): costruire il futuro con tutti, accanto ai poveri

Al Sinodo dedicato ai giovani incontriamo Erduin Alberto Ortega Leal, giovane uditore di Cuba, che fa parte della Comunità di sant’Egidio. "I problemi di oggi - afferma - sono la ricerca del successo a tutti i costi e i troppi ‘no’ che frenano i nostri sogni e progetti”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Erduin Alberto Ortega Leal, giovane uditore di Cuba, fa parte della Comunità di sant’Egidio, e si prepara a dare la sua testimonianza al Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani. Ci anticipa che dirà che “ci sono due problemi che oggi i giovani affrontano. Il primo è la ricerca del successo e il secondo è che si trovano nel mondo del 'no'. L’unica parola che i giovani oggi ricevono dai media, dalla pubblicità, ma anche dal mondo in cui vengono accolti è il successo. Questo non vuol dire che non vogliamo avere successo nella vita, cercare cose buone, avere un futuro per la nostra famiglie e i nostri figli. Ma il problema è come affrontare questo cammino”.

La ricerca del successo ci mette l’uno contro l’altro

Molte volte, spiega Erduin, per cercare il successo ci si scontra con l’altro, “si vede l’altro come un nemico,  come un concorrente in più, e purtroppo a volte si rimane anche da soli. Quindi questo è uno dei problemi più grandi, per cui i giovani si trovano solo su internet, cercando magari solo le persone che hanno lo stesso loro profilo. E non cercano chi la pensa in maniera diversa”.

I troppi “no” ai sogni dei giovani

Il discorso sul “no”, spiega ancora il giovane uditore cubano, è che oggi “i giovani si trovano di fronte ad un mondo che a ogni desiderio, ogni sogno che i ragazzi hanno, risponde con un ‘no’. Lo dicono anche i Paesi che non vogliono accogliere i giovani migranti per paura, perché questi giovani sono tanti. I giovani cercano un loro futuro, ma tanti Paesi, tante istituzioni e a volte anche la Chiesa, dicono 'no'. E manca una risposta seria, di cui i giovani hanno tanto bisogno”.

Il futuro si fa accanto ai poveri

Cosa porterai a Cuba di questo Sinodo, gli chiediamo, per condividerlo con gli altri giovani? “Vorrei parlare a loro di una Chiesa che accoglie tutti, non solo i cristiani che già sono nella Chiesa, ma anche quelli che non ci sono, magari perché non sono stati capiti o trovati. Riporterò ai giovani di Cuba la speranza che si può camminare, si può avere un futuro. Ma questo futuro non si fa da soli, si fa insieme, soprattutto accanto ai poveri che sono quelli che ci evangelizzano”.

Amicizia sociale con chi non la pensa come noi

Il Papa quando è venuto a Cuba nel 2015, conclude il giovane Ortega, ci ha chiesto di fare questa “amicizia sociale” soprattutto “con quelli che non la pensano come noi, perché dobbiamo accogliere tutti: il cattolico che pratica e quello che non pratica, gli altri cristiani e anche i comunisti”.  

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16 ottobre 2018, 16:08